FANOIN PRIMO PIANOSPETTACOLI

Si rinnova l’appuntamento estivo con la rassegna regionale di teatro classico

Si rinnova l’appuntamento estivo con la rassegna regionale di teatro classico

Offre l’opportunità di fruire i luoghi di interesse archeologico per la spettacolarizzazione restituendoli ad un ampio uso grazie all’impegno congiunto di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Marche, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, AMAT e dei Comuni di Ancona, Ascoli Piceno, Corinaldo, Cupra Marittima, Fabriano, Falerone, Fano, Grottammare, Macerata, Matelica, Monte Rinaldo, Pesaro, San Severino Marche, Urbisaglia. L’edizione 2018 – in programma dal 29 giugno al 13 agosto – presenta ventitré appuntamenti ospitati in luoghi suggestivi di grande fascino

ANCONA – Si rinnova per il ventesimo anno consecutivo l’appuntamento estivo con il TAU/Teatri Antichi Uniti, rassegna regionale di teatro classico che in una coniugazione funzionale e gradevole di beni e attività culturali offre l’opportunità di fruire i luoghi di interesse archeologico per la spettacolarizzazione restituendoli ad un ampio uso dall’impegno congiunto di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Marche, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, AMAT e i Comuni di Ancona, Ascoli Piceno, Corinaldo, Cupra Marittima, Fabriano, Falerone, Fano, Grottammare, Macerata, Matelica, Monte Rinaldo, Pesaro, San Severino Marche, Urbisaglia. L’edizione 2018 – dal 29 giugno al 13 agosto – presenta ventitré appuntamenti ospitati in luoghi suggestivi di grande fascino.

