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Beethoven e Rossini si incontrano a Pesaro

Beethoven e Rossini si incontrano a Pesaro

di GIOSETTA GUERRA

PESARO – Nel fitto calendario dell’Orchestra Sinfonica Rossini figurano le nove sinfonie di Beethoven che verranno portate in giro per il mondo dopo il loro debutto al Teatro Rossini di Pesaro. Nel mese di marzo sono state eseguite due sinfonie, la seconda il 5 marzo e la nona l’11 marzo.

La sinfonia numero due, composta da Beethoven che già soffriva di sordità, è la risposta del compositore alla sua disperazione. Pagine gioiose e leggiadre, dominate dagli archi e dalle voci scoperte dei singoli strumenti, si alternano con pagine possenti e dense con il tutto orchestrale.
Il secondo movimento, più intimista, è una sinfonia sognante e delicata quasi danzante che mette in mostra la leggerezza dei violini. Nel terzo movimento, più frizzante, si nota la voce calda del corno. Dinamismo e pacatezza si alternano nel quarto movimento nel quale emerge l’abilità della sezione violini ad eseguire velocissime arcate.

La seconda parte del concerto è dedicata a Rossini prendendo spunto dal fatto che i due compositori si conoscevano.

Il soprano Maria Sardaryan e il baritono Paolo Ingrasciotta si fanno interpreti di arie e duetti tratte da opere buffe rossiniane (Il barbiere di Siviglia, La scala di seta, Il Turco in Italia) perché il Rossini buffo era quello più apprezzato da Beethoven.
Il baritono Paolo Ingrasciotta evidenzia una bella voce estesa e ben proiettata sia nella zona acuta che negli appoggi gravi, nelle agilità rossiniane e nel sillabato cantato. Irruente, vigoroso e ben intonato nel ruolo di Figaro evidenzia morbidezza delle mezze voci e bei gravi pieni e armonici nel La scala di seta.

Sorprendente la bellezza del colore vocale e la bravura del soprano armeno Maria Sardaryan. Il suo canto è una cascata di cristalli, il suono è pulito e solido, il modo di porgere è aggraziato ed elegante. La cantante è bravissima ad eseguire i virtuosismi rossiniani, ricchi di scale cromatiche, suoni ribattuti, gorgheggi, trilli, acuti rinforzati e sovracuti stellari.

Formidabile è l’Orchestra Sinfonica Rossini nell’eseguire il dettato rossiniano e nel sostenere le voci nell’arduo compito di onorare la prassi esecutiva di Rossini. Tutte le sezioni orchestrali dimostrano conoscenza e abilità tecnica, ma anche sensibilità e gioia, ottenendo una musicalità perfetta. Daniele Agiman è un direttore molto versatile, appassionato e comunicativo, che tiene unita la compagine orchestrale.

 

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