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Pietro Gili: “E’ sempre più pericoloso percorrere la strada provinciale della Val Cesano”

Pietro Gili: “E’ sempre più pericoloso percorrere la strada provinciale della Val Cesano”

di PIETRO GILI
MAROTTA – La Strada provinciale 424 della Val Cesano ha inizio con l’innesto dalla Statale 16 Adriatica, nel centro abitato di Marotta, e termina con l’innesto sulla Strada provinciale 3 Flaminia, nel centro abitato di Cagli.
L’intera strada, di oltre 55 km, percorre numerosi centri abitati fonti di pericolo e con forti limitazioni di velocità quali: Marotta di Mondolfo – Centocroci di Mondolfo – Ponte Rio di Mondolfo – Ponte Rio di Trecastelli – Castelvecchio di Monte Porzio – Monte Porzio – San Filippo sul Cesano di Mondavio – San Michele al Fiume di Mondavio – San Lorenzo in Campo – San Vito sul Cesano – Pergola – San Savino di Frontone – Cagli.
Il percorso risulta ad unica carreggiata con una corsia per ogni senso di marcia, con numerose curve, controcurve e rotatorie e si presenta in condizioni non sufficienti con manto stradale datato, con cedimenti e movimenti franosi, buche e lesioni longitudinali e trasversali.
Non si può avere progresso e lavoro nelle aree interne della provincia di Pesaro Urbino, ora pressoché abbandonate, private di servizi e decenti attività economiche per lo sviluppo del territorio. Madri, nonne e zie non dovranno continuare a piangere per l’allontanamento forzato di figli e nipoti all’estero alla ricerca di un diritto negato in Italia.
Allo stato, risulta indispensabile il tempestivo intervento della Regione Marche per realizzare modifiche straordinarie a un percorso non uguale, ma molto simile, a quello utilizzato nel tempo da bighe, calessi, muli e cavalli.
Non dimentichiamo il percorso di guerra rappresentato dalla Strada provinciale 40 “Barbanti” di norma utilizzata da pazienti e loro familiari residenti in alta e media Val Cesano per esigenze sanitarie, utile per raggiungere Fossombrone, Urbino e il Montefeltro. Al peggio non c’è mai fine.

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