L’inaugurazione il 29 giugno è al Teatro Gentile di Fabriano con Marco Paolini in U. Piccola Odissea tascabile, un’Odissea ridotta a un oratorio diviso in movimenti, rapsodie e ballate. “Ho scritto questa sintetica Odissea quindici anni fa e da allora l’ho letta e suonata di tanto in tanto, sia da solo che in compagnia”, afferma Marco Paolini. È un viaggio di grande fascino nell’Iliade quello proposto con il progetto di Sergio Maifredi Iliade un racconto mediterraneo prodotto dal Teatro Pubblico Ligure. “Iliade è un racconto della prima guerra del Mediterraneo, la prima guerra mondiale, il mare con le terre conosciute intorno, tremila anni fa. Iliade è l’archetipo, il paradigma delle guerre che verranno”, scrive Sergio Maifredi. La narrazione orale di questa affascinante opera è affidata il 1 luglio a Valerio Massimo Manfredi con Iliade la prima guerra mondiale al Teatro Romano Helvia Recina di Macerata e il 28 luglio a Tullio Solenghi con Il duello per Elena all’Area Archeologica La Cuma di Monte Rinaldo. Il Bagno della Regina di Grottammare ospita dal 3 luglio tre conferenze-spettacolo: la prima, Ulisse in viaggio nel tempo con Valentina Illuminati e Lucilio Santoni è un’indagine sulla figura dell’eroe omerico nelle metamorfosi da lui assunte nei secoli; Il Liber di Catullo tra dimensione lirica e modernità letteraria con Yamina Oudai Celso ed Edoardo Ripani il 24 luglio offre un ritratto del più grande poeta romano dell’amore e per finire il 13 agosto Giorgio Colangeli e Lucilio Santoni in Come amavano i latini offrono una cavalcata fra le più belle poesie d’amore della latinità. Donne al Parlamento, lettura scenica degli allievi del Laboratorio Teatrale diretto dall’attore-regista Stefano Artissunch, è in scena al Teatro Romano di Ascoli Piceno il 6 luglio. Il gruppo di allievi, incuriosito dalla carica eversiva nonché satirica e ironica di Aristofane, restituisce le suggestioni tipiche della commedia classica, giocando con immagini e simboli frutto del lavoro di improvvisazione guidata su musica e suoni. Il 10 luglio il TAU fa tappa ad Ancona al Museo Archeologico Nazionale delle Marche con Medee, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco che afferma: “abbiamo scelto di raccontare il mito di Medea con il testo Medee, una drammaturgia desunta da Apollonio Rodio Argonautiche, Seneca Medea, Ovidio Eroidi, Franz Grillparzer Il Vello d’oro, Heiner Muller Materiali per Medea, Christa Wolf Medea voci. Riteniamo che il ritorno alla Grecia per noi esseri umani dell’occidente del terzo millennio sia fondamentale perché la Grecia rappresenta la nostra radice inalienabile”. L’11 luglio al Teatro Romano di Ascoli Piceno e il 19 luglio all’Anfiteatro Romano di Urbisgalia Paolo Cevoli “racconta la Bibbia” con la consueta ironia che lo contraddistingue, rileggendone le storie come una grande rappresentazione teatrale dove Dio è il “capocomico” che convoca come interpreti i grandi personaggi de “il libro dei libri, il best seller dei best sellers” come lo definisce lo stesso Cevoli. Ember è un viaggio ancestrale nell’eterna lotta tra uomo e fuoco. Partendo dal mito di Prometeo che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, Ziya Azazi, il 13 luglio a Pesaro (Rocca Costanza), sviluppa un lavoro basato sulla ripetizione dei gesti e sul movimento di rotazione tipico della danza sufi, attraverso cui l’artista affronta alcuni temi a lui cari – l’istinto distruttivo insito nell’essere umano, il dolore nella presa d’atto della mortalità, la fine inevitabile di tutto – nel ciclo continuo della vita. Il 15 luglio il TAU prosegue a Corinaldo (Area Archeologica Santa Maria in Portuno) con La storia di Antigone. Favola in musica per cornacchie, cani selvatici, maledizioni, tiranni, sepolcri & fanciulle in fiore. Anita Caprioli, attrice sensibile e colta, si cimenta in una rilettura dell’Antigone attraverso il testo della scrittrice scozzese Ali Smith, scelto da Alessandro Baricco come una