IN PRIMO PIANOPOLITICASENIGALLIA

“Gravissimo attacco alle prerogative del Consiglio regionale delle Marche da parte del sindaco di Senigallia”

“Gravissimo attacco alle prerogative del Consiglio regionale delle Marche da parte del sindaco di Senigallia”

Dura presa di posizione congiunta del Movimento 5 Stelle alla Regione ad al Comune di Senigallia

SENIGALLIA – Da Stefania Martinangeli ed Elisabetta Palma, consigliere comunali del M5S di Senigallia e da Gianni Maggi, capogruppo M5S e vicepresidente della prima Commissione della Regione Marche riceviamo: “Premessa: la Regione Marche è una delle pochissime Regioni italiane dove non vige ancora una legge elettorale rispettosa del diritto alle pari opportunità tra uomini e donne.

“Le elezioni nelle Marche sono disciplinate dalla Legge 23 febbraio 1995, n. 43 “Nuove norme per la elezione dei consigli delle regioni a statuto ordinario” (anche nota come “legge Tatarella”) e dalla Legge Regionale 20 febbraio 2015, n. 5 “Modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2004, n. 27 “Norme per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale”. Alle elezioni regionali del 2015, la rappresentanza femminile nelle varie liste che parteciparono alle elezioni del 2015 variava da 1/3 (circoscrizioni provinciali: PU-AN-MC) alla metà dei candidati (circoscrizioni provinciali: FM-AP). Tuttavia, nell’attuale decima legislatura, su 30 consiglieri regionali solo 5 sono donne (16.6%).

“La parità di genere è tutelata dall’art. 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE (Parità tra uomini e donne), dagli articoli n. 51 e 117 della nostra Costituzione, e – in tema di parità di rappresentanza nelle istituzioni – si veda quanto disposto dalla Legge 23 novembre 2012, n. 215 “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni” e dalla Legge15 febbraio 2016, n. 20 “Modifica all’articolo 4 della legge 2 luglio 2004, n. 165, recante disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali”.

“Lo Statuto della Regione Marche, all’art. 3, stabilisce che la Regione “promuove tutte le iniziative idonee a realizzare il pieno sviluppo della persona e l’uguaglianza dei cittadini, ripudiando ogni forma di discriminazione” e che “valorizza la differenza di genere in ogni campo e attività … operando al fine di garantire … parità di accesso a donne e uomini  alle cariche elettive e negli enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina nel Consiglio e nella Giunta”.

In vista delle elezioni del prossimo anno, da molti mesi, nella prima Commissione permanente del Consiglio Regionale delle Marche, si stanno discutendo varie proposte di Legge (PdL) nel tentativo di arrivare ad una proposta condivisa che unifichi in una sintesi le istanze delle forze politiche che le hanno firmate.

“Tutto questo per arrivare in aula con una nuova legge elettorale che consenta ai marchigiani sia di eleggere i propri rappresentanti nel rispetto della parità di genere che di garantire la governabilità della Regione in una situazione politica profondamente mutata rispetto al bipolarismo che aveva ispirato la legge vigente.

“Le PdL che la prima commissione sta prendendo in esame sono otto e, oltre alla introduzione della parità di genere nella elezione del Consiglio regionale, prevedono ipotesi di modifiche sostanziali che riguardano, tra le altre, il premio di maggioranza e l’eventuale introduzione del secondo turno di ballottaggio come nelle elezioni comunali (Pdl del Movimento 5 Stelle).

“Proprio per questo il Consiglio regionale, con il voto determinante del Gruppo Pd, ha rinviato la Proposta di Legge dell’assessore Bora, per modificare la legge elettorale solo relativamente alla preferenze di genere,  al 23 settembre quando la prima Commissione porterà in aula per la discussione ed eventuale approvazione una Pdl  organica che contenga anche le altre modifiche oltre a quella relativa alla parità di genere.

“Stupisce dunque, o forse non stupisce alla luce delle contrapposizioni interne che stanno lacerando il Pd marchigiano, che il sindaco di Senigallia Mangialardi presenti una mozione per chiedere con urgenza alla Regione di discutere la sola  proposta di legge dell’assessore Bora in palese contrapposizione con il voto del suo partito in regione.

“Nella seduta del Consiglio comunale di Senigallia del 30 luglio infatti è stata presentata la mozione del sindaco Mangialardi dal titolo “DOPPIA PREFERENZA DI GENERE DELLA REGIONE MARCHE N. 36 DEL MARZO 2016”. L’atto cui si fa riferimento è la PdL presentata dall’assessore Bora.

“In tale mozione, aggiunta all’ultimo momento all’OdG, il sindaco ritiene “urgente e non oltremodo rinviabile che la succitata proposta di legge (PdL Bora) arrivi al suo iter conclusivo e lo faccia A PRESCINDERE DA ALTRE INTEGRAZIONI che il Consiglio Regionale vorrà eventualmente apporre all’attuale legge elettorale”.

“Non pago, il sindaco conferisce mandato a sé stesso  di trasmettere la sua mozione al Presidente Ceriscioli, al presidente dell’Assemblea Legislativa e al presidente della I Commissione, entrando così a gamba tesa nei lavori dell’assemblea regionale.

“Le portavoci del M5S di Senigallia Stefania Martinangeli ed Elisabetta Palma hanno immediatamente chiesto il ritiro della mozione, in quanto un consiglio comunale non può essere obbligato (dal sindaco proponente la mozione) a perorare soltanto una delle otto PdL che verranno discusse nel Consiglio Regionale del 23 settembre prossimo, con gravissimo danno per le prerogative dei Consiglieri regionali proponenti e per la discussione ed il confronto democratico.

Il Sindaco non solo ha ribattuto sprezzante di non aver alcuna intenzione di ritirare la mozione, ma ha rincarato la dose affermando con tono arrogante che la ripresenterà anche come presidente di ANCI Marche.

“Un vero e proprio “sgarbo istituzionale”, che ha creato imbarazzo alla stessa maggioranza ed ha costretto il consigliere comunale di MdP – Art. 1 a dichiarare apertamente la propria astensione. Si è astenuta anche la consigliera della lista civica di maggioranza Città Futura.

“Ovviamente, il gruppo consiliare M5S Senigallia ha votato contro in quanto riteniamo che non si possa fare marketing politico sulla Parità di Genere”.

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it