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Il Comitato in difesa dell’ospedale di Senigallia: “Troppe delusioni, le dimissioni di Volpini non ci hanno spezzato il cuore”

Il Comitato in difesa dell’ospedale di Senigallia: “Troppe delusioni, le dimissioni di Volpini non ci hanno spezzato il cuore”

SENIGALLIA – Dal Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale di Senigallia riceviamo: “Le deleghe sanitarie rimesse da Volpini  riguardano solo un terzo del totale degli incarichi, perché rimane sempre consigliere e presidente della Commissione Sanitaria Regionale. Mica bruscolini!

Non mantenere le deleghe assegnate è una simpatica  caratteristica  dei politici scaltri che  scaricano i disastri, di cui si accorgono sempre a cose fatte mentre erano in tutt’altre cose affaccendati , e che assumono  gli onori quando  tutto va  a gonfie vele.

“L’atto non è stato certo un gesto di seria politica in quanto lascia intendere una grossa dicotomia con Ceriscioli e il suo algoritmo sanitario che però il dottor Volpini  ha condiviso per ben 3 anni riducendo  il nostro Ospedale a  Cenerentola dell’Area Vasta2, il suo  declassamento  è  infatti sotto gli occhi di tutti i senigalliesi  che lo vogliano vedere.

“In questi anni il Dr. Volpini ha implementato e inaugurato nuovi servizi sanitari in tutte le Marche: a Fano, a Jesi, a Urbino……ecc.. Ma non a Senigallia.

“Per il nostro Ospedale al contrario ha fatto approvare la determina n.361 del 2017. che chiude l’Utic 50 , salvo piangere lacrime di coccodrillo subito dopo; ha approvato la chiusura del Reparto della Gastro il 01 Luglio 2018; ha anche scherzato sull’acquisto della Risonanza magnetica (euro 1 milione e 600 mila euro ) rimasta per 6 anni in cantina o chissà dove perché comprata più grande del locale di installazione, e dopo 6 anni non è riuscito ancora  a farla installare.

“Inoltre non ha fatto nulla per far  avere una Tac  al Pronto Soccorso ;  il Laboratorio Analisi è  ridotto  quasi un punto prelievo; di notte e nelle festività i pazienti gravi di  Oculistica e di Otorino  devono essere  inviati a Fabriano; ma soprattutto non ha implementato il personale sanitario del nostro Ospedale, assunto quasi tutto a tempo determinato e sballottato qua e là secondo le necessità .

“L’ultimo esempio è di venerdì 5 ottobre quando, dopo essersi congratulato con i due nuovi primari da lui stesso nominati di Medicina e di Neurologia (ma l’Ospedale li aveva già) con Mangialardi presente, decideva di trasferire  anestesisti da Senigallia (turnandoli mensilmente) al nosocomio di Fabriano per salvare il punto nascita, nonostante la legge dica che deve chiudere perché non raggiunge le 500 nascite annue, riducendo così di fatto le sedute operatorie nel nostro nosocomio, questo perché l’esimio dott. prof. Governatore Ceriscioli ha concesso a Fabriano una deroga dalla stessa legge interpretando la quale Ceriscioli e company hanno invece chiuso l’Utic di Senigallia, che aveva tutti i requisiti in regola per restare aperta.

“Se è così sensibile ai cittadini che non l’hanno votato, come mai quelli che invece lo hanno fatto, a Senigallia ha ottenuto 4100 voti, non lo vedono impegnato nel difendere a spada tratta reparti vitali che sono stati via ,via chiusi o rimodulati al basso?

“Infine, perché rimettere le deleghe il 4 ottobre dopo aver nominato i Direttori di Area vasta?

Non sapeva già dal 15 settembre, giorno di nomina,  che le cose non andavano? Se ne è accorto solo ora dopo 20 giorni? E il Direttore Bevilacqua, “splendido esecutore” delle sue direttive , non si trova in imbarazzo nel continuare un lavoro senza più l’appoggio del suo mentore? O l’appoggio invece c’è ancora e se sì, per che cosa?

“Tutto questo però a noi , pur  semplici cittadini apartitici non fessi però, fa sorgere spontanea  una domanda: non ci sarà qualche cosa in sospeso che non conosciamo , ma che a breve vedremo messo nero su bianco, come per esempio nomine di nuovi primari?

“Le illazioni sono tante e magari ci sbagliamo, a pensare male si fa peccato, ma  molte volte ci si prende”.

 

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