delle storie “da salvare”, in un perfetto connubio con le melodie del cantante e musicista Didie Caria. Dopo avere presentato, negli anni scorsi, i testi di Seneca e i poeti d’amore delle letterature greca e latina, quest’anno i Teatri di Sanseverino da un’idea di Francesco Rapaccioni mettono in cartellone il 23 luglio Iliade in una versione ridotta e per frammenti, ripercorrendo a grandi linee la trama e i momenti più noti e significativi, contaminando il testo omerico con minime glosse di autori successivi. A leggere il testo è l’Associazione Sognalibro, le pause musicali sono curate da giovani e bravi musicisti di San Severino in un luogo estremamente suggestivo come le Terme della città romana di Septempeda. Amanda Sandrelli giunge a Matelica (cortile Palazzo Finaguerra) il 25 luglio con il progetto di Sergio Maifredi Odissea un racconto mediterraneo – prodotto dal Teatro Pubblico Ligure – e la narrazione di La ninfa Calipso. “Odissea è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il “montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti”, scrive Sergio Maifredi. Il 26 luglio al Teatro Romano di Falerone la scena è per Antigone di Sofocle, regia di Giuseppe Argirò con Jun Ichikawa, Maurizio Palladino, Renato Campese, Maria Cristina Fioretti, Carmen Di Marzo, Silvia Falabella, Filippo Velardi. La drammaturgia dello stesso Argirò parte da Sofocle per arrivare ai luoghi contemporanei segnati dalla guerra. In una Troia avvolta dalle fiamme dall’inzio alla fine della tragedia, Seneca mette in scena in Troiane un universo segnato dal lutto, dalla perdita del controllo sulle passioni, in cui l’umano si afferma soltanto nella sua possibilità di fare il male. Al TAU le parole di Seneca vengono riproposte nell’adattamento di Fabrizio Sinisi e nell’interpretazione degli attori Edoardo Siravo, Paolo Bonacelli, Valeria Ciangottini, Alessandra Fallucchi, Silvia Siravo, Cecilia Zingaro e Elena Crucianelli diretti dalla regia di Alessandro Machìa. Il 1 agosto al Teatro Romano di Ascoli Piceno Sebastiano Lo Monaco in Iliade. Da Omero a Omero accetta la sfida di tradurre in scena il poema epico fondante della cultura occidentale e diventa il cantore che cuce in una nuova rapsodia i brani degli antichi racconti su montaggio di Monica Centanni. Il 4 agosto a Cupra Marittima all’Area Archeologica Foro Romano Valentina Illuminati, Edoardo Ripani e Lucilio Santoni presentano la conferenza – spettacolo Antigone ovvero la legge degli umani, una riflessione sulla contrapposizione tra la figura di Antigone e Creonte a partire dalla celebre tragedia di Sofocle. Doppio appuntamento con La morte della Pizia di Friedrich Dürrenmatt con Daniele Pecci e Chiara Di Benedetto al violoncello: il 7 agosto a Pesaro (Rocca Costanza) e l’11 agosto ad Ascoli Piceno (Teatro Romano). Nel racconto di Dürrenmatt, pubblicato nel Mitmacher nel 1976, la profetessa di Apollo diventa “un’imbrogliona che improvvisava gli oracoli a casaccio, secondo l’umore del momento”, l’ultima delle pizie che appaiono come la versione antica delle cartomanti di oggi. Spazio alla comicità plautina il 7 agosto al Teatro Romano di Falerone e l’8 agosto all’Anfiteatro Romano di Urbisaglia con Pseudolo, adattamento e regia di Cristiano Roccamo con Ettore Bassi. Come nel Miles Gloriosus, nello Pseudolus il servo è al centro della commedia, servo di Plauto che ha ispirato nei secoli i più grandi autori teatrali come Molière, Ariosto, Goldoni, Shakespeare, Goëthe e Rossini. Conclude la ventesima edizione del TAU il 9 agosto a Fano (ex Chiesa di San Francesco) Cassandra o del tempo divorato, uno spettacolo che racconta la storia dell’inascoltata veggente stuprata nel tempio di Atena e poi assassinata, con le parole della tragedia attica del V secolo a.c., contaminate da testi di autori contemporanei e filtrati dallo sguardo profondo e contemporaneo di una delle maggiori protagoniste della scena italiana, Elisabetta Pozzi che firma anche la regia.

