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L’associazione “Il filo che conta” festeggia i suoi primi 20 anni con una mostra sull’arte del ricamo

L’associazione “Il filo che conta” festeggia i suoi primi 20 anni con una mostra sull’arte del ricamo

 

di MASSIMO CORTESE

FERMO – Il compimento dei venti anni è un momento delicato per ogni persona perché segna il raggiungimento di un’età nella quale si compiono scelte importanti. Analogamente, nel caso dell’Associazione fermana, nata per la valorizzazione dell’Arte del Ricamo, il cui nome – non a caso – è “Il Filo che conta”, il ventesimo compleanno è un traguardo significativo che sottolinea la modernità dei valori che da sempre l’hanno ispirata.

Per questa ragione, da sabato 19 agosto a domenica 10 settembre, presso il prestigioso Palazzo dei Priori di Fermo, verrà allestita una importante Mostra, che si aprirà con una conferenza dal titolo “Tutto iniziò da un filo – Emancipazione femminile arte e cultura”. Relatrici saranno la professoressa Augusta Palombarini, nota storica e sociologa, e la Dottoressa Cristina Marrozzini, psicologa e collaboratrice dell’Associazione fermana. Interverranno anche la fondatrice de “Il Filo che conta”, l’infaticabile Presidente Maestra di Ricamo Maria Rita Faleri e Adriana Armanni, Presidente della associazione nazionale delle insegnanti di “Arti di Filo”.

Alla conferenza inaugurale si parlerà dei prodotti tessili tipici della nostra regione, come il tessuto a liccetti ed il merletto a fuselli di Offida. Con l’occasione sarà presentato lo studio sull’Ars dorica. Quest’ultima è una vicenda sorprendente, quasi dimenticata, una storia di integrazione, di malattia mentale e di riscatto sociale, tutta al femminile. Infatti, negli Anni Venti del Novecento, per iniziativa dell’illuminato Direttore del Manicomio Provinciale di Ancona, il dottor Gustavo Modena, alle sfortunate pazienti della struttura venne affidato il compito di creare una scuola di Ricamo, dal titolo ambizioso di Ars Dorica.

La scuola ebbe un certo successo, come è dimostrato dalla partecipazione alle due mostre di Ancona nel 1921 e di Fano nel 1929: poi, come tante storie straordinarie, quell’esperienza si concluse in un modo del tutto inaspettato. Nel 1936, a seguito della morte dell’amatissima moglie, la contessa Giulia Bonarelli di Castelbompiano, il direttore Modena si allontanò dal Manicomio, e nel 1938, essendo di fede ebraica, subì le leggi razziali che ne decretarono l’espulsione dalla struttura sanitaria.

Ma l’Ars Dorica rimarrà sempre nei nostri cuori: a distanza di cento anni da quell’iniziativa. Ci commuove l’idea di vedere le povere ricoverate cercare un riscatto nell’Arte del Ricamo, assistite dalle Suore Vincenziane, di cui Modena aveva una grandissima stima, come ho appreso leggendo un suo scritto conservato all’Archivio di Stato di Ancona.

Hanno collaborato con l’Associazione “Il Filo che conta” Adriana Armanni e il sottoscritto. La mostra ha il Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ancona e delle Città di Fermo e di Ancona. L’immagine della Mostra è opera dell’artista Michela Lupattelli di Perugia.

Sarà possibile visitarla nel rispetto degli orari sotto indicati: Tutti i giorni: al mattino dalle ore 10.00 alle ore 13.00; nel pomeriggio dalle ore 17.00 alle ore 20.00. Nel mese di agosto la Mostra sarà visitabile anche il giovedì sera, dalle ore 21.00 alle ore 24.00.

Appuntamento quindi con la conferenza sabato 19 agosto, alle ore 17.30, con cui si inaugurerà l’autorevole Mostra al Palazzo dei Priori di Fermo: tutti rimarremo incantati da una passione antica che non mancherà di sorprenderci e che si tramanda nel tempo.

 

 

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