CRONACAIN PRIMO PIANOMACERATA & provincia

Condannato a due anni e due mesi l’automobilista che ha causato la morte di Asif Mahmood

Condannato a due anni e due mesi l’automobilista che ha causato la morte di Asif Mahmood

L’incidente il 13 ottobre 2021 a Porto Recanati. La vittima, 39 anni, pakistana, è spirata dopo un mese di agonia. All’imputato è stata anche sospesa la patente per due anni

MACERATA – Nessuna pena sarebbe mai stata commisurata alla loro incolmabile perdita ma almeno hanno ottenuto un po’ di giustizia i familiari di Asif Mahmood, il trentanovenne di origini pakistane, residente a Corridonia, incolpevole vittima di una tragica uscita di strada da parte del conducente della vettura dov’era trasportato.

Oggi, mercoledì 20 dicembre, in tribunale a Macerata, il giudice dottoressa Daniela Bellesi ha condannato a due anni e due mesi di reclusione, senza la sospensione condizionale, il responsabile dell’incidente, F.C.R, 29 anni, di origini rumene ma residente a Recanati, e gli ha anche inflitto la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per due anni: una pena che sarebbe stata più pesante se l’imputato non avesse beneficiato degli sconti previsti dal rito abbreviato scelto. I genitori, i fratelli e le sorelle della vittima, per essere assistiti, attraverso l’area manager per le Marche Andrea Polverini, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, si sono costituiti parte civile al processo con l’avvocato Massimo Cesca, del Foro di Macerata, e il giudice ha stabilito di liquidare le provvisionali in loro favore.

Il terribile incidente è accaduto il 13 ottobre 2021, in pieno giorno, alle ore 15, a Porto Recanati. L’imputato procedeva in via dell’Industria alla guida di una Fiat Multipla in cui trasportava, sul sedile del passeggero anteriore Mahmood, quando ha improvvisamente e inspiegabilmente perso il controllo del mezzo: il tratto di strada in questione infatti è rettilineo, la visuale libera, l’asfalto era asciutto, c’era il sole, la visibilità era buona e il traffico normale, insomma le condizioni ideali per guidare. La macchina ha sbandato sulla destra andando a sbattere con violenza contro il muretto di recinzione dell’abitazione al civico 26. Le condizioni di Mahmood dopo l’impatto sono parse subito disperate, tanto che il medico del 118 accorso con l’ambulanza della Croce Gialla di Recanati – sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Civitanova Marche –, ha allertato l’elisoccorso per trasportarlo il più in fretta possibile all’ospedale Torrette di Ancona, dov’è giunto in stato di coma e in prognosi riservata. Qui il trentanovenne ha lottato per quasi un mese tra la vita e la morte, ma i politraumi riportati, soprattutto l’edema cerebrale, erano troppo gravi e il 10 novembre 2021 il suo cuore ha cessato di battere.

Agli agenti della Polizia locale di Porto Recanati intervenuti per i rilievi il conducente della Multipla, che se l’è invece cavata con ferite non gravi, ha dichiarato di aver sterzato bruscamente a destra per evitare un presunto veicolo proveniente dal lato opposto che avrebbe invaso la sua corsia di pertinenza, senza peraltro che vi fosse alcun contatto tra i due mezzi, ma non è stata rinvenuta dagli inquirenti alcuna prova circa la supposta presenza di questo altro mezzo, e sull’asfalto non vi era alcuna traccia di frenata. Tant’è che gli agenti, attribuendo il sinistro senz’altro alla perdita di controllo della vettura, al termine degli accertamenti hanno sanzionato il conducente per violazione dell’art. 141 comma 2 e 11 del Codice della Strada, relativo, appunto, alla perdita di controllo dell’auto.

Il giovane rumeno è stato subito iscritto nel registro degli indagati per il reato di lesioni colpose stradali gravissime, capo d’imputazione diventato omicidio stradale dopo la morte dell’incolpevole Asif: l’autopsia disposta dal Pm della Procura di Macerata titolare del relativo procedimento penale, il dottor Vincenzo Carusi, anche in ragione del lasso di tempo intercorso tra il sinistro e il decesso, affidata al medico legale dottoressa Donatella Fedeli, dell’ospedale di Macerata, ed eseguita il 13 novembre 2021 ha confermato il nesso di causa tra decesso e lesioni riportate nel sinistro. Alle operazioni peritali ha partecipato anche il dottor Marco Palpacelli quale medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A.

Al termine delle indagini preliminari, dunque, il dott. Carusi ha chiesto il processo per l’uomo quale esclusivo responsabile dell’incidente, con l’accusa di aver causato la morte del passeggero “per negligenza, imprudenza e/o imperizia e in violazione degli art. 141 commi 1,2 e 11 Cds, procedendo a una velocità di 74 km/h in luogo dei massimi prescritti 50 km/h e comunque mancando di regolare la velocità di guida alle caratteristiche concrete della strada, perdendo così il controllo della vettura e provocandone l’impatto con il muretto posizionato al di fuori della carreggiata”. Con successiva fissazione dell’udienza preliminare per il 7 dicembre 2022.

I familiari però hanno dovuto attendere un altro, lungo anno perché i difensori dell’imputato hanno cercato di mettere in dubbio che la morte della vittima fosse collegata al sinistro, ipotizzando presunte altre patologie subentrate a causa di malpractice medica dei sanitari che lo hanno avuto in cura, e hanno avanzato la richiesta, ammessa, del rito abbreviato condizionato all’espletamento di una ulteriore perizia medico legale. Tentativo che non ha però evitato la condanna a due anni e due mesi.

Un altro e decisivo punto fermo in questa tragica vicenda dal quale ora i genitori e i fratelli della vittima si aspettano, a maggior ragione, almeno in extremis, anche e finalmente una assunzione di responsabilità da parte della compagnia di assicurazione dell’auto, Adriatic Assicurazioni, la quale, pur a fronte di una dinamica chiara e di un terzo trasportato che ha diritto sempre e comunque alla tutela risarcitoria, non ha mai riscontrato le richieste di risarcimento di Studio3A per conto dei propri assistiti, non formulando alcuna offerta in spregio a tutte le norme del Codice della Assicurazioni private. Al punto che lo Studio ha anche dovuto inviare un formale reclamo all’Ivass, l’istituto di vigilanza sul settore assicurativo, anche questo mai riscontrato, e che si sta predisponendo l’inevitabile citazione in causa avanti il tribunale civile.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it