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A Fuoriteca Nicola Campagnoli sorprende e convince con la presentazione del libro “Tre mesi di vacanza (e il posto fisso)” / FOTO

A Fuoriteca Nicola Campagnoli sorprende e convince con la presentazione del libro “Tre mesi di vacanza (e il posto fisso)” / FOTO

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – Nella Sala Conferenze del Palazzo degli Anziani, nell’ambito della Rassegna “Fuoriteca”, con cui la Biblioteca del Consiglio regionale delle Marche presenta opere di autori marchigiani, il professor Nicola Campagnoli ha parlato del suo libro “Tre mesi di vacanza (e il posto fisso).

Alla presentazione erano presenti Debora Buoncompagni, funzionaria della Regione Marche; Margherita Rigillo dell’Ufficio Scolastico Regionale; il consigliere regionale Marco Ausili, in rappresentanza del Presidente del Consiglio regionale Dino Latini e la Direttrice della Biblioteca Comunale “Luciano Benincasa” di Ancona Emanuela Impiccini.

Gli intervenuti hanno ribadito come il libro abbia suscitato in loro una riflessione positiva, nella riproposizione del ruolo educativo che la scuola dovrebbe avere sempre e che spesso non sempre riesce a portare avanti.

Campagnoli ritiene che, principalmente, le ragioni di questo disagio sia da ricercarsi nel fatto che oggi il mondo della scuola tende ad osservare tante procedure, tante regole, a discapito delle relazioni tra le persone che ne fanno parte.

Il risultato di un tale stato di cose è che i giovani non si sentono considerati, i docenti spesso sognano un allievo che non esiste, anche tra loro ciascuno cura il proprio orticello: insomma ad affermarsi è la confusione.

C’è bisogno di una scuola che torni a crescere, dove nessuno debba sentirsi escluso, con gli insegnanti che tornino a fare gli educatori, con gli adulti che suscitino quella stima e quella ammirazione ormai scomparse.

Come è solito, Campagnoli è un vulcano che sollecita tutti con tante riflessioni.

In questi giorni, si parla di educazione alle relazioni da organizzare nelle scuole, ma quando noi parliamo di matematica o di Dante, non curiamo le relazioni? E nei Promessi Sposi, quando nei primi capitoli Manzoni ci parla dell’ingiustizia che colpisce Renzo e Lucia, a causa di un potente del luogo, forse non ci emozioniamo?

Poi c’è lo spazio per le domande. In genere nessuno pone domande, e l’incontro si conclude. Qui no. Ad intervenire non è un insegnante, ma un medico, probabilmente perché anche nel suo campo la Sanità, il problema delle procedure è vivo, e allora Campagnoli lo interrompe subito per dirgli di quella volta in cui ha presentato il libro con un chirurgo. Seguono altre domande. Il disagio ormai è occupato dai cellulari, dai social. E i genitori? Che cosa ci può dire, professore?

La ricchezza del dibattito sta a dimostrare quanto la questione preoccupi tutti.

D’altra parte, come ha fatto notare Ausili nel suo intervento introduttivo, il professor Campagnoli è uno che spiazza: è vero, spiazza anche sé stesso, come quando ha ammesso, nella relazione con studenti e genitori, di avere sbagliato nei suoi giudizi.

Perché il mestiere dell’insegnante – e qui Campagnoli ha veramente concluso – è davvero molto bello.

C’è da credergli.

(Le fotografie sono di Paola Marchegiani ed Elisabetta Ionna)

 

 

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