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Il nuovo ponte 2 Giugno, a Senigallia Italia Nostra invita a riflettere sul progetto dell’ingegner Petrangeli    

Il nuovo ponte 2 Giugno, a Senigallia Italia Nostra invita a riflettere sul progetto dell’ingegner Petrangeli    

di VIRGINIO VILLANI*

SENIGALLIA – Il progetto del nuovo ponte sul Misa in corrispondenza del Corso 2 Giugno ha suscitato tante e tali perplessità e opposizioni nell’opinione pubblica, che è lecito porsi  seri interrogativi sull’opportunità di procedere alla sua realizzazione.

E’ vero che qualsiasi opera pubblica moderna in un contesto architettonico storicamente connotato pone problemi di non facile soluzione e porta con se un inevitabile carico di polemiche, se non altro per il solo fatto che la maggioranza dell’opinione pubblica è legata all’immagine consolidata che ha del proprio habitat.

Noi non siamo pregiudizialmente contrari all’inserimento del moderno in un contesto storico, ma si deve trattare di progetti di alta valenza architettonica e per i grandi progetti servono grandi risorse e tempi lunghi e non sappiamo se in questo caso le risorse disponibili siano in grado di supportare un progetto di alta ingegneria.

Nel caso di Senigallia le difficoltà di progettare un’opera funzionale e al contempo esteticamente armonizzata con il contesto deriva principalmente dalla necessità di realizzare un ponte a campata unica senza piloni di sostegno in alveo per permettere in caso di piena di far defluire meglio il fiume Misa. Le difficoltà poi aumentano a seconda del tipo di traffico cui dovrebbe essere finalizzato il ponte, se solo ciclopedonale o anche carrabile, almeno per le emergenze, come vorrebbero molti e come riteniamo anche noi auspicabile.

Non siamo in grado ovviamente di dare una risposta a tutti questi aspetti del problema, possiamo però dire che il progetto proposto ultimamente non è sicuramente la soluzione migliore: basta osservare la simulazione proiettata sullo sfondo di una scenografia architettonica a forte connotazione stilistica, dominata dal neo classico dei portici e del Foro annonario

Se pensiamo che ci si accinge ad un’opera destinata a lasciare un’impronta duratura in questo che è il cuore del centro storico, in una posizione di ampia visibilità, viene da dire che sarebbe forse meglio non fare niente e rinviare a tempi migliori piuttosto che fare una brutta opera. Ma ovviamente questa è solo una battuta, perché sembra che la soluzione vada trovata in tempi certi e forse stretti.

Possiamo però sollecitare gli organismi coinvolti nell’opera ad un’ulteriore riflessione e a prendere in considerazione altre soluzioni, ispirandosi ad esempio a quella presentata nel 2015 dall’ing. Marco Petrangeli docente universitario e professionista di grande esperienza nel corso di una serie di incontri organizzati dall’Osservatorio Misa, di cui riproponiamo un’immagine. Un modello sempre a campata unica, con una struttura portante sempre sopra il piano stradale, ma molto più leggera e meglio armonizzata con il contesto. Non è detto che il progetto debba essere proprio questo, ma rappresenta la migliore delle proposte architettoniche finora messe in campo.

*Presidente Italia Nostra – Sezione di Senigallia

 

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