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Paolo Landi: “L’arretramento della ferrovia adriatica adesso non rappresenta più una scelta adeguata”

Paolo Landi: “L’arretramento della ferrovia adriatica adesso non rappresenta più una scelta adeguata”

di PAOLO LANDI*

SENIGALLIA – Dopo  tanti anni  di silenzio è bastata l’esternazione del ministro dei beni  e attività culturali e del turismo Dario Franceschini per risvegliare la tematica sopita dell’arretramento della linea ferroviaria su tutta la fascia adriatica con un nutrito seguito di fautori della proposta.

Non nascondo di essere stato io stesso in passato un assertore di questa ipotesi immaginando,  per Senigallia, uno dei comuni più penalizzati, un tracciato alternativo poi  occluso dalle nuove urbanizzazioni.

Oggi con i lavori già avviati da R.F.I.  per aumentare la  capacità di esercizio e l’adeguamento della velocità a 200 km. orari sul tracciato attuale non ha più senso sostenere la proposta del  ministro più simile a una boutade d’imbonimento dettata dall’improvvisazione, immaginando per di più il recupero della sede attuale come incredibile pista ciclabile d’Europa, senza considerare che è già in corso la realizzazione della ciclovia adriatica su un tracciato diverso  e da tempo individuato.

Non pagherebbe nemmeno pensare a  tracciati paralleli e distanziati con la nuova linea per l’alta velocità e la seconda che si sostituisce all’attuale come metropolitana di superficie perché il sistema andrebbe a peggiorare i  tempi delle attuali percorrenze come si evince dal seguente esempio chiarificatore.

Immaginiamo uno spostamento su ferro da Senigallia per Ancona, ammesso possibile sulla linea dell’alta velocità, non sarebbe conveniente raggiungere una stazione decentrata, magari a Vallone se non oltre, e optando per la metropolitana, a causa dell’alto numero delle frequenze e delle fermate, avremmo tempi di percorrenza  più lunghi degli attuali e tutto questo  ai costi proibitivi necessari per realizzare una linea interna performante con adeguate pendenze e raggi di curvatura che per l’orografia del terreno andrebbe postata con una successione pressoché ininterrotta di viadotti e gallerie.

Un riassetto ferroviario corretto e funzionale non dovrebbe invece prescindere da uno stretto affiancamento alla linea attuale con una nuova linea metropolitana capillare che trova corrispondenza di fermata ad ogni stazione della linea principale ottimizzando così gli spostamenti  sullo stesso percorso con più scelte combinate modulate sulle diverse opzioni e esigenze in funzione  delle fermate, delle frequenze, della velocità di esercizio e del tempo di percorrenza, catturando anche parte del traffico parallelo che corre su gomma con grande vantaggio per l’ambiente.

Sparate come quella del ministro purtroppo non fanno che confermare l’assenza di una visione strategica e una cronica incapacità di programmazione presenti anche a livello regionale dove a fronte di una potenzialità straordinaria non esiste lo straccio di un’idea. Per chi volesse approfondire questo argomento può consultare un mio articolo pubblicato online nel 2016 relativo alla mobilità per la piattaforma logistica rintracciabile sui motori di ricerca cliccando il titolo “DAL BY PASS API L’OCCASIONE….”pubblicato  quando ancora si credeva alla famigerata uscita ad ovest per il porto di Ancona fortunatamente cassata definitivamente dall’allora ministro Delrio.

*Ingegnere

 

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