IN PRIMO PIANOPOLITICASENIGALLIA

Chiesto alla Giunta regionale il ripristino dell’Utic dell’Ospedale di Senigallia

Chiesto alla Giunta regionale il ripristino dell’Utic dell’Ospedale di Senigallia

Approvata all’unanimità una risoluzione  per la riorganizzazione dei servizi nell’Area vasta 2 che dovrebbe prevedere un’unica unità articolata su tre presidi ospedalieri equivalenti: Senigallia, Jesi e Fabriano. Volpini: “Vanno mantenuti i posti letto destinati al servizio nella struttura senigalliese, nell’ottica di dare ai pazienti la risposta più appropriata, anche considerando il carico turistico dell’ospedale”

ANCONA – Un’unica Unità di cardiologia intensiva (Utic) per l’area vasta 2 (Ancona) con tre presidi operativi identici ed equivalenti distribuiti su tre strutture ospedaliere con uguali funzioni e professionalità, dimensionate rispetto alle esigenze storiche di ogni singolo territorio. È l’impegno chiesto alla Giunta regionale da una risoluzione per il ripristino dell’Utic dell’ospedale di Senigallia.

Per la rimodulazione del servizio per l’area vasta 2, si chiede l’impegno alla distribuzione del servizio su tre presidi: Fabriano, Jesi e Senigallia, anche considerando che l’ospedale di quest’ultima cittadina vede raddoppiare gli utenti durante il periodo estivo, dovuto al carico turistico. «La richiesta contenuta nella risoluzione – spiega il presidente della commissione Sanità, Fabrizio Volpini – prevede di istituire un’unica unità di cardiologia intensiva per l’area vasta 2 – invece che le due previste dal decreto Balduzzi – articolata, però, su tre presidi ospedalieri, conservando i posti letto destinati al servizio nell’ospedale di Senigallia, nell’ottica di dare ai pazienti la risposta più appropriata, anche considerando il carico turistico dell’ospedale. Vanno, infatti, tenuti in conto la particolarità della città il cui bacino d’utenza raddoppia, ma anche il volume storico di attività che giustificano il mantenimento dell’Utic anche a Senigallia. Una proposta, quella contenuta nella risoluzione – sottolinea Volpini –, condivisa anche con gli operatori di Cardiologia».

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it