Il TAU non è solo una rassegna di spettacoli ma si conferma occasione privilegiata per scoprire posti di antica bellezza. Ad arricchire la proposta per il pubblico, prima di molti spettacoli tornano per il quinto anno consecutivo gli AperiTAU. Sorsi e passeggiate di storia: visite guidate gratuite alle aree archeologiche e ad altri luoghi di grande interesse culturale, naturalistico e archeologico, accompagnate da un brindisi realizzato con il prezioso contributo delle aziende del territorio Cantine Belisario, Azienda Agricola Moroder, Oleificio Di Silvestri Rosina e Cantina Malacari.

Inizio spettacoli: ore 21.30, Monte Rinaldo ore 19. Informazioni e biglietteria: AMAT e biglietterie del circuito 071 2072439, call center 071 2133600, www.amatmarche.net, vendita on line su www.vivaticket.it.

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PICCOLA ODISSEA TASCABILE

29.06 | Fabriano

Teatro Gentile

reading di e con Marco Paolini

produzione Jolefilm

 

U è un’Odissea tascabile ridotta ad un oratorio diviso in movimenti, rapsodie ballate e frottole. È preceduto da un’invocazione, un preludio diviso in cadenze che anticipa brevemente sia la vicenda che le chiavi di lettura. La storia di U non finisce con il ritorno in Patria. Un epilogo serve a narrare la morte di U non come prevista dall’indovino Tiresia, ma come immaginata da Dante, in mare. La narrazione di Paolini viaggia su invenzioni di linguaggio immediato, pop, politicamente scorretto ma che mantiene fedelmente tutte le corrispondenze con le tappe, gli incontri e le peripezie del viaggio omerico. L’oralità riassume i canti dell’Odissea attraverso una sorta di verso libero che a tratti si fa ritmo sonoro, ballata che viaggia tra luoghi comuni, gli oggetti simbolo e feticci del nostro tempo trattati come isole di spazzatura galleggianti in mare. Non c’è compassione nella lingua quando descrive la terra, il mare è l’unico luogo dove essa può ancora avere un senso. È una storia tagliente questa narrata dal punto di vista di chi per salvarsi deve mentire, travestirsi, ingannare, combattere. La rotta tortuosa di U incrocia altre traiettorie di naufraghi. La barca di U è diventata una flotta. Per ridare dignità a un milione di odissee serve immaginarne il coraggio, la bellezza e l’astuzia e non solo l’orrore. Serve stupore e non solo pietà, serve ironia dentro la tragedia. Andrea Zanzotto diceva che la poesia è come una lettera che deve mendicare ascolto viaggiando fino a trovare un destinatario. Anche se non ambisce al titolo di poeta, l’attore sa che dovrà mendicare attenzione in questo tempo alla sua storia. E sa anche che sta a lui riuscirci.

 

Ho scritto questa sintetica Odissea quindici anni fa e da allora l’ho letta e suonata di tanto in tanto, sia da solo che in compagnia. Giorgio Gaslini e Uri Caine hanno composto e improvvisato per la prima esecuzione nel 2003. Poi Mario Brunello e Tolo Marton mi hanno accompagnato e guidato nel rileggerla qualche anno dopo. Mi piace immaginare che succederà ancora di trovare musicisti complici in questo viaggio, nel frattempo ho ripreso ad allenarmi per narrarla e suonarla anche da solo. Non voglio più leggerla, vorrei che imparasse a camminare da sola. Marco Paolini

 

29 giugno, ore 19.30 | Fabriano [Complesso Monumentale San Benedetto]

VISITA ALLA MOSTRA PICENI E CELTI LUNGO LE RIVE DEL GIANO

a cura di Archeomega e Archeoclub

 

ILIADE UN RACCONTO MEDITERRANEO

01.07 | Macerata

TEATRO ROMANO HELVIA RECINA

ILIADE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

28.07 | Monte Rinaldo

Area Archeologica La Cuma

IL DUELLO PER ELENA

 

progetto e regia Sergio Maifredi

produzione Teatro Pubblico Ligure

 

Teatro Pubblico Ligure, da dieci anni, dedica un lavoro specifico al racconto, inteso come rito civile della lettura pubblica. Il progetto, oltre al Decameron di Boccaccio e Iliade, comprende Odissea, Eneide e un percorso specifico ispirato a Italo Calvino, le cui Città invisibili sono poi state sviluppate in Atlante del Gran Kan, scritto da Gian Luca Favetto e Sergio Maifredi per dare voce ai cittadini e alle loro storie, com’è accaduto a Sori (Genova) e a Enna. Ma comprende anche un autore novecentesco iconoclasta come Paolo Villaggio. Infine, la lettura pubblica ha avuto un ulteriore sviluppo nella rassegna Sorilegge che ha coinvolto i cittadini di Sori (Genova) chiamati a presentare il proprio libro preferito nel foyer del teatro, regolarmente, ogni sera, prima dello spettacolo, durante tutta la Stagione 2017/2018. Iliade e Odissea fanno parte del progetto Iliade Odissea Eneide Un racconto mediterraneo e va in scena dal 2011 nei siti archeologi e nei teatri antichi d’Italia grazie a STAR – Sistema Teatri Antichi Romani, progetto del Teatro Pubblico Ligure nato in accordo con i Poli Museali Italiani, le Regioni e il MiBACT al fine di promuovere il patrimonio archeologico che si affaccia sul Mediterraneo attraverso spettacoli ed eventi: parole antiche per pensieri nuovi.

