AREA ESINOPOLITICA

Giuliano Brandoni (Rifondazione) chiede a Moreno Bartolucci presidente dell’Associazione Chiaravalle Domani di affrontare insieme il problema del disagio giovanile

Giuliano Brandoni (Rifondazione) chiede a Moreno Bartolucci presidente dell’Associazione Chiaravalle Domani di affrontare insieme il problema del disagio giovanile

CHIARAVALLE – Sul problema del disagio che vivono i giovani, da Giuliano Brandoni, iscritto a Rifondazione Comunista, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata a Moreno Bartolucci, presidente dell’Associazione Chiaravalle Domani.

“Caro Moreno,
purtroppo a Chiaravalle, come altrove del resto, i giovani vivono lo smarrimento non solo della loro difficile età ma anche del tempo nostro fatto d’incertezza grande e di dubbio futuro, di sfarinamento dei valori, di rabbia e crisi dell’identità.

“Soprattutto sono gli adolescenti a subire questo travaglio, l’età tra la fine dell’infanzia e la gioventù matura (dai tredici ai vent’anni, per capirci) è quella che incontra le maggiori difficoltà: la scuola che diventa più impegnativa, la pubertà, l’attività sportiva che sceglie e seleziona, e che possono tutte insieme diventare asperità che meriterebbero di essere accompagnate dalla comunità nel suo insieme (istituzioni, associazioni, reti culturali) con spirito di cura e volontà d’ascolto.

“Su questo abbiamo “polemizzato“ nelle settimane scorse, motivati da un’ azione sciocca (l’eliminazione di alcune panchine che ospitavano i pomeriggi di ragazze e ragazzi troppo vivaci e poco educati). In una nota a tua firma hai accusato il mio partito di aver “innescato una macchina del fango” solo per aver segnalato un problema, che non era certo l’eliminazione delle panchine ma il diffuso disagio giovanile, sotto gli occhi di tutti.

“Ci hai ricordato le iniziative, lodevoli senza dubbio ma forse meritevoli anche di riflessione critica, dell’amministrazione comunale, hai lamentato i limiti e le diserzioni delle famiglie “non sempre capaci di adempiere ai propri doveri”. Ovvietà e luoghi comuni, caro Moreno. Ci mancherebbe che un’amministrazione pubblica fosse completamente insensibile ai giovani e, quando si parla di famiglia, in forma così generica, si dimentica che ci sono famiglie che possono permettersi per i loro figli perfino le “summer school “ (le vacanze studio d’elitè) e quelle, tante, che hanno da combattere con il fine mese, con il lavoro precario ed è certo che questi “dettagli“ fanno spesso la differenza, come è sicuro che l’azione pubblica dovrebbe impegnarsi a colmarla.

“Credo che più delle polemiche occorra la consapevolezza. Riconoscere il disagio giovanile, le forme in cui si manifesta, la necessità di un ascolto, il dovere di un’attenzione accurata è il primo, indispensabile passo.

“Con questo spirito il mio partito, Rifondazione Comunista, aveva invitato l’associazione politica di cui sei segretario, ad un confronto pubblico, che testimoniasse l’interesse di tutti a questo tema che, certo, non ha strade facili, soluzioni predeterminate, scorciatoie ma che può, anche per questa via mobilitare impegni,  incontrare proposte, capire meglio. Ad oggi, però, nessuno ha risposto. Quello che non riescono a fare le organizzazioni collettive  magari possono farlo le persone singole, è per questo che, in una forma forse inusuale, la lettera aperta, ti invito a questo confronto, sono certo che insieme troveremo i modi, i tempi e il luogo per renderlo possibile e proficuo”.

 

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