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Da sabato a Palazzo Bracci Pagani le fotografie di Maurizio Tomassini / Video

Da sabato a Palazzo Bracci Pagani le fotografie di Maurizio Tomassini / Video

FANO – “Storia per immagini della Fano degli anni ‘70”. E’ questo il titolo della mostra fotografica, a cura di Enzo Carli, che da sabato 10 dicembre al 10 gennaio, si terrà a Palazzo Bracci Pagani di Fano.

In mostra le foto realizzate da Maurizio Tomassini. La rassegna resterà aperta tutti i giorni (escluso il lunedì), ad ingresso libero, dalle ore 17.30 alle ore 19.30

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di ENZO CARLI*

“Osservai la bambina e finalmente ritrovai mia madre. La luminosità del suo viso, la posizione ingenua delle sue mani … tutto ciò aveva trasformato la posa fotografica in quel paradosso insostenibile che lei aveva sostenuto per tutta la vita: l’affermazione di una dolcezza” (Roland Barthes  da: “La camera chiara”)

Cristalli  di buona memoria

La fotografia con le sue opportunità può rappresentare una scelta aperta nel campo teoricamente infinito del fotografabile; Maurizio Tomassini  si era  ritagliata  un’area precisa per la propria pratica con reportage sulla sua Fano nel 1970 e di cogliere le trame e i rapporti tra i differenti atteggiamenti  della vita sociale con un rapporto tra fotografia e i suoi dintorni profondo e necessitato. che hanno privilegiato lo spazio- il tempo esistenziale, l’immaginario privato e collettivo

Maurizio Tomassini , Toto per gli amici, è un uomo avvezzo ai ricordi così come fiutano le sue immagini di questa articolata e curiosa indagine sulla suo mondo-paese, la Fano del 1970 con uno sguardo carezzevole ma a tutto campo, dal mare al porto, dal cantiere al mercato, dal gioco dei ragazzi alla sassonia, dai ciavarei ai carrettieri e ai personaggi caratteristici nella loro avventura quotidiana tra pubblico e privato.  Rivediamo Fano di allora; i ragazzi  che in un angolo della via organizzano la loro rivendita di giornalini e giocattoli usati, le biciclette appoggiate che ritroviamo nei giochi aperti a Sassonia, i loro giochi al mare nella tensione del movimento, le corse, il falò; i ciavarei, figure lontane perse nel tempo, quando a riva si raccoglieva  la legna portata dal mare; l’alba sul carrettiere o la raccolta del materiale abbandonato sotto un ammiccante cartellone pubblicitario; il cantiere  navale  con lo scheletro dell’imbarcazione da terminare, l’arrivo dei pescatori, una panoramica sul porto, gli alberi delle barche come croci che si intrecciano con un cielo in trasparenza; la memoria dei personaggi, la grillona che vende lumachine di mare, l’uomo e il cane, le mani sulle pannocchie, il vecchio lupo di mare.. quante piccole storie e quanta poesia del quotidiano, quanta dolcezza  sulla memoria della nostra civilizzazione.

Maurizio Tomassini  decide la scena e la progetta in modo che le suo racconto per immagini fuoriesca dalle storie del quotidiano   per collocarsi uno spazio tempo magicamente sospeso quello quella dimensione del ricordo. La passione di Maurizio lo porta ad interagire con il soggetto rappresentato come scultura del tempo, come accostamento nello sorprendente incanto dello scatto, nel rinvenimento della memoria in cui Maurizio rielabora il proprio vissuto, come condotta auto-rivelativa volta a raccontare sé e le proprie esperienze, modelli comportamentali e simboli generazionali fino alla contemplazione del soggetto rappresentato.

Le immagini- di Fano universale- provocano un’emozione completamente svincolata dal relais raziocinante e grazie al valore aggiunto del ricordo, consentono alla percezione visiva di innescare l’emozione.

Maurizio Tomassini, da buon sociologo, nelle sue fotografie individua una molteplicità di significati, simboli e allegorie, che traspongono la visione in  una  varietà di universi traslati dove la  consistenza culturale e strutturale delle immagini determina una complessa integrazione tra  modelli stilistici e lessicali.

Sono paesaggi storie da sbloccare, personaggi da recuperare, serie di azioni da mettere in un ordine preciso ma anche peripezie testuali, un viaggio a ritroso nella nei cristalli della memoria, nelle tensioni giovanili, riprese di  inventari, dei quali  Toto conserva forme e sensazioni , come specchio della sua stessa esistenza, come affrancamento di una realtà segnata dalla memoria e dal ricordo, nelle sue rughe, nei suoi spiragli, nella materia e nelle sue propensioni, nell’affrancamento della forma, nello scorrere delle stagioni, nella gioia della conoscenza. Immagini come autoanalisi, come specchio della sua stessa esistenza che evocando momenti e situazioni lontane,  suscitano l’illusione di vincere il potere del tempo. La fotografia come rievocazione di interessi che spaziano come contraddizioni, come scelta morale e culturale come gioia della creazione e della conoscenza.

La fotografia è  uno strumento eccellente per indagare, conoscere, narrare, evocare, liberare idee. Un self media coevo, intrigante, brillante, dinamico, energico. Siamo psicologicamente sfiniti dalla vastità della produzione di immagini; dai  dibattiti inconsistenti , inconcludenti; dagli stereotipi visivi che incanalano la fantasia e, più in generale dalla pochezza del continuo bombardamento multimediale. Maurizio Tomassini per ripristinare l’originale autonomia della memoria e del ricordo, ho operato una scelta nella immensa corrente di immagini, sulla via dei sentimenti.

Appartengono alla ns generazione l’intimismo sociale, il reale immaginario, la realtà come  sconosciuta visone interiore; Maurizio Tomassini è attratto dalle immagini che gli riscattano il ricordo e gli permettono  di rivedere la conoscenza dell’apparato immaginifico nelle continue emozioni della poesia della vita. Le forme espressive del post moderno, il potere dell’elettronica digitale impongono scelte che prevedono  l’adozione di codici specialistici per una  fotografia di inedite certezze. Il flusso traumatico del tempo  è sempre più connotato da almeno  due elementi; passato e presente come estremi di una medesima fascia oltre che  da una miriade di culture  che si sovrappongono di continuo.

Maurizio Tomassini recupera le emozioni del suo tempo, il sentimento del  passato e del presente, stati d’animo tra stupefazione, incanto e brividi evocativi. Tra microcosmo emozionale e antropologia culturale, nella saga dei sentimenti , le immagini parlano di   passioni; della vita, delle donne e degli uomini, dell’amore, della natura come pattern eroico; dei sogni e degli “avventurosi”   viaggi tra realtà e immaginario, come introspezione tra dimensione magica, memoria e  rituale collettivo. Immagini della sua Fano del 70 che oltre che ad emozionarci ci fanno riflettere su una visione fantastica  per  il viaggio che Maurizio Tomassini ha intrapreso nella sua storia, nei  meandri a volte dimenticati dei suoi territori interiori, piccoli reticoli di spazio come farfalle sospese, cristalli di buona memoria.

*Amico e collega di Maurizio Tomassini

QUI SOTTO un video:

Maurizio Tomassini, Universi Traslati

 

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