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Da Nauta lungo il fiume Maranon: “Il mio Perù” del fotografo senigalliese Giorgio Bianchi

Da Nauta lungo il fiume Maranon: “Il mio Perù” del fotografo senigalliese Giorgio Bianchi

Da Nauta lungo il fiume Maranon: “Il mio Perù” del fotografo senigalliese Giorgio BianchiDa Nauta lungo il fiume Maranon: “Il mio Perù” del fotografo senigalliese Giorgio BianchiDa Nauta lungo il fiume Maranon: “Il mio Perù” del fotografo senigalliese Giorgio Bianchi Da Nauta lungo il fiume Maranon: “Il mio Perù” del fotografo senigalliese Giorgio Bianchi

di ENZO CARLI

SENIGALLIA – Pure nella consapevolezza dei luoghi e della difficile situazione esistenziale, senza esasperare le situazioni tragiche o catastrofiche , Giorgio Bianchi  ridimensiona nei suoi scatti il  prolungato concetto del reportage e si lascia sorprendere dai nuovi diaframmi  della visione e dal tempo  indifferente di questo viaggio verso realtà  lontane pieno di nuove visioni. E’ attratto dalla natura dominante che nasconde e custodisce misteri; nelle trame di un taglio dell’albero; nel  sottobosco, nelle intercapedini del tronco o nelle asperità della corteccia; dalla potenza dell’energia nel movimento dell’acqua; dalle forme e architetture dei piccoli villaggi lungo il fiume, dai suoi abitanti e dai loro rituali, simboli, comunicazioni.

Il senigalliese Giorgio Bianchi racconta: “Sono partito verso la fine di settembre per partecipare ad un workshop destinazione Nauta, una città nella parte nord orientale della provincia di Loreto in Perù Amazzonica che si trova nel fiume Maranon un importante affluente dell’Amazzone grande superiore. Abbiamo iniziato a fotografare facendo circa cento scatti al giorno. La vita si svolge lungo il fiume, arrivano grosse barche che trasportano merci da distribuire nei mercati e nei negozi. Il primo impatto non è stato facile con temperature di 38 gradi e umidità dell’ 80 per cento. Gente che vive ancora con le loro tradizioni, facendo il bagno nel fiume che serve anche per lavare i panni.

“Poi abbiamo navigato con una barca di circa 9 mt. fino a raggiungere un villaggio. C’eravamo solo noi e pensavo di vivere un sogno: delfini rosa che attraversavano davanti la barca, farfalle di tutti i colori, pappagalli, aironi. Le loro abitazioni sono palafitte adiacenti il fiume. Abbiamo scattato foto all’ alba e nella mia vita non avevo mai visto colori così intensi. Una cosa che mi ha colpito molto è stata la disponibilità degli abitanti che vivono come una grande famiglia aiutandosi gli uni con gli altri. Poi ci siamo trasferiti in un villaggio degli Urarina per una giornata: qui le donne sono tutte vestite di rosso e si dilettano a fare ventagli ed altri oggetti di artigianato, gli uomini invece vanno a caccia nella foresta cercando il cibo: ho visto anche una piccola scimmia che tenevano nascosta sotto la loro camicia. Ritornando quasi di notte abbiamo dovuto accendere una torcia perché c’ erano molti tronchi trasportati dal fiume. Guardavo le stelle, vedevo la Via Lattea di una lucentezza da noi invisibile. A Nauta siamo rimasti ancora un po’ di giorni ed abbiamo finito il nostro lavoro. Mi ricordo che diluviava e tutti i bambini correvano e giocavano sotto la pioggia ed erano felici. Non dimenticherò mai i loro sguardi intensi e pieni di felicità nonostante le difficoltà della loro vita”.

Fotografie che  cercano di  interpretare e di contenere i segreti dei luoghi e dei corpi, con i segni di della propria rappresentazione.

 

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