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La rassegna Senigallia Sotterranea al terzo appuntamento

La rassegna Senigallia Sotterranea al terzo appuntamento

Venerdì 29 luglio (alle ore 21,30) andrà in scena “I Fili di Penelope”

La rassegna Senigallia Sotterranea al terzo appuntamento

SENIGALLIA – Con lo spettacolo “I Fili di Penelope” di e con Tiziana Scrocca e l’accompagnamento musicale di Roberto Mazzoli, venerdì 29 luglio, alle ore 21,30 all’Area Archeologica di Senigallia si terrà il terzo appuntamento della rassegna di teatro antico Senigallia Sotterranea.

Rappresentato in numerosi festival di Teatro Antico italiani ed europei promossi dall’Istituto di Cultura Italiana del Lussemburgo e di Marsiglia, “I Fili di Penelope” ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Golden Graal, l’Ermo Colle, Le voci dell’Anima, e il Liit di Firenze.

Il costo del biglietto è di 10 euro e la prenotazione è obbligatoria. Per prenotarsi è possibile chiamare il numero 071 6629350 (solo il mattino) o inviare una e-mail a circuitomuseale@comune.senigallia.an.it.

Penelope i attesa del ritorno di Ulisse tesse un mantello di storie, l’Odissea, per giustificare l’Assenza, per trattenere il Tempo, per sbeffeggiare la Solitudine e allontanare la Morte. Poi ogni notte sfila tutto per ricominciare il mattino successivo: il mantello infatti non può finire, “perché Ulisse non è ancora tornato”. Ulisse però torna e non è l’eroe atteso, ma un uomo perso e sopravvissuto alla guerra. L’attesa che era sogno, viaggio fantastico, finisce e arriva la delusione e il dolore muto della guerra.

E allora Penelope racconta ancora, fino a che le sue parole sciolgono il silenzio, ridonano la fiducia e il coraggio di testimoniare, perché l’orrore della guerra non si ripeta: “Tu devi raccontare Ulisse, devi raccontare quell’orrore che è la guerra, tu che l’hai visto in faccia quell’orrore” così Penelope esorta Ulisse; lei è la fabulazione, lui è la testimonianza. Con I Fili di Penelope” si parte dal mito per raccontare chi non è eroe, chi semplicemente vive la sfida di difendere il valore della propria esistenza. Il mito viene tradito e reinterpreto partendo da un dubbio: e se fosse stata Penelope ad inventare l’Odissea?

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