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Le anime di un quadro, bianco e nero a rovescio: a Jesi la mostra di Andrea Crostelli

Le anime di un quadro, bianco e nero a rovescio: a Jesi la mostra di Andrea Crostelli

JESI – Il bianco e il nero rappresentano gli estremi massimi del movimento della dinamicità dello spirito. E pittoricamente tra questi due estremi, che in quanto tali sono da considerarsi fissi, v’è un’innumerevole serie di sfumature e colori che raffigurano tutto ciò che riguarda la storia di uno spirito. Questa storia, come ogni nostra storia, è composta da volti e oggetti che emergono secondo le leggi dell’inconscio, a rovescio: cose che sembrano passate sono quel presente che governa l’esistenza.
La mostra che Andrea Crostelli presenterà al Palazzo dei Convegni di Jesi dal 9 al 15 aprile 2019 (orari:10.00/13.00 15.00/20.00) avrà per titolo: LE ANIME DI UN QUADRO bianco e nero a rovescio. Per una traccia che racconti le vicissitudini di questa esposizione partiamo dalla descrizione pratica della procedura della realizzazione dei dipinti. Quindi dall’evidenza, non dall’essenza. Dalla sequenzialità dei gesti e non da chi/cosa li ha mossi, li ha spinti ad articolarsi.
Se l’ESSERE deve pur avere una casa dove abitare, da come la sceglie, da come la costruisce e vi si muove dentro, da cosa vi porta e in che modo lo colloca possiamo intuire quale funzione questa assuma per lui; e, per ultimo, intuire da quello “stare”, da quell’abitare chi lo abita. Eccoci traghettati dal vissuto di uno spazio esteriore al vissuto dello spazio interiore. Facciamo conto anche di trovarci sulla scena di un crimine, la prassi delle indagini vuole che ogni elemento prima di essere rimosso e analizzato venga fotografato e collocato alla stessa maniera nella scatola della memoria per riprodurre lì la medesima rappresentazione del delitto.
Ovvero, se ad esempio Crostelli opera in riferimento a un quadro di Braque o a un suo stesso quadro, quali sono gli interventi a lui richiesti? Inizialmente dare uno sguardo a trecentosessanta gradi al soggetto preso in esame. Lasciarlo parlare. Lasciare che gli riveli tutte le sue anime (tutte quelle che “costui” pensa sia giusto rivelargli) attraverso le rispettive forme. Crostelli, a questo punto, non fa altro che estrapolarle così come esse si sono a lui rivelate, per trasportarle singolarmente sulle superfici a cui sono destinate così che possano avere un respiro proprio, autonomo. Abbiamo davanti agli occhi il quadro dell’esistenza: “genitori” che generano “figli”, ognuno un pulviscolo di storia dell’umanità, di storia dell’arte, di vita pulsante nella libertà dell’ESSERE.

 

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