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Quando la burocrazia diplomatica rischia di far saltare aziende solide

Quando la burocrazia diplomatica rischia di far saltare aziende solide

L’avvocato Roberto Paradisi: “Ecco come  l’ambasciata italiana in Bangladesh chiude le frontiere a chi avrebbe diritto di entrare in Italia”

SENIGALLIA – Ci sono migranti e migranti. Oltre al fenomeno dei richiedenti asilo c’è il fenomeno dei soggiorni per motivi di studio e lavoro. Due piani completamente diversi che, se confusi, rischiano di mettere in ginocchio le aziende e colpire un vasto indotto economico.

E’ quello che sta succedendo a Senigallia dove un’importante e solida azienda accreditata dalla Regione Marche e che opera nella formazione professionale alberghiera, ha dovuto congelare i propri corsi riservati a cittadini del Bangladesh per la strenua (e incomprensibile) opposizione dell’Ambasciata italiana a Dhaka che rifiuta sistematicamente il rilascio dei visti di ingresso per stage e formazione professionale.

Si tratta della “The International Hospitality Academy srl”, con sede a Senigallia, e che peraltro ha già collaborato con il prestigioso Istituto Alberghiero “Panzini”. Un progetto in grado di valorizzare l’eccellenza internazionale senigalliese nel settore alberghiero. L’azienda e il suo amministratore Massimo Battipaglia (impegnato anche a Londra in un progetto identico ma senza gli ostacoli che ci sono in Italia) da tempo avevano predisposto tutto il necessario per attivare un importante e qualificato percorso formativo con gli stagisti del Bangladesh investendo ingenti risorse in un progetto di ampio respiro. E così gli studenti-stagisti pronti a partire per l’Italia hanno presentato all’Ambasciata i biglietti aerei di andata e ritorno (per garantire l’intenzione di rientrare in Patria), le ricevute del pagamento anticipato dell’intero corso di formazione e del soggiorno alberghiero, le lettere di garanzia da parte di banche e di familiari per il sostentamento in territorio italiano, copia della copertura assicurativa e tanto altro ancora. Tutta documentazione (anche sovrabbondante) richiesta dalle norme per ottenere il visto di ingresso. Ma nemmeno un visto è stato rilasciato dai diplomatici italiani.

“L’Ambasciata di Dhaka – afferma l’avv. Roberto Paradisi, legale della “The International Hospitality Academy srl” -, che sembra avere pregiudizi culturali non comprensibili, rifiuta persino di chiarire la propria posizione e di garantire l’accesso agli atti. Una posizione di totale chiusura del tutto inspiegabile a fronte di un fenomeno che, certamente non è migratorio, e a fronte di tutta la documentazione e la garanzie prodotte che certificano il diritto degli studenti-stagisti a venire in Italia che rischia di cagionare il default dell’azienda che ha investito risorse importanti in questo progetto internazionale di grande valore formativo.

“E’ peraltro incredibile constatare – conclude l’avvocato Paradisi – come una singola Ambasciata, senza nemmeno rispondere a precise istanze di legge, possa stabilire di fatto la chiusura delle frontiere a studenti che hanno pagato cifre importanti per formarsi professionalmente in Italia e pronti a rientrare in Patria con tanto di biglietto aereo di ritorno in tasca. Se la situazione non si sbloccherà non resterà che interessare la magistratura”.

 

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