 

Iliade è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi versi sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi. Iliade è il poema dell’ira. Dell’ira nera, suicida, che fino a che permane porta autodistruzione. Iliade è il poema della forza. Iliade è il poema della guerra. Di tutte le guerre, non diverse oggi dai tempi di Omero.

Sergio Maifredi

 

ILIADE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

con Valerio Massimo Manfredi

Iliade è un racconto della prima guerra del mediterraneo e quindi la prima guerra mondiale. Iliade è l’archetipo, il paradigma delle guerre che verranno. Nei suoi versi ci sono il conflitto, l’ira, l’eroismo, il dolore, il rancore, l’amore, il sangue, le armi, la paura, le madri, le spose, i padri, i figli ma soprattutto vi è la morte. La nera morte umanamente temuta, la bella morte eroicamente cercata. La morte che è fine di tutto e che merita rispetto. Achille piangerà assieme a Priamo, il re nemico. Piangeranno insieme, l’uno il corpo dell’amico Patroclo, l’altro il corpo del figlio, Ettore. La guerra riprenderà, Troia sarà rasa al suolo, ma per un attimo la morte impone la tregua per celebrare il funerale di Ettore, domatore di cavalli.

 

1 luglio, ore 19.30 | Macerata [Villa Potenza]

VISITA AL TEATRO ROMANO DI HELVIA RECINA

a cura di Macerata Musei

IL DUELLO PER ELENA [canto III]

con Tullio Solenghi

L’esercito greco e l’esercito troiano si fronteggiano. Paride, il rapitore di Elena e Menelao, il marito tradito si fronteggiano. Paride ha paura di fronte a Menelao ma Afrodite salverà Paride da morte certa. Vi sono in questo canto sparizioni e fughe assolutamente comiche, come comica risulta la furia di Menelao intento ad inseguire Paride mentre questi, con la complicità di Afrodite, si rifugia, vigliaccamente, nel letto di Elena: Tullio Solenghi, maestro di comicità ed eleganza restituisce i versi in modo inedito.

 

28 luglio, ore 17.30 | Monte Rinaldo [Area Archeologica La Cuma]

VISITA ALL’AREA ARCHEOLOGICA LA CUMA

a cura di Comune di Monte Rinaldo

informazioni e biglietti 0734 777121

ULISSE IN VIAGGIO NEL TEMPO

[conferenza-spettacolo]

03.07 | Grottammare

Bagno della Regina

 

IL LIBER DI CATULLO

TRA DIMENSIONE LIRICA E MODERNITÀ LETTERARIA

[conferenza-spettacolo]

24.07 | Grottammare

Bagno della Regina

 

ANTIGONE OVVERO LA LEGGE DEGLI UMANI

[conferenza-spettacolo]

04.08 | Cupra Marittima

Area Archeologica Foro Romano

 

COME AMAVANO I POETI LATINI

[conferenza-spettacolo]

13.08 | Grottammare

Bagno della Regina

 

ULISSE IN VIAGGIO NEL TEMPO

con Valentina Illuminati e Lucilio Santoni

Un’indagine sulla figura dell’eroe omerico nelle metamorfosi da lui assunte nei secoli. Da personaggio simbolo del nostos, a ricercatore che segue virtute e canoscenza, fino al moderno paladino del progresso e delle grandi scoperte. In tal senso, Odisseo ha letteralmente plasmato le fondamenta culturali dell’Occidente.

