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Senigallia più bella con il programma “Muri puliti” promosso e coordinato da Sena Nova

Senigallia più bella con il programma “Muri puliti” promosso e coordinato da Sena Nova

di CAMILLO NARDINI
SENIGALLIA – Torna la bella stagione. E torna “Sena Nova” a rilanciare il programma “Muri Puliti”, con l’obiettivo di coprire le scritte che imbrattano i muri della città. “Scritte vandaliche” affermano alcuni. Sarei anche disposto a ritenerle, comunque, una forma di comunicazione; forse l’unica, che utilizzano gli imbrattatori che si servono dei muri come media comunicativi. Rimane il fatto che questi “imbrattamenti” non hanno nulla a che fare con i cosiddetti (impropriamente) “graffiti”.
I “graffiti” sono stati e sono, talvolta, una forma d’arte riconosciuta, un intervento estetico apprezzabile. Gli “imbrattamenti”, invece, sono solo la voce solitaria di chi, approfittando del buio, si nasconde. E sporca. Gli ultimi interventi legislativi stanno entrando nel merito e i giudici si sono attestati sulla linea della “tolleranza zero”: multe salatissime sono previste per chiunque venga colto sul fatto, o venga videoregistrato in atto di imbrattare un muro.
Senigallia è una città bella, e nessuno di noi è disposto a vederla imbrattare.
Il programma “Muri Puliti”, nato nel 2010, sostenuto da Sena Nova, coordinato e promosso dall’Amministrazione comunale, ha il comune intento di presentare, a cittadini e turisti, una città pulita. Avere una città pulita significa avere a cuore il “bene comune”, cioè quello riconosciuto da tutti. Vedete – mi rivolgo a chi decida di seguire questo discorso – un “bene comune” non è un “bene pubblico”. Questo, il “bene pubblico”, ha a che fare con una realtà specifica: la salute pubblica, la scuola pubblica, il verde pubblico, la strada pubblica, la giustizia pubblica e così via.
Il “bene comune”, invece, include il primo, ma soprattutto è molto, molto di più: è “il Bene” che riceviamo con l’educazione, è la nostra dimensione etica, è la consapevolezza “civica” di appartenere a un luogo (la città) o a una terra (la patria). Per chiarire meglio: il “bene pubblico” di un’Azienda esprime le sue finalità, chiarisce gli obiettivi, traccia le strategie economico-politiche; il suo “bene comune” in un’azienda, invece, è la libertà di pensiero dei dipendenti, il rispetto reciproco per le scelte soggettive di ogni persona, la partecipazione al dolore nei momenti di lutto di un collega. Insomma, ma a questo punto la distinzione è un po’ ardua, il “bene pubblico” è quello che tutti gli individui possiedono di fronte alla legge; il “bene comune” è quello che tutte le persone hanno a cuore e nel cuore: un bambino non è un “bene pubblico”, ma, molto di più, è un “bene comune”.
Per questi motivi, noi che apparteniamo a “Sena Nova”, per lo più docenti, ci impegnamo, da oltre vent’anni, a promuovere “Eco-School”, “Bandiera Blu”, “Sentinella dell’Acqua”, “Muri Puliti” e tutti gli altri programmi, consentitemi di chiamarli “beni comuni”, che tutelano la sostenibilità ambientale, il decoro urbano e la formazione dei giovani. Un sentito grazie, a proposito, agli studenti e alle studentesse dell’Istituto “Corinaldesi” e del Liceo “Medi” che da anni ci sostengono in questo impegnativo viaggio contro gli imbratta-muri.
Nelle foto: i muri imbrattati dalle scritte e dopo l’intervento dei volontari coordinati dal direttivo di Sena Nova

 

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