AREA MISACULTURA

L’affresco della Madonna del Piano di Serra de’ Conti una testimonianza di devozione religiosa che va restituita al culto e alla memoria collettiva

L’affresco della Madonna del Piano di Serra de’ Conti una testimonianza di devozione religiosa che va restituita al culto e alla memoria collettiva

di VIRGINIO VILLANI*

SERRA DE’ CONTI – Grazie a fondi dello Stato e all’impegno della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche l’edificio della chiesa della Madonna del Piano di Serra de’ Conti sarà sottratta ad un destino di decadimento che sembrava ineluttabile per essere restaurata ed adibita a contenitore di attività culturali, per il momento non meglio definite.

E’ questa la conclusione auspicata di un percorso lungo e travagliato, fin da quando alla fine degli anni ’60 per motivi di sicurezza la chiesa veniva chiusa al culto e venduta ad un privato, che la adibiva a deposito, mentre le funzioni religiose venivano trasferite in un nuovo edificio, sicuramente più funzionale, ma architettonicamente molto più modesto.

Con questa scelta, allora non da tutti condivisa, venivano spezzati un po’ frettolosamente i legami affettivi e devozionali che da secoli univano la comunità ad un luogo di culto particolarmente identitario per una contrada rurale e dalla forte connotazione religiosa, come dimostra il fatto che fosse non casualmente dedicato alla Madonna delle Grazie.

A testimoniare questi antichi legami restava nella vecchia chiesa una preziosa testimonianza iconografica, che non poteva allora essere trasferita e il cui significato storico e devozionale è stato forse a lungo sottovalutato. Si tratta di un affresco conservato in una nicchia dell’altare maggiore, deteriorato dal tempo e malamente ritoccato, ma ancora ben leggibile. Dovrebbe risalire al ‘500 e raffigura la Vergine con il Bambino affiancata dai santi protettori del paese, San Fortunato e il Beato Gherardo. E’ un’opera minore e presenta un modesto valore artistico, ma il soggetto riveste un grande significato simbolico e devozionale per la comunità, per le immagini che riproduce.

Più di due anni fa questa Associazione insieme ad un comitato locale sollecitava l’Amministrazione Comunale a restaurare l’affresco e trasferirlo mediante distacco nella nuova chiesa, restituendo l’immagine al culto e alla fruizione dei fedeli, l’unico modo per valorizzare e attualizzare l’opera e ripristinare il collegamento ideale fra il passato e il presente. Così l’opera, per il suo valore eminentemente devozionale, poteva essere messa a disposizione della collettività e restituita al culto.

L’Amministrazione condivideva il suggerimento e si attivava per condurre in porto l’operazione, mettendo anche a disposizione le risorse necessarie. Ma ad un certo punto il progetto veniva sospeso per l’intervento della Soprintendenza, che intendeva assumersi l’onere e la responsabilità dell’operazione, inserendolo infine nel progetto complessivo di restauro dell’immobile.

Il nuovo progetto della Soprintendenza prevede in effetti il restauro e la conservazione dell’affresco, senza però il distacco: una soluzione metodologicamente senz’altro corretta, ma che rischia di lasciare l’opera in uno spazio non fruibile dalla collettività e quindi sottratta alle finalità e alla comunità per le quali era stata concepita. Qualunque sarà la destinazione d’uso dell’edificio, al momento non facilmente individuabile, l’affresco resterà marginalizzato e sottratto alla funzione pubblica e devozionale per il quale è stato realizzato.

Per cui questa Associazione invita le Istituzioni e soprattutto la Soprintendenza ad una attenta riflessione sull’opportunità di restituire l’opera alla fruizione della comunità e quindi del suo trasferimento nei modi opportuni alla nuova chiesa della frazione.

*Presidente Italia Nostra – Sezione di Senigallia

 

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