AREA ESINOPOLITICA

Jacopo Falà capogruppo Pd a Chiaravalle incalza la Regione sulla rappresentanza di genere

Jacopo Falà capogruppo Pd a Chiaravalle incalza la Regione sulla rappresentanza di genere

CHIARAVALLE – Il Pd torna a farsi sentire sul problema della rappresentanza di genere e lo fa incalzando il consiglio regionale.

“Gli enti locali – sostiene Jacopo Falà, capogruppo Pd in consiglio a Chiaravalle – si esprimono e sollecitano con forza il Consiglio Regionale ad approvare e inserire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale. Ad oggi, hanno già approvato atti in questa direzione i Comuni di Chiaravalle, Maiolati Spontini e Pesaro, ovunque all’unanimità, a dimostrazione del fatto che si tratta di un tema trasversale che trova consenso aldilà degli schieramenti partitici. Inoltre, ulteriori votazioni in altri Consigli comunali andranno presto ad allungare la lista.

L’obbiettivo è favorire un sostanziale riequilibrio di genere, ad oggi spostato per oltre il 70% a favore del genere maschile. Sono infatti solo 6 le donne elette in Consiglio Regionale a fronte di 26 uomini! Un gap che non può non essere sanato, come impongono tutte le normative europee e nazionali, in particolare la L. 20/2016, che esorta le Regioni ad aggiornare le rispettive leggi elettorali adottando misure per la promozione della rappresentanza di genere, come previsto nelle elezioni nazionali e comunali. La Regione Marche è una delle ultime regioni a non essersi ancora adeguata a questa norma nazionale. Le donne, pur essendo presenti in ogni ambito della società civile, nel mondo del lavoro, dell’associazionismo, dell’impresa, della ricerca continuano a non trovare la giusta rappresentanza e il riconoscimento che meritano nelle istituzioni.

Va precisato, infine, che la doppia preferenza di genere non obbliga l’elettore a indicare due candidati, bensì soltanto fornisce la possibilità di esprimere due preferenze: in altri termini, è uno strumento che non restringe, ma anzi al contrario amplia la facoltà di scelta dell’elettore. È in questo senso -conclude Falà- condizione non sufficiente, ma utile per stimolare una maggiore presenza femminile nelle cariche elettive”.

 

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