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Per l’Arcidiocesi di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado permane la minaccia di soppressione

Per l’Arcidiocesi di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado permane la minaccia di soppressione

URBINO – Da circa un anno il Vescovo di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado ha rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti di età. Ed a tutt’oggi non c’è traccia dell’arrivo del nuovo Vescovo. Al contrario giungono indiscrezioni sulla possibilità di accorpamento con Pesaro. Le Istituzioni, le associazioni dei cattolici e dei laici sono nettamente contrari a questa soluzione.  Da ricordare che, nel frattempo, si sono svolti Consigli comunali del territorio i quali hanno deliberato la convinta opposizione alla ipotizzata soluzione.

Ai Comitati e alle assemblee molto partecipate di tutto territorio, ai Consigli comunali ed altre Istituzioni,  alle difficoltà dei parroci impegnati in  prima linea e di tutta la rete cristiana di un territorio fecondo,  le gerarchie della Chiesa hanno offerto un silenzio assordante.

Prenderanno forma concreta azioni di lotta molto forti e ben indirizzate. La prossima campagna fiscale, ad esempio, risulterà un flop in merito all’otto per mille, assenza di entusiasmo fino al rifiuto di partecipare alle iniziative promosse e guidate dalla gerarchia della Chiesa.

La lotta a difesa della Diocesi potrebbe sviluppare prospettive eclatanti, per perseguire la richiesta di dialogo e per svegliare le autorità cadute nel mutismo preoccupante.

Di recente il Consiglio comunale di Urbino, attraverso un ordine del giorno votato all’unanimità, ha rivolto un accorato appello al Vaticano di soprassedere a tale decisione. Nel frattempo il Sindaco attiverà iniziative per ottenere udienza dal Vaticano e possibilmente dal Santo Padre.

Nel corso del dibattito sono intervenuti tutti i rappresentanti politici con determinazione, con toni forti e precisi nell’attribuzione delle responsabilità.

La soppressione della millenaria Diocesi di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado è da considerare un affronto alla storia, ai bisogni del territorio, provocando l’abbandono della moltitudine di giovani studenti presenti in città che frequentano l’Università e le scuole di specializzazione di ogni ordine e grado, e questo non ci sembra in linea con quanto diffonde Papa Francesco.

 

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