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La Trattoria La Vittoria di Ostra verso il riconoscimento di locale storico

La Trattoria La Vittoria di Ostra verso il riconoscimento di locale storico

di GIANCARLO BARCHIESI

OSTRA – La Trattoria La Vittoria, sita all’interno della cerchia muraria di Ostra, è un punto fermo per tutti coloro che amano il gusto e la semplicità dei piatti tipici locali a base di carne, ma anche di pesce. Le ricette della tradizione sono il fiore all’occhiello, sapori decisi e intensi che appagano il palato.

Le tagliatelle al ragù, i gustosi vincisgrassi rossi e bianchi e i maccheroncini alla boscaiola sono solo alcuni di primi piatti proposti da Sandrino Monnati che, dal 1982, fedele a una tradizione locale-contadina offre ai suoi clienti. I secondi sono solitamente di carne con l’arrosto misto e contorni di patate ed insalate, poi il venerdì i fritti di pesce e lo stoccafisso che è un’autentica specialità. In sintesi, una cucina semplice, priva di eccessi di lavorazione con il solo fine di deliziare il palato di chi conosce la tradizione e non si piega alle mode.

Un vero vademecum del “mangiare come un tempo”, perché qui la ristorazione si svolge da sempre con il semplice ruolo della valorizzazione dei prodotti del territorio. Per questo motivo Sandrino può essere considerato un ambasciatore della sapienza culinaria di Ostra e del buon gusto.

La trattoria La Vittoria non è nata, però, con Sandrino Monnati: ha una storia molto più antica che risale ai primi del Novecento e sino al 1976 è stata gestita dalla famiglia Massi. I documenti di archivio ci raccontano che tra il 1894 e il 1896 Luigi Massi (26/04/1869 – 16/04/1955) intraprese l’attività di Oste e che nei lustri successivi allargò la sua attività con un industria di acque gassate e albergo. Nell’attività coinvolse anche la sua famiglia e uno dei suoi fratelli Settimio (30/08/1881 -1956) nel 1905 risulta anche lui Oste.

Proprio in quell’anno Settimo si sposò con Giuseppa Tosti di Scapezzano di Senigallia e probabilmente si mise in proprio ed aprì la sua prima Osteria lungo l’attuale via Gramsci all’ingresso di porta del Mercato. Nel 1911 l’attività di Luigi è quella di albergatore e fabbricante di acque gassate e risulta ben divisa da quella di Settimio che è detto trattore e cioè gestore di trattoria.

Da qui la storia della Trattoria La Vittoria, nome che prenderà solo in seguito in analogia con il Teatro Comunale La Vittoria. Nel frattempo Settimio acquistò parte degli attuali locali di via Gramsci 28 e vi trasferì sia l’osteria con cucina sia l’abitazione.

Un decennio più tardi nel 1922 ingrandì l’immobile, acquistando una nuova porzione di fabbricato, per aprirvi anche una locanda che risulta attiva negli elenchi del 1933.

Dopo il secondo conflitto bellico 1940/44 Umberto Massi (02/02/1922 –  02/02/1976), uno dei figli di Settimio, subentrò nell’ attività e sarà lui con la moglie Onorina, detta Fosca, Monticelli a gestire il locale sino al 1976, anno in cui poco più che cinquantenne morì. La sua cucina apprezzata con piatti particolari come la famosa trippa, il porcelletto, la cacciagione e lo stoccafisso ecc. è stata per decenni al centro della vita del paese e non vi è stato avvenimento pubblico o privato: matrimoni, cresime e comunioni che non sia passato nella Trattoria La Vittoria o più semplicemente da Massi.

Al riguardo riportiamo una strofetta tanto cara agli ostrensi, frequentatori di osterie: Vô su piano piano / vô a bé su da Driano / fô altri du’ passi / e vô a bé là da Massi / vô verso fòri de porta/ vô a bé là da Carlotta / vô per la via de Jes i/ e vô a bé là da Frattesi.

Il tassello della storia della trattoria, che congiunge Fosca e Umberto Massi all’attuale gestore Sandrino Monnati, è quello riguardante la gestione di Adoraldo Rossini che, dismessa la locanda, dal 1976 al 1982 ha gestito la trattoria con piatti tipici locali. Adoraldo dopo l’esperienza di ristoratore ha continuato e aperto un negozio di Pasta Fresca e, poco prima del pensionamento, ha voluto regalare a tutti i suoi affezionati clienti le sue ricette racchiudendole in un elegante volume dal titolo “In pasta. Primi piatti secondo la tradizione Ostrana”, 2008.

 

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