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Nella zona industriale di Jesi sarà attivata un’area per il recupero e il trattamento dei rifiuti pericolosi

Nella zona industriale di Jesi sarà attivata un’area per il recupero e il trattamento dei rifiuti pericolosi

Presa di posizione del Coordinamento provinciale di Ancona del Movimento politico Dipende da Noi

ANCONA – “Ancora una volta una brutta sorpresa per i cittadini della Vallesina e ancora una volta venuta a galla solo grazie all’impegno di qualche “cronista volenteroso” e al meritevole servizio che le pubblicazioni religiose donano alla nostra comunità”. E’ quanto afferma, in un comunicato, il Coordinamento provinciale di Ancona del Movimento politico Dipende da Noi.
“Ecco quindi che da “Voce della Vallesina” apprendiamo del nulla osta al procedimento autorizzativo per la realizzazione “di una piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi” (amianto, oli combustibili, fanghi, scarti di lavorazione di prodotti chimici ) nella zona industriale di Jesi, richiesto da Edison Next Recology.
“Il procedimento, in capo alla Provincia – afferma sempre il Coordinamento provinciale di Ancona del Movimento politico Dipende da Noi -, è già stato all’attenzione di tutta la “sancta sanctorum” delle istituzioni e degli enti del territorio,  dall’Arpam, all’Ata rifiuti (che comprende tutti i sindaci del territorio), dal Comune di Jesi, all’Ast. Che non si tratti di un giardino è evidente  e la minuziosa descrizione che ne fa l’articolo del settimanale curiale, di cui raccomandiamo la lettura (quasi tre ettari, 1000 tonnellate di rifiuti  giornalieri conferiti, un elenco infinito di materiali pericolosi o insalubri, ben lo documenta).
“Quello che è altrettanto preoccupante, tuttavia, è l’assenza di qualsiasi riferimento o valutazione per l’inevitabile combinato disposto con le criticità ambientali e produttive già presenti nel territorio (Amazon, Raffineria Api, bonifica dei siti Sadam e Montedison, solo per ricordare i principali).
“A monte di tutto questo però e di estrema gravità, perché ancora una volta fa diventare “aria ai monti”, esibizione da farsa i proclami partecipativi, lede il diritto dei cittadini ad essere informati, accresce la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. Questo modo di fare è “democraticidio” (ci sia consentito il neologismo ).
“Chiediamo a tutte e a tutti perciò, cittadine cittadini, associazioni, organizzazioni sindacali, ai tanti consiglieri comunali che temiamo del tutto ignari di questa vicenda, gesti di responsabilità, affinché sia aperta una discussione pubblica e partecipata su questa concessione e di lì si inizi una riflessione attenta, capace di precisi impegni per salvare il territorio e difendere la salute e la vita di tutte e tutti”, conclude il Coordinamento provinciale di Ancona del Movimento politico Dipende da Noi.

 

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