 

IL LIBER DI CATULLO

TRA DIMENSIONE LIRICA E MODERNITÀ LETTERARIA

con Yamina Oudai Celso ed Edoardo Ripani

Un ritratto del più grande poeta romano dell’amore. Catullo incarna l’espressione vivente di un sentire personale profondo, in modo tale che in lui amore, poesia e vita veramente coincidono. Una perfetta sintesi letteraria di un sentimento tumultuoso, ricercato e, in qualche modo, impuro. Ma trovano spazio nel Liber anche l’amicizia, la morte e la critica ai vizi privati e alle pubbliche virtù.

 

ANTIGONE OVVERO LA LEGGE DEGLI UMANI

con Valentina Illuminati, Edoardo Ripani e Lucilio Santoni

Messa in scena di una riflessione a partire dalla celebre tragedia di Sofocle: la contrapposizione tra la figura di Antigone, che rivendica una legge di matrice divina fondata sulla famiglia e sulla tradizione, e Creonte, che rappresenta il tiranno arcaico e fonda il suo potere su un ordinamento politico nato da deliberazioni esclusivamente umane (il cosiddetto nomos).

 

COME AMAVANO I POETI LATINI

con Giorgio Colangeli e Lucilio Santoni

Una cavalcata fra le più belle poesie d’amore della latinità. Catullo, Tibullo, Properzio, Ovidio, sono i protagonisti della serata e si serviranno della voce di un grande attore per esprimere tutte le sfumature del sentimento più nobile e controverso dell’essere umano. Un florilegio di versi fra corpo e anima.

DONNE AL PARLAMENTO

06.07 | Ascoli Piceno

Teatro Romano

 

 

 

di Aristofane

con Flavia Albertini, Iole Albertini, Danilo Amici, Lorenzo Artissunch

Loredana Campanella, Maria Federica Ciabattoni, Maria Antonietta Crocetti

Claudia Curzi, Gilda Luzzi, Paola Masciovecchio, Eliana Simonetti

Alessandra Ventura, Silvana Verrocchio, Costantino Tondi, Francesco Zocchi, Enrico Zunica

regia Stefano Artissunch

produzione Synergie Arte Teatro

 

Donne al Parlamento è una lettura scenica degli allievi del Laboratorio Teatrale diretto dall’attore-regista Stefano Artissunch.

Commedia teatrale divertente e straordinariamente attuale che la sapiente penna di Aristofane crea nel 392 a.C quando ad Atene lo Stato vive una crisi profonda e nessuno sa più cosa inventarsi per risollevarne le sorti. Le Donne così, stanche e avvilite da una democrazia corrotta dove ognuno pensa solo al proprio tornaconto, decidono in gran segreto di travestirsi da uomini e di infiltrarsi in massa nell’assemblea cittadina al posto dei mariti per far approvare un decreto rivoluzionario che attribuisca loro tutti i poteri politici. E ci riescono: forti della maggioranza artificiosamente raggiunta, destituiscono gli uomini da ogni carica e prendono le redini del governo. Le donne si dimostrano all’altezza del comando della città, più dei loro stessi mariti. Innanzitutto, in quanto madri, possono garantire la pace evitando che i loro figli vadano in guerra; in secondo luogo, essendo già amministratrici e tesoriere nelle loro case, possono fare sicuramente un ottimo uso del denaro pubblico senza sperperarlo.

Il gruppo di allievi, guidati da Artissunch, incuriosito dalla carica eversiva nonché satirica ed ironica di Aristofane, restituirà le suggestioni tipiche della commedia classica, giocando con immagini e simboli frutto del lavoro di improvvisazione guidata su musica e suoni.

