Con “Amore e Virtù” di Scarlatti Jesi si fa barocca
Con “Amore e Virtù” di Scarlatti Jesi si fa barocca
Grande attesa per la nuova produzione del raro capolavoro musicale. Un lavoro raffinatissimo presentato per la prima volta nel 1706 all’Accademia d’Arcadia di Roma
JESI – Il Festival JESI BAROCCA -promosso da Fondazione “Alessandro Lanari”, Comune di Jesi e Regione Marche- al culmine della lunga rincorsa che dall’1 giugno programma in Città appuntamenti di musica e cultura di altissimo livello sul ‘700, sabato 1 luglio sfodera quella che forse è la punta di diamante artistica dell’intera edizione 2017: “AMORE E VIRTÙ”, cantata a due voci con musica di Alessandro Scarlatti, autentica rarità musicale che, mancando dai cartelloni di festival e teatri, proietta per questo su Jesi attenzione e attesa da parte di appassionati e operatori di settore in tutta Italia. “La rarità della produzione di Scarlatti e l’altissima qualità degli interpreti invitati – dice il direttore artistico Gianni Gualdoni – fanno del Festival un riferimento specialistico che lo accosta ai grandi festival barocchi internazionali”.
“Amore e Virtù” è una partitura certamente emblematica di un preciso universo culturale. Alle esagerazioni più massicciamente barocche del XVII secolo succede, nel XVIII, una straordinaria ricerca dell’eleganza: sensibilità che trova esito particolare nello spirito dell’Arcadia, il famoso cenacolo sorto a Roma a fine ‘600. Ed è proprio nell’esclusivo sodalizio che nel 1706 Scarlatti presenta la prima esecuzione dell’opera. Si tratta di azione pastorale e non di dramma: ma secondo temperie espressiva “alta”, come nell’opera seria. Nell’argomento del libretto, a firma di Silvio Stampiglia, Amore è stanco dei vani piaceri della terra ed aspira a più nobili ideali unendosi a Virtù, che ne accoglie pentimento e propositi: l’unione della loro magnificenza li farà brillare entrambi di un incomparabile splendore. Scarlatti ne scrive con ispirazione inesausta: alcuni passaggi sono forse fra i più belli che ci ha lasciato l’arte musicale italiana del XVIII secolo, con qualità e raffinatezza che preludono a Haydn e Mozart. Freschezza, invenzione, brio sicuro e brillante, gioioso, mai volgare: a questo genio, la cui riscoperta sarà sempre tardiva, bastano due voci e qualche strumento per creare un mondo rarefatto destinato a corti e dimore principesche. Una nuova produzione di un tale capolavoro, peraltro così poco eseguito, non può che vedere una compagnia di interpreti di alta specializzazione e qualità artistica: Pamela Lucciarini, soprano apprezzata in tutta Europa, è “Virtù”, mentre il ruolo di “Amore” è affidato all’estro dell’emergente Cristina Picozzi, anch’essa soprano; alla guida dell’Ensemble strumentale “Accademia del Leone”, un vero asso della musica barocca internazionale e bandiera degli attuali interpreti italiani: Alessandro Ciccolini, nel doppio ruolo di Concertatore d’insieme e Primo violino in orchestra come in uso all’epoca, dandone interpretazione secondo prassi esecutiva d’epoca.
Allievo dei maggiori maestri europei del violino barocco e della prassi esecutiva dell’epoca -dal mitico Ton Koopman a Curtis, Mackintosh, Christensen, Manze, Gatti- Ciccolini è oggi uno degli artisti più apprezzati e richiesti: primo violino dell’Ensemble Concerto Soave di Marsiglia diretta da Jean-Marc Aymes, nonché violino di spalla della Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio.
Come tutti gli appuntamenti del Festival, l’evento ha luogo a Jesi nelle splendide sale settecentesche di Palazzo Honorati. Inizio ore 21, biglietto d’ingresso € 12. Info e prenotazioni: 0731-4684.
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