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Rifondazione: “Il mancato rinnovo di “quota cento” apre la porta ad un altro attacco alle pensioni e ai diritti dei lavoratori”

Rifondazione: “Il mancato rinnovo di “quota cento” apre la porta ad un altro attacco alle pensioni e ai diritti dei lavoratori”

ANCONA – Dal Partito della Rifondazione Comunista riceviamo: “L’annuncio, non certo sorprendente, del presidente del Consiglio Conte che non sarà prorogata “quota cento”  ( la formula che consente con 62 anni di età  di poter andare in pensione con 38 anni di contributi) racconta , preoccupando, che il famoso RecoveryFound   oltre alle mirabilie che ogni giorno ci raccontano sulle “cose “ che ci permetterà di fare ( strade, ferrovie, riduzione delle tasse, muovi ospedali, nuove scuole, agricoltura biologica, digitalizzazione, banda larga, due festival di Sanremo, tre domeniche per settimana, e chi ha più fantasia continuì), nasconde, per i lavoratori pacchetti interi delle famigerate riforme, e ovviamente quella della pensioni sarà la prima.

“Certo  “quota cento”, dopo la famigerata Fornero , i cui effetti sono tutt’ ora in vigore, non era la panacea, ma permetteva a qualche migliaia di lavoratori una via d’uscita. Ora, questo annuncio, senza altre precisazioni  suona sinistro  e foriero di nuove restrizioni e vincoli e, temiamo, anche di calcoli e ricalcoli che penalizzeranno il valore della pensione.

“Tutto questo mentre cresce a dismisura la disoccupazione, calano i salari , aumenta il costo della vita. Occorre una mobilitazione subito e una piattaforma chiara a cominciare dalla cancellazione della Fornero e l’abbassamento dell’ età per la pensione ma pure la richiesta di una patrimoniale sulle grandi ricchezze , che per altro in questi mesi di pandemia sono ulteriormente cresciute anche alle tante forme di speculazione sulla crisi ( basti l’uso truffaldino della cassa integrazione da parte di tante imprese).

“Come Rifondazione Comunista continueremo il nostro impegno perché queste mobilitazioni nascano e si rafforzino , proprio per questo chiediamo ai Sindacati tutti, alle loro componenti più coerenti, ai delegati di fabbrica alle reti sociali di costruire insieme queste iniziative, perché il silenzio di queste ore sarebbe il via libera ad un altro massacro sociale e insieme carburante nel serbatoio di una destra oramai in camicia nera che , come abbiamo visto nella nostra Regione non si arresta certo con i pelosi e inutili appelli al “voto utile”.

 

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