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Un grande successo per il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini portato in scena a Cagli e Matelica

Un grande successo per il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini portato in scena a Cagli e Matelica

Lo spettacolo portato in scena dal Coro della Città Futura di Vallefoglia diretto dal maestro Stefano Bartolucci

di PAOLO MONTANARI

CAGLI – Un grande successo per il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, portato in scena in due importanti teatri storici delle Marche, il teatro comunale di Cagli e il teatro Piermarini di Matelica, dal Coro della Città Futura di Vallefoglia diretto dal maestro Stefano Bartolucci, nella doppia veste anche di direttore d’orchestra con la formazione orchestrale Raffaello.

Partiamo una volta tanto dai contenitori storici, che creano con le loro bellezze artistiche, il modo di un racconto rituale e artistico di un’opera. Il teatro Comune di Cagli ha iniziato la sua attività nel 1871, sulla struttura di un edificio del Settecento, su progetto di C.Monti e disegni di Giovanni Santini di Perugia. L’inaugurazione si è tenuta nel 1879 con lo spettacolo Il teatro del Diavolo mio. La struttura scenografica di questo teatro è maestosa non solo per gli affreschi , ma anche per le letture simboliche delle 7 arti liberali e la presenza di due statue raffiguranti, Carlo Goldoni, la COMMEDIA e Vittorio Alfieri la TRAGEDIA.

L’altro teatro storico che è stato la location del Barbiere di Siviglia è il Piermarini di Matelica. Progettato nel 1805 dal celebre architetto Giuseppe Piermarini (1734-1809), autore del Teatro alla Scala di Milano, questi morì improvvisamente e l’edificio fu realizzato dai capomastri Domenico Belli e Francesco Fontana, che falsarono il progetto originale. L’inaugurazione del teatro Piermarini avvenne nel 1812 con tre melodrammi SER MARCANTONIO di Stefano Pavesi. OH, LA ORIGINALE  di Giovanni Simone Mayr e IL FILOSOFO SEDICENTE di Giuseppe Mosca. I lavori di ristrutturazione del teatro ebbero termine nel 1852
e il teatro si riaprì con l’esecuzione della Luisa Miller di Verdi. Successivamente vi fu un nuovo restauro e il teatro si riaprì nel 1995.

Il Barbiere di Siviglia scritto da Cesare Sterbini e composto in musica in poco tempo da Gioachino Rossini, fu portato in scena da Rossini al teatro Argentina di Roma. Fu un fiasco solenne, perchè Rossini, o meglio la sua opera si dovette scontrare con i sostenitori del Barbiere di Paisiello, che fra l’altro Rossini, e non era il suo solito, stimava con sincerità. Ma il giorno dopo, sempre all’Argentina fu un successo clamoroso, e Rossini fu portato dalla popolazione romana in una autentica processione esilarante. Un episodio simile succederà alcuni anni più tardi a Pesaro, quando il maestro tornò , dopo aver inaugurato il teatro Nuovo, con la Gazza Ladra, ma fu accolto dal gruppetto di congiurati guidati dal Pergomi, con fischi all’entrata del teatro, e dovette uscire velocemente, ma accolto da tanti pesaresi festanti che vollero salutare Rossini, che proseguì per Bologna e a Pesaro non tornò più.. Questa contestualizzazione storica è necessaria per comprendere l’opera più popolare di Rossini, di genere buffo, da non confondere con burlesque di derivazione francese.

Qui si sente molto gli aspetti della commedia dell’arte italiana, compreso il travestimento. ma veniamo agli spettacoli di Cagli e Matelica. Sono stati due progetti lirici molto buoni, sia da un punto di vista musicale con l’Orchestra Raffaello, diretta dal maestro Stefano Bartolucci, che vocale, con un cast di cantanti di prim’ordine. Il fantasioso e ludico Figaro interpretato da Daniele Girometti, che ha evidenziato anche le sue doti comiche e non solo drammaturgiche, (Giorgio Germont in Traviata), il tenore anconetano Carlo Giacchetta, che con una bella voce  e presenza fisica sul palcoscenico, ha dato una prova convincente nel ruolo del Conte d’Almaviva. Poi l’ironia, la forza e sensibilità di Julija Samsonova-Khayet, in Rosina. Un grande don Bartolo coin l’intrammontabile basso busso Roberto Ripesi, bravo non solo per la sua vocalità, ma anche da un punto di vista interpretativo. E il don Basilio interpretato dal baritono giapponese, Ken Watanabe, una presenza forte da un punto di vista vocale, ma discreta e gentile come è nello stile delle personalità orientali. Una delicata e brava Daniela Bertozzi nel ruolo di Berta, che ha creato nell’immaginario collettivo, un personaggio a lei caro, una delle sorellastre di Cenerentola e che sarà nei prossimi giorni  Rosina nel Barbiere di Siviglia al teatro Galli di Rimini.

Un sicuro ed energico Fiorello interpretato da Guglielmo Ugolini, un’ufficiale con la voce forte e scura di Oliver Mani. E poi il coro di Città futura, che rappresenta una delle migliori presenze nel repertorio lirico regionale, grazie al lavoro assiduo e appassionato del suo direttore il maestro Stefano Bastianelli. . L’acustica buona dei due teatri è stata un angelo custode per la formazione orchestrale Raffaello, con un forte equilibrio musicale. Un ringraziamento anche a Giada Pachiega per le scenograife, l’allestimento scenico di Leonardo Bordi e Gian Marco Bordi, la truccatrice Mariasole Sorbini e soprattutto il deus ex machina, Roberto Ripesi, che da grande cantante trova anche le energie per dirigere le opere, come in questo caso, dove la regia pur rimanendo ferma ai canoni tradizionali, ha mantenuto quelle caratteristiche di arte povera, che esalta più le voci che le immagini. Un ringraziamento particolare al presidente del >Coro Città Futura, Donatella Bastianelli, che con grande passione ed energia già sta pensando ad una intensa programmazione natalizia oltre alla CAVALLERIA RUSTICANA  di Mascagni, che vedrà il coro protagonista in vari teatri marchigiani e romagnoli. Prossimo appuntamento sempre con il coro della Città Futura a Fabriano teatro Gentile l’11 novembre ore 21.

 

 

 

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