CULTURAMARCHE

Ecco perché flotte di poveri disgraziati fuggono dalla miseria e dalla fame

Ecco perché flotte di poveri disgraziati fuggono dalla miseria e dalla fame

di TIBERIO CRIVELLARO

Dai proclami di un Salvini con l’elmetto e una nera “Pen”, pare che l’Italia sia invasa, in guerra. Magari è Lampedusa, Porto Empedocle, la Sicilia a esserlo nell’attuale situazione migranti. Colpa di chi? Chiederlo a Zucchero Fornaciari.

I migranti che sbarcano come Achei nelle spiagge di Troia non sono più albanesi, ma africani, quando riescono a “evadere” dai campi di detenzione e di tortura principalmente turche, libiche e tunisine che intascano fiumi di denaro da questo Governo e dall’Europa.

I nostri governanti che fanno proclami, tra un Orban e una Le Pen, magari si leggessero le “Otto lezioni sull’Africa (E/O Edizioni) di Alain Mabanckou, noto scrittore di origini africane. E siccome non giungono a tanto lo consiglio ai lettori di buona volontà.

Magari, i ciechi politici per vari “interessi” legati agli elettori (spesso sordi e ciechi) la soluzione, nel tempo, potrebbe venire da chi il continente nero lo conosce bene.

Queste otto lezioni furono fatte pervenire nel 2018 a Macron nel’improbabile  tentativo che monsieur le President imparasse l’abc dagli effetti che derivano dalle cause.

La prima: “Lettere nere – Dalle tenebre alla luce”; la seconda: “Che cos’è la negritudine?”; terza: “Su alcuni temi della letteratura africana” (se insorge la domanda: cosa c’entra la letteratura africana con l’attuale emergenza? Si può rispondere che se viene capita la cultura di un popolo  sottostimato significa poter comprendere meglio tal popolo); quarta lezione: “Sulla letteratura africana nell’editoria francese”; la quinta: “Letteratura nazionale e demagogia politica”; sesta: “ L’Africa e “la Francia nera”; la settima: “Guerre civili e bambini-soldato in Africa nera”; ottava e ultima lezione: “Scrivere dopo il genocidio in Ruanda”.

Se ne potrebbero aggiungere altre due: “Il colonialismo sanguinario europeo e i ladrocini in Africa”; e “Come abbandonare le colonie, lasciarle ai signori della guerra, ai tecnocrati tiranni, patteggiando con loro o, nel peggiore dei casi,  colonie “occidentali” lasciate di conseguenza a Paesi quali: Cina, Russia, Stati Uniti ecc. Che succede?

Sembra suggerire l’autore: flotte e flotte di poveri disgraziati  fuggono dalla miserie e dalla fame, dal pericolo di essere torturati e uccisi  dai  regimi a casa loro. Molti tra questi in cerca di un futuro migliore. E chiedersi: per quale motivo da un secolo e mezzo, o quasi, milioni di italiani sono espatriati in altri Paesi? Ci si rammenta dei loro patimenti nelle miniere, nei campi quasi di concentramento svizzeri e tedeschi, di questi Paesi che li “accoglievano”? Un suggerimento a chi è ora al potere in Italia di leggerlo questo libro (oltre a quello violento e delitante del Generale Vannacci – libercolo di successo perché troppi italidioti hanno di questi pensieri). E di leggere in questo libro la “Lettera  aperta a Macron. Intanto questo Governo continua a praticare la “distrazione di massa” distogliendo il senso vero e reale delle cose. Si è nel tempo dell’assoggettamento ai poteri più o meno occulti, si diventa “mangimi” delle multinazionali. Intanto negli “States” vale sempre il motto: “Dio salvi l’America e gli americani”. E se si cominciassimo ad salvarci dall’incultura evitando di annegare dai pericoli descritti? Alain Mabanckou sarebbe d’accordo.

ALAIN MABANCKOU

OTTO LEZIONI SULL’AFRICA

E/O Edizioni

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