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Tanti visitatori a Fano per la mostra dedicata alle specie esotiche invasive curata dal biologo Cristian Gori

Tanti visitatori a Fano per la mostra dedicata alle specie esotiche invasive curata dal biologo Cristian Gori

FANO – Si è tenuta presso la sede dell’Associazione Naturalistica Argonauta di Fano una mostra dedicata alle specie esotiche invasive, presenti in Italia e nel resto del mondo, a cura del biologo Cristian Gori.

Le specie esotiche invasive sono considerate tra le principali cause di perdita di biodiversità al mondo, dopo l’inquinamento e la perdita degli habitat. Per questo sono un problema gravissimo per la conservazione delle specie animali e vegetali, un problema purtroppo ancora poco percepito.

Quando una specie esotica viene introdotta per opera dell’uomo in un habitat in cui non è naturalmente presente e riesce ad adattarsi, viene considerata come invasiva e quindi dannosa all’ecosistema che la sta ospitando.

Alcune di queste specie esotiche invasive sono normate dal regolamento europeo 1143/2014. Tale regolamento prevede una lista di specie animali e vegetali, in continuo aggiornamento. Attualmente sono presenti 66 specie e solo l’anno scorso ne erano presenti 49.

Per questi organismi, in accordo con tale regolamento, devono essere previsti in tutta Europa piani di contenimento o eradicazione. Questi piani in Italia sono approvati dalle regioni e proprio questo anno, nella regione Marche, è stato approvato un piano di eradicazione della nutria entro il  2024 su tutto il territorio regionale.

Nella mostra è stato possibile vedere sia esemplari vivi che conservati. Erano presenti due esemplari di testuggine palutre americana Trachemys scripta, la classica tartarughina che si vendeva fino qualche anno fa nelle fiere e nei negozi di animali di cui è stata vietata la vendita di recente, a causa dei continui rilasci irresponsabili da parte di chi non riusciva più a gestirle una volta acquistate.

Era presente un cranio di Nutria Myocastor coypus, un animale introdotto nell’allevamento italiano negli anni 30 e 40 del secolo scorso per ricavare la pelliccia, comunemente nota come “castorino”. A causa del mercato poco favorevole, gli animali vennero rilasciati in natura e riuscirono ad ambientarsi ai nostri ambienti, poveri di predatori per animali di questo tipo.

Si è parlato del gambero della Louisiana Procambarus clarkii, un gambero introdotto in Italia nel 1989 per la sua carne, riuscì da subito ad ambientarsi e ad aumentare senza controllo. A Fano proprio l’anno scorso è stato registrato un notevole incremento di gamberi della Louisiana, rispetto al passato.

Erano presenti anche delle specie che causano danni in altre zone del mondo, come il rospo delle canne Rhinella marina, un rospo originario del centro america introdotto in Australia per contenere gli insetti dannosi delle piantagioni di canna da zucchero. Il rospo riuscì ad ambientarsi e ad avere un bassissimo numero di predatori per via delle tossine presenti nelle ghiandole della pelle.

Un altro animali presente era il pitone birmano Python bivittatus, un serpente del sud est asiatico introdotto in America come animale da terrario. A causa delle fughe e dei rilasci intenzionali da parte dei proprietari, si ambientarono perfettamente al nuovo clima diventando una nuova minaccia per la tutela della biodiversità.

Secondo gli organizzatori, si sono registrate mille presenze, durante le tre giornate.

Per i prossimi mesi è in programma sempre nella sede dell’associazione naturalistica Argonauta una mostra dedicata ai fossili e all’evoluzione della nostra specie, Homo sapiens.

 

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