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“Che fine hanno fatto progetti e soldi per migliorare l’Ospedale di Chiaravalle?”

“Che fine hanno fatto progetti e soldi per migliorare l’Ospedale di Chiaravalle?”

Le Amministrazione comunali di Chiaravalle e Monte San Vito hanno chiesto un incontro al Commissario dell’Azienda sanitaria territoriale di Ancona

CHIARAVALLE – “Alla luce dell’articolo apparso alcuni giorni fa sulla stampa in cui venivano riportate critiche sul personale operante presso l’Ospedale di Comunità di Chiaravalle, accusato di scarso impegno e poco dialogo, l’assessore ai servizi sociali del Comune di Chiaravalle Cristina Amicucci e il sindaco di Monte San Vito Thomas Cillo – si legge in una nota diffusa oggi da Chiaravalle Domani – si sono recati nuovamente presso la struttura per portare la solidarietà al personale che, contrariamente alle critiche, ha sempre dimostrato competenza e abilità relazionali. Non si può dimenticare, infatti, la diligenza e la professionalità dimostrata dal personale durante la pandemia, quando la struttura fu trasformata, con tutti i rischi connessi, in ospedale Covid fase post critica.
La visita è stata anche l’occasione per capire a che punto fossero i lavori da tempo attesi.
“Per i locali che accolgono il PAT (Punto di Assistenza Territoriale) da decenni esiste un piano di ristrutturazione che mai si è concretizzato anche se le risorse necessarie sono state stanziate. Le attuali amministrazioni comunali di Chiaravalle e Monte San Vito avevano più volte segnalato alle dirigenze ASUR lo stato in cui versa questa parte di struttura.

“Nell’incontro di settembre 2020 con i sindaci di Ambito, il direttore generale ASUR aveva illustrato una serie di interventi e le relative risorse da impiegare per procedere alla manutenzione e all’adeguamento di alcune parti della struttura, ma di fatto si è visto poco o nulla.
“In un periodo in cui sono emerse le problematiche dei pronto soccorso, anche di ordine pubblico, a causa del personale ridotto all’osso, della mancata sostituzione dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, del numero insufficiente di medici di continuità assistenziale, i PAT sono presìdi fondamentali per le emergenze di bassa e media intensità e un supporto essenziale per sgravare le lunghe file in attesa ai pronto soccorso di Jesi e Torrette.
Quello di Chiaravalle, nonostante i locali fatiscenti e una strumentazione ai minimi (su cui mai si sono visti interventi migliorativi), solo grazie all’impegno, alla professionalità del personale medico e infermieristico è un PAT da grandi numeri, a dimostrazione dell’intensa attività di questa struttura se consideriamo che è aperto solo 12 ore al giorno. Nel 2022 tra codici bianchi, verdi e gialli ha avuto 5.200 accessi e 1.000 accessi solo a gennaio 2023: questo a conferma dell’importanza che ha sul territorio. Sono anche numeri rilevanti se si mettono a paragone con altri PAT che sono aperti h24 (come Loreto).
“Le Amministrazioni comunali di Chiaravalle e Monte San Vito – si legge sempre nel comunicato diffuso da Chiaravalle Domani – hanno richiesto un incontro al Commissario dell’Azienda sanitaria territoriale di Ancona per conoscere che fine hanno fatto progetti e soldi relativi proprio alle promesse fatte in questi anni e mai mantenute. Che fine hanno fatto i sei milioni di euro che dovevano essere inseriti nel piano triennale delle opere del 2021/2023 e a che punto sono i due milioni di euro stanziati dal PNRR destinati a Chiaravalle nel dicembre del 2022?
“In questa ottica, da parte nostra c’è stata sempre la massima attenzione e la disponibilità a farci promotori delle esigenze del personale e dei cittadini mantenendo costante il dialogo e la concertazione sia con le dirigenze della sanità, sia con le sigle sindacali, al fine di poter dare risposte efficaci  alla richiesta di salute dei cittadini, diritto ineludibile che intendiamo difendere da eventuali attacchi di depauperamento o saccheggio dovuti a scellerate scelte politiche sovraordinate a cui l’Ospedale Montessori di Chiaravalle da troppi anni è stato sottoposto e le cui conseguenze sono state ampiamente pagate e riversate sulla comunità”, conclude Chiaravalle Domani.

 

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