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Contributi alle Rsa, Mangialardi torna alla carica: “Molte strutture potrebbero collassare”

Contributi alle Rsa, Mangialardi torna alla carica: “Molte strutture potrebbero collassare”

“Acquaroli accolga le richieste di enti gestori e sindaci”

ANCONA – “Dopo il giusto rinnovo a gennaio del contratto di lavoro del personale delle cooperative sociali, gli enti gestori delle Rsa calcolano che nel prossimo triennio tali strutture registreranno un aumento medio della spesa pari al 13%. Si tratta di un’altra voce che inevitabilmente andrà a pesare sui loro bilanci, già messi a dura prova negli ultimi tre anni dell’esplosione dei costi durante la pandemia, dall’aumento del costo dell’energia e dall’’impennata dell’inflazione. Fattori che dal 2020 hanno quasi azzerato il valore nominale del contributo regionale e di cui solo Acquaroli, Saltamartini, ed evidentemente anche il nuovo sottosegretario alla giunta Salvi, sembrano non essersene accorti. Non a caso tutte le Regioni italiane hanno provveduto in questi 3 anni ad aumentare in modo consistente l’entità della loro compartecipazione.

“Solo la giunta Acquaroli non è stata capace di andare oltre un misero incremento di 4 euro, portando da 33 a 37 euro al giorno il proprio contributo per ogni posto Rsa convenzionato, insufficiente anche solo a coprire l’inflazione. Puntualmente sono state ignorate non solo le nostre proposte per innalzarlo fino a 45 euro e avvicinarlo alla media delle altre Regioni italiane, ma anche le grida di allarme degli stessi gestori e dei tanti sindaci del territorio che vedono messo a rischio un servizio fondamentale per le loro comunità. A quanto ne sappiamo, non sembra essere intenzione della giunta regionale approvare a breve una variazione di bilancio che vada a modificare sensibilmente la compartecipazione della Regione per rispondere a un problema che rischia di aggravarsi sempre di più”. A dirlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.

“Da oltre tre anni – conclude Mangialardi – ci battiamo in consiglio regionale per difendere le legittime richieste degli enti gestori e continueremo a farlo oggi più che mai. Anche perché, prima o poi, l’aumento di costi andrà irrimediabilmente a ricadere sulle famiglie sotto forma di un aumento delle rette. Senza contare che alcune strutture potrebbero addirittura collassare sotto il peso di costi di gestione insostenibili con la conseguente perdita non solo di posti letto, ma anche di posti di lavoro”.

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