FANOIN PRIMO PIANOSPETTACOLI

Con Madama Butterfly l’oriente al Teatro della Fortuna di Fano

di GIOSETTA GUERRA

FANO – Il Teatro della Fortuna di Fano ha ospitato una sola recita di Madama Butterfly, uno dei capolavori più noti di Giacomo Puccini. L’opera, inserita nella stagione della rete lirica marchigiana, che comprende i teatri di Fano, Fermo e Ascoli Piceno, ha presentato un cast di giovani artisti soprattutto orientali, inoltre tipicamente giapponesi erano i costumi e l’allestimento scenico.

Nel ruolo protagonista di Cio-Cio San il soprano sud-coreano Vittoria Yeo ha dimostrato di aver interiorizzato il dramma d’amore e di morte della giapponesina, restituendo un personaggio accorato e credibile.

Con voce piena e robusta, dal bel colore, ha sostenuto con sicurezza la parte fino in fondo, pur cantando prevalentemente col fiato. Nei momenti più struggenti e più intimi ha ammorbidito la linea di canto con opportune modulazioni.

Matteo Roma presta la sua bella presenza scenica all’ufficiale americano Pinkerton, che compare nel primo e nel terzo atto.  Il tenore ha usato con generosità un mezzo vocale di bel timbro, esteso e pieno, senza indugiare sulla poetica delle piccole cose, tipica di Puccini.

Danbi Lee, nel ruolo di Suzuki, ha offerto una performance solida con una voce scura ben proiettata, il mezzosoprano Valentina Dell’Aversana è stata una corretta Kate Pinkerton.

Il baritono Sergio Vitale, nel ruolo di Sharpless, ha esibito una vocalità calda e autorevole, Raffaele Feo ha tratteggiato un Goro vivace e versatile con padronanza vocale e scenica. Corretti anche gli altri interpreti: Wooseok Choi nel ruolo del principe Yamadori, Yongheng Dong in quello dello zio Bonzo, Rza Khosrovzade (il commissario imperiale), Marco Mignani (l’ufficiale del registro) e Jennifer Turri (la cugina).

È rimasto un po’ in sordina il Coro del Teatro della Fortuna, preparato dalla maestra Mirca Rosciani.

Alla guida dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, il direttore Cesare Della Sciucca haproposto una lettura vigorosa della partitura, a discapito dell’equilibrio sonoro buca palcoscenico. L’orchestra, solitamente attenta alle dinamiche musicali, si è scatenata in un incomprensibile protagonismo assurdo e deleterio.

In continua competizione con le voci, ha ignorato il cesello della poetica pucciniana e anche le voci, perlopiù spiegate, hanno solo a tratti realizzato in toto questo aspetto così speciale dell’opera.

L’allestimento scenico, proveniente dal Teatro Coccia di Novara, è datato e minimalista ma funzionale, la scenografia fissa riproduce l’interno spoglio della casetta in stile giapponese di Cio- Cio San, con una vetrage scorrevole sul fondo e un velatino sul boccascena, dove spesso viene trasferita l’azione. Eleganti e classici sono i bei costumi di Artemio Cabassi, ricchi di colore locale. La regia, ideata da Renata Scotto e ripresa da Renato Bonajuto, è apparsa poco incisiva, con momenti chiave dell’opera relegati dietro un velatino che impediva al pubblico di percepire appieno la drammaticità della scena, come nel caso del coro a bocca chiusa e del suicidio di Cio-Cio San.

Tutti i cantanti hanno una bella voce, usata con generosità ma il canto va raffinato e adeguato allo stile del compositore.

L’opera ha accolto il favore del pubblico anche se il livello non era eccelso. Positiva l’operazione culturale della rete lirica marchigiana, che porta nei teatri l’opera lirica e la fa conoscere al vasto pubblico, ma povera l’operazione educativa che dà meno importanza alla qualità del prodotto.

Il Teatro della Fortuna di Fano, così elegante e raffinato, dovrebbe puntare sulla qualità e tornare al passato quando artisti ben più insigni hanno dato forma a spettacoli di grande pregio. Lo stesso dicasi del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno e del Teatro dell’Aquila di Fermo che fanno parte della rete lirica marchigiana con la stessa programmazione. In passato il teatro Ventidio Basso in particolare aveva una stagione lirica ricca e di grande pregio. Inoltre non si può parlare di stagione lirica di un teatro se le opere allestite sono due all’anno con una sola recita (più un’anteprima) per ogni opera. Lodevole è invece il servizio dell’associazione di volontari che prepara un percorso audio per i ciechi e ipovedenti e un percorso visivo per i sordi, seguendoli anche a teatro.

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