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Con “Paesaggi” Giovanni Mori torna a proporre la sua pittura in una nuova esposizione sotto i settecenteschi Portici Ercolani di Senigallia

Con “Paesaggi” Giovanni Mori torna a proporre la sua pittura in una nuova esposizione sotto i settecenteschi Portici Ercolani di Senigallia

di ROSSANO MORICI

SENIGALLIA – Dopo la mostra “Senigallia sotto la neve”, Giovanni Mori torna a proporre la sua pittura in una nuova esposizione sotto i settecenteschi Portici Ercolani. Questa volta non si tratta di una mostra a tema come la precedente, ma di una serie di paesaggi senigalliesi colti nella molteplicità dei loro aspetti: da scorci del centro storico al mare, dalla campagna autunnale a quella invernale. La scelta dell’artista è per opere di piccole dimensioni, che predilige per una loro particolare intimità rispetto alle grandi dimensioni. L’ispirazione di un pittore dilettante e la sua attenzione verso la luminosità dei luoghi, quasi necessariamente muove da una lettura non solo emotiva dei grandi maestri del secondo Ottocento; gli impressionisti Claude Monet, Alfred Sisley, Henri de Toulouse-Lautrec e Camille Pizarro sono un punto di partenza; i post impressionisti come Paul Cézanne e Vincent Van Gogh, il corpo di una narrazione francamente pittorica dei volumi spaziali e delle eco colorate di campagne note. Non trascurando la pittura di William Turner, verso la quale è condotto dalle atmosfere infuocate del pittore inglese.
Da buon autodidatta, Giovanni ne assimila i tratti per evolverli in una sua maniera fortemente compendiaria, per poi svilupparli in modo da cavarne alfabeti e dizionari utili alla propria invenzione. Questa sequenzialità lo assolve da ogni obbligo di dimostrare alcunché di teorico e di ideologico: del resto “la mostra non dimostra” si usa dire per chiudere a un probabile eccesso di parole e di precisazioni. Chi si accosta per la prima volta alla pittura di Mori non vi trova così facili evidenze: la conoscenza è come un reciproco cercarsi tra il colore e gli occhi di chi guarda.
Ma l’intesa in un momento è stabilita; quel che segue è una contemplazione allo specchio dove mente e colori ritrovano mappe comuni e richiamano memorie già viste o forse prossime future. Il tempo dell’arte non ha direzione. Non diversamente accadeva quando le tecniche divisioniste, dapprima sconcertanti, mostravano all’improvviso la loro verità oltre le nebbie della luce scomposta: ci si accorgeva allora che l’oggetto è molto “chiaro” e non sfuocato o addirittura avvolto da una patina di nebbia.
La tecnica pittorica di Mori passa dalla tempera su cartoncino alla tela all’acrilico; anche se è olio su tela la tecnica che il pittore predilige.
Giovanni Mori ha esposto le sue opere nelle Marche, in Puglia, Emilia-Romagna, Toscana e
Lombardia ottenendo apprezzamento e premi di notevole rilievo. Alcuni suoi dipinti si trovano in Francia, Svizzera e Germania, altri hanno addirittura varcato l’oceano e si trovano negli Stati Uniti.
La mostra sarà inaugurata il 15 luglio, alle ore 20,30, al civico 47 dei Portici Ercolani.
Le opere verranno esposte sotto il titolo: “Paesaggi”.

 

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