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A Senigallia le famiglie dei disabili lasciate sempre più sole

A Senigallia le famiglie dei disabili lasciate sempre più sole

La compartecipazione alla spesa è talmente onerosa per alcune famiglie da costringerle a rinunciare al servizio domiciliare o a parte di esso. L’associazione “Amici Disabili” e l’Unione Nazionale Consumatori hanno intrapreso da mesi una serie di incontri per rappresentare alcune perplessità e criticità presenti nel regolamento comunale

SENIGALLIA – Le famiglie dei disabili non hanno un problema solo della gestione quotidiana e futura dei propri figli, ma hanno anche un problema economico perché un figlio disabile costa molto più di un figlio normodotato.

Un servizio prima eccellente oggi è messo a rischio dai continui tagli eseguiti a vario livello dagli Enti pubblici e dai Governi.

Il Comune di Senigallia ha approvato il “Regolamento per l’accesso al sistema locale dei servizi sociali e per la compartecipazione economica degli utenti” , con cui disciplina anche i rapporti tra Comune e disabili, soprattutto con riguardo alla contribuzione pubblica per le spese che i disabili e le loro famiglie devono sostenere.

C’è preoccupazione che l’applicazione dei criteri trascritti nel Regolamento possa causare una compartecipazione alla spesa talmente onerosa per alcune famiglie da costringerle a rinunciare al servizio domiciliare o a parte di esso.

Ogni nucleo infatti deve sostenere ingenti spese ulteriori rispetto a quelle per cui è prevista la  compartecipazione del pubblico .

E’ a rischio il servizio degli educatori che lavorano a stretto contratto con i disabili, con i quali si crea un forte legame professionale, affettivo e di fiducia reciproca, frutto di un costante lavoro di formazione, adattamento e conoscenza di anni: l’educatore rappresenta spesso l’unico amico che i disabili hanno, per cui sarebbe devastante se una famiglia vi dovesse rinunciare .

Mettere a rischio il rapporto educatore – disabile significa mettere in pericolo il sistema dei servizi sociali sino ad oggi nel nostro territorio estremamente elevato.

Un piccolo esempio: da 15-20-30 € mensili iniziali di compartecipazione si arriverebbe ad una spesa mensile fino anche di 800 €, spesa che si va a sommare a tutte le altre spese che una famiglia con disabili deve sostenere e che non riesce ad affrontare, data la situazione anche economica non particolarmente brillante che il nostro paese in questo momento ha.

Senza dimenticare che la rinuncia al servizio comporta anche un problema occupazionale, si riducono i posti di lavoro: rinunciando le famiglie ai servizi, i relativi operatori che erogano tali servizi non avrebbero più una loro occupazione.

L’associazione “Amici Disabili” e l’Unione Nazionale Consumatori hanno intrapreso da mesi una serie di incontri con l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Senigallia, dr. Carlo Girolametti, con il Dirigente dr. Maurizio Mandolini e la dr.ssa Giuseppina Campolucci del medesimo Assessorato per rappresentare alcune perplessità e criticità che il Regolamento.

Il nostro obiettivo è di porre un tetto massimo alla compartecipazione di spesa e che in proporzione tutte le famiglie dei disabili paghino in base a quello che è il loro reddito, quindi operando una scelta estremamente democratica.

Ci sono stati vari documenti e contribuiti non solo scritti, ma anche di persona, forniti dall’Associazione “Amici Disabili” e dall’Unione Nazionale Consumatori all’Amministrazione Comunale, per far capire qual è il problema delle famiglie con disabili.

Siamo prossimi alla chiusura dell’iter, per modificare il regolamento e ringraziamo l’Amministrazione di aver considerato le nostre proposte, che arrivano da persone che vivono la disabilità direttamente e non solo sulla carta.

Però dobbiamo far chiarezza perché sui social, sui media, in generale su quelli che sono i vari chiacchiericci di questa nostra comunità, emergono informazioni non corrispondenti pienamente alla verità.

La nostra posizione è molto chiara: le famiglie non possono essere lasciate sole ad affrontare il problema dei propri figli disabili, ma va affrontato nella sua globalità dall’intera comunità.

Se questo principio è vero a parole, bisogna che lo sia anche nei fatti, attraverso un contenimento della compartecipazione alla spesa delle famiglie, per evitare che i propri disabili (figli, fratelli..) non siano messi in condizione di non poter fruire dei servizi essenziali per garantire una vita dignitosa a loro e alle famiglie stesse.

Questo deve valere per tutti e non solo per chi ha la fascia alta di reddito, ma per tutti.

Tanto è vero che il 18 luglio 2018 ci siamo lasciati con i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale con l’intento di rideterminare il criterio per la compartecipazione.

Fino ad ora è stato valutato un tetto massimo di 400 € mensili per la compartecipazione ma non sono state ancora modificate le quote orarie del servizio e siamo in una fase, in questo momento, di attesa per quanto riguarda la volontà della Pubblica Amministrazione, volontà che va poi tradotta in atti amministrativi da parte del Comune di Senigallia che da parte di tutto l’ambito territoriale ATS8, quindi tutti i Comuni della vallata.

Non ci sono in questo momento atti amministrativi finali, ma auspichiamo che questa fase di trattativa arrivi presto ad un buon esito e ad una soluzione positiva, non solo nell’ottica del contenimento della spesa pubblica, ma anche nel far sì che i disabili e le loro famiglie vengano realmente inclusi nella società.

È importante capire che una famiglia deve sostenere una spesa mensile compresa tra 900 € ed 1500 €, a seconda delle esigenze per necessità ineludibili.

Se a tale importo si somma l’aumento della compartecipazione indicata nel Regolamento, le famiglie non ce la fanno più !

E’ importante capire che questi costi ci sono per tutta la vita, non ci sarà mai un momento in cui si i nostri ragazzi si affrancano da tali interventi costosi di supporto , anzi potrebbero esserci dei peggioramenti quindi spese ulteriori.

È importante capire che per una famiglia con figli normodotati ad un certo punto della vita le spese si riducono perché i figli spiccheranno il volo; per noi famiglie con la disabilità, invece, questo non accadrà mai anzi verranno meno le forze e la situazione può solo peggiorare.

La legge stabilisce lo strumento per definire la compartecipazione alla spesa, mentre i criteri di applicabilità e le soglie le definiscono i Comuni a seconda, certo, dei bilanci ma anche delle priorità che si vogliono dare.

Il nostro Comune ha sempre avuto una particolare attenzione verso la disabilità, ma se applicato il Regolamento si regredisce: l’alta forma di civiltà dimostrata in questi anni dalla nostra comunità rischierebbe di esser annullata.

Occorre uno sforzo comune: i genitori, le famiglie dei disabili sono pronti a fare sacrifici, ma nei limiti delle loro possibilità.

 

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