CULTURAFANOIN PRIMO PIANO

A Fano continua la riqualificazione del Pincio, durante i lavori venute alla luce nuove strutture archeologiche

A Fano continua la riqualificazione del Pincio, durante i lavori venute alla luce nuove strutture archeologiche

FANO – A Fano, nell’ambito dei lavori di riqualificazione del Pincio appaltati dall’Amministrazione comunale, nell’area dei giardini, in prossimità della statua di Cesare Augusto, sono venute alla luce nuove strutture archeologiche che, in accordo tra il Comune e la Soprintendenza, sono state indagate al fine di meglio comprenderne la funzione e la cronologia.

Le strutture, che sono da mettere in relazione con il borgo che a partire dall’epoca medievale si era sviluppato nella zona compresa tra l’Arco di Augusto e la Porta Maggiore, si conservano solo in minima parte in quanto sono state interessate dalle pesanti demolizioni che tutta l’area subì negli anni ’30 del XX secolo, quando furono abbattuti tutti gli edifici presenti nella zona, compresi una parte della Porta Maggiore ed un tratto delle mura malatestiane e furono realizzati i Giardini Roma.

Queste strutture sembrano essersi miracolosamente salvate dalle distruzioni del secolo scorso che, nel resto dei giardini,  hanno invece cancellato ed obliterato i resti dell’antico borgo. Purtroppo la mancanza di elementi datanti e la ridotta estensione dei resti archeologici conservati non permettono di definire una cronologia ed una funzione certa per le strutture messe in luce. Doveva trattarsi verosimilmente di abitazioni, forse con botteghe annesse,  che sin dal Medioevo erano sorte nell’area. Lo scavo archeologico ha dimostrato l’esistenza di più fasi costruttive che solo ipoteticamente si collocano in un arco cronologico compreso tra il XV ed il XIX secolo, in quanto l’assenza di materiale ceramico datante e di altri reperti non consentono di specificare una datazione per ogni fase costruttiva. Ciò che appare abbastanza chiaro è che si tratta di resti di ambienti a carattere abitativo e commerciale, in quanto la presenza di almeno tre forni a legna per la cottura di alimenti denotano una funzione produttiva.

Lo scavo ha messo in luce la sommità del camminamento sotterraneo che era già noto e che, nonostante denoti la presenza di segni di rifacimenti anche di epoca moderna, è probabilmente da mettere in relazione con il sistema di percorsi sotterranei di epoca medievale e rinascimentale cui appartengono anche i due cunicoli rivenuti sotto Porta Maggiore.

È in corso una ricerca d’archivio a cura delle archeologhe dottoresse Laura Cerri e Laura Invernizzi dello studio TECNE s.r.l di Riccione coordinate dalla Dott.ssa Maria Raffaella Ciuccarelli della Soprintendenza archeologica di Ancona per meglio comprendere le strutture riportate alla luce in modo da determinare, se possibile, con maggiore chiarezza quanto emerso nel corso dello scavo.

Il progetto è stato redatto dal tecnici del Settore LLPP del Comune di Fano, progettisti e DL Dott. Arch. Pamela Lisotta e P.I. Tedizio Zacchilli, RUP Dott. Arch. Elena De Vita con la consulenza del Prof. Emiliano Pascucci per l’illuminazione scenografica.

Tutta l’assistenza e gli scavi archeologici sono condotti dalle archeologhe dottoresse Laura Cerri e Laura Invernizzi dello studio TECNE s.r.l di Riccione appositamente incaricato dal Comune di Fano e con la sorveglianza e il coordinamento della Dott.ssa Maria Raffaella Ciuccarelli della Soprintendenza Archeologica di Ancona.

Tutte le scelte progettuali relative alla riqualificazione, sono state condivise e coordinate con il Dott. Arch. Simona Guida funzionario della Soprintendenza ai Beni Monumentali di Ancona.

I lavori sono appaltati alla ditta Astra di Serra Sant’Abbondio in ATI con Idronova di Fano.

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it