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In crisi finanziaria la cooperativa che gestisce la casa di riposo di Mondolfo

In crisi finanziaria la cooperativa che gestisce la casa di riposo di Mondolfo

L’annuncio della Cooss Marche non può essere considerato un fulmine a ciel sereno. Ora chiede aiuto a Regione e Comune

di DANIELE CECCARELLI*

MONDOLFO – Lo stato di crisi finanziaria annunciato dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa onlus COOSS Marche non é proprio “un fulmine a ciel sereno”.
Con la diminuzione degli ospiti e delle rette mensili da riscuotere, nelle case di riposo, dovuta a cause naturali oppure al coronavirus sono i tutti i centri residenziali a trovarsi in difficoltà perché i posti-letto liberi non sono occupati.
L’affanno finanziario della COOSS Marche si è notato quando nei mesi finali dello scorso anno ha contrattato con le amministrazioni locali l’aumento delle rette. A Mondolfo, nel centro residenziale per anziani “Nella Carradorini” sono aumentate del 2% dal 1° gennaio 2020.
Il “gigantismo” cooperativistico è più soggetto al rischio di impresa e quando si generalizza può portare allo stato di crisi.
Anche per le scelte della cooperativa di trasformarsi, in certi casi, da “appaltante” a “concessionario” con l’aggravio, nel secondo caso, di corrispondere all’ente locale un canone annuo di concessione, per il Comune di Mondolfo corrisponde ad € 134.000 all’anno che non è per niente poco.
Le perdite previste sono di circa 12.000.000 d’euro su un bilancio sociale di circa 60.000.000 d’euro.
Il 20%, una batosta notevole.
Ma oltre alle conseguenze delle scelte societarie della COOSS, che non sono dovute solo al destino ingrato, bisogna pur rimarcare che da troppi anni il contributo regionale per la parte socio-sanitaria è rimasto invariato: 33 euro al giorno, più l’adeguamento ISTAT di pochi centesimi, per i posti-letto convenzionati in residenza protetta per “i non autosufficienti non gravi”.
Quando in buona maggioranza dei casi gli ospiti sono “non autosufficienti gravi”, per i quali il contributo regionale è superiore.
Le Aree Vaste-Distretti Sanitari che hanno il compito di vigilare in particolare sui posti letto convenzionati con il servizio sanitario regionale hanno fatto poco per adeguare le realtà contributive dell’assistenza socio-sanitaria.
Ma anche quei Comuni che hanno scelto di “fare cassa” con gli anziani cedendo il servizio di assistenza ad un concessionario dietro pagamento di un canone, come il comune di Mondolfo, non sono esenti da responsabilità politiche.
Un mix micidiale che il coronavirus ha solo anticipato.
Il dramma, per il Comune di Mondolfo, è che non si può chiedere aiuto nemmeno al secondo classificato della gara, anno 2015, per la concessione del servizio di gestione del centro residenziale per Anziani “Nella Carradorini” di Mondolfo, perché non c’è. Partecipò difatti solo la COOSS Marche scegliendo di diventare un concessionario ben sapendo che questo ruolo comporta il rischio di impresa.
Ora la cooperativa chiede aiuto alla Regione, ai Comuni, per salvaguardare i servizi ed i lavoratori.
Ci poteva pensare anche prima.
Come al solito in Italia si cerca di scaricare sul contribuente le perdite.
È evidente che con il coronavirus bisogna rivedere tutto il sistema di assistenza agli anziani, non si può certo ricominciare come se nulla fosse, facendo doppio torto alle vittime.
Il Comune di Mondolfo per l’immediato potrebbe dilazionare la riscossione del canone di concessione che paga la COOSS e cambiare da subito l’ottica politica di “far cassa” sugli anziani.
Sperando che i “Signori del Palazzo” si siano accorti di cosa è successo nel mondo.
O sono troppo distratti politicamente a “realizzare” opere che garantiscono solo i già garantiti?

*Vice presidente del Comitato per la salute pubblica – Mondolfo

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