AREA CESANOL'INTERVENTOPOLITICA

Fabbri (M5S) accusa: “I partiti di maggioranza della Regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano”

Fabbri (M5S) accusa: “I partiti di maggioranza della Regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano”

di PIERGIORGIO FABBRI*

ANCON – I partiti di maggioranza di questa regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano

E’ una vergogna che un tratto di ferrovia così importante sia chiuso perché un torrentello, esondando, ha dilavato il sedime per una ventina di metri; con alcune decine di migliaia di euro sarebbe possibile riparare il danno e riattivare la circolazione, sospesa da oltre tre anni. Ma la maggioranza che governa questa regione è contraria.

“Infatti con azioni confuse e contradditorie, chiede da un lato, per bocca del consigliere Boris Rapa, residente sulla costa, la riconversione a pista ciclabile, dimenticandosi dall’altro, che quasi due anni e mezzo fa aveva approvato una mozione per la riattivazione o (speriamo proprio di no) il declassamento a ferrovia turistica.

“Il testo della mozione approvata era infatti debole e sibillino, si rimetteva supinamente alle decisioni di Ferrovie circa la riapertura, e chiedeva ai parlamentari marchigiani di adoperarsi per il declassamento a tratta turistica. Viceversa, in quella burrascosa discussione in aula, era stata bocciata la mia mozione che chiedeva, in maniera cristallina, la riapertura immediata al trasporto pubblico: evidentemente le manovre per realizzare la pista ciclabile sul sedime ferroviario erano già iniziate.

“Come espresso dal sindaco di Fabriano e dall’ex sindaco di Pergola, quel tratto va riaperto al più presto alla circolazione come servizio pubblico, a mio avviso rendendolo alternativo al servizio parallelo su gomma. Va assolutamente evitato, invece, di aprire un inappropriato capitolo circa uno studio di fattibilità per valutare se declassare ai soli fini turistici la tratta, come scelleratamente ipotizzato dall’assessore Casini oggi in consiglio regionale, o addirittura valutare se trasformarla in pista ciclabile. Analogamente a quanto sostenuto per la ferrovia Fano-Urbino, questa realmente dismessa da un trentennio, le piste ciclabili devono snodarsi lungo le vallate, toccando luoghi caratteristici dal punto di vista naturalistico o ricreativo, senza interferire con il sedime ferroviario, cercando di massimizzare l’indotto dei luoghi che attraversano.

“Ciclabili e ferrovie non devono essere alternative, ma complementari e sinergiche, le prime da utilizzare per brevi spostamenti e ad uso ricreativo, le seconde per trasporto pubblico, ritagliando in modo subordinato, ove ci siano le condizioni, anche aspetti turistici, ma rispettando la vocazione di mobilità ecosostenibile per le quali sono state progettate e realizzate, in maniera lungimirante un secolo fa.

*Consigliere regionale M5S Marche

 

 

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it