 

MEDEE

10.07 | Ancona

Museo Archeologico Nazionale delle Marche

 

drammaturgia e regia Matteo Tarasco

con Martina Cassenti, Federica D’Angelo, Serena Ferraiuolo

Annamaria Ghirandelli, Alice Giroldini, Diletta Masetti, Maddalena Serratore

assistente alla regia Marta Selvaggio

produzione esecutiva Daniele Onorati

produzione Teatro dei Calanchi

 

Medee è il risultato di una residenza creativa presso il Teatro dei Calanchi a Pisticci, in Basilicata. Abbiamo immaginato di costruire qui un teatro con la paglia, usando la collina e le mammelle di argilla dei Calanchi come palcoscenico naturale, con le sue asperità. Una piccola valletta, chiusa e protetta dalla civiltà, dai suoi suoni, le sue luci e i suoi rumori, è diventata la platea, che ogni anno noi creiamo con la paglia, cioè con tutti elementi basici della terra, che ci offre il territorio. Abbiamo scelto di raccontare il mito di Medea con il testo Medee, una drammaturgia desunta da Apollonio Rodio Argonautiche, Seneca Medea, Ovidio Eroidi, Franz Grillparzer Il Vello d’oro, Heiner Muller Materiali per Medea, Christa Wolf Medea voci. Riteniamo che il ritorno alla Grecia – come dicono alcuni psicanalisti – per noi esseri umani dell’occidente del terzo millennio sia fondamentale perché la Grecia rappresenta la nostra radice inalienabile. Il nostro compito di teatranti, di esseri umani e di cittadini è quello di ricordare da dove veniamo, curare le radici al fine di avere un futuro più florido. Mettere in scena Medee significa essere appassionati e folli, significa ricordare che le parole bruciano, che le parole si fanno carne mentre noi parliamo e quindi anche parlare, anche raccontare una storia, è un gesto fisico e corporale. Oggi sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, la lingua oggi non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro oggi, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa, per non stritolare la parola nell’angoscia semantica della comunicazione che molto dice e poco esprime. Fare teatro oggi ci ricorda che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto. Matteo Tarasco

 

Teatro dei Calanchi è il grembo che ha generato il progetto a partire dalla residenza artistica in Basilicata, un modello alternativo e sperimentale di produzione artistica. Nel rapporto con il luogo, l’arte diventa un’anima che emerge da un corpo, un’eco di richiamo ai luoghi generato dai luoghi stessi. L’idea ha origine esattamente dall’isolamento e dalla sconnessione della terra dei Calanchi, nonché dall’invadente e incontaminata bellezza che fuoriesce dalle terre argillose di Lucania, dove solo pochi uomini hanno posato il piede.   Unplugged, vale a dire sconnesso, diventa una filosofia in Teatro dei Calanchi: niente corrente elettrica, niente amplificazione acustica, nessuna tecnologia di supporto al gesto artistico. Così nasce Medee. Ingredienti essenziali: l’uomo e la terra. Decisamente complessa, pur nella semplicità estrema della resa finale, la dimensione organizzativa del progetto, soprattutto rispetto al fatto di prendere vita in un luogo

dove le mancanze, oltre ad essere una scelta artistica, sono pur sempre una condizione, spesso insuperabile. Niente acqua, nessuna zona d’ombra, lontano dai centri abitati e ospiti temporanei di una location che per natura non è esattamente ospitale. L’energia che muove tutto è l’amore per il teatro e per il territorio.

Daniele Onorati

 

 10 luglio, ore 19.30 | Ancona [Museo Archeologico Nazionale delle Marche]

VISITA AL SARCOFAGO CON IL MITO DI MEDEA

a cura di Dott.ssa Nicoletta Frapiccini, Direttrice Museo Archeologico Nazionale delle Marche

LA BIBBIA

RACCONTATA NEL MODO DI PAOLO CEVOLI

11.07 | Ascoli Piceno

Teatro Romano

19.07 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

 

 

 

di e con Paolo Cevoli

cantanti Daniela Galli, Silvia Donati

Cristina Montanari

regia Daniele Sala

arrangiamenti musicali Davide Belviso

produzione Diverto

 

La Bibbia. Il Libro dei Libri. Il Best Seller dei best sellers.

Da tutti conosciuto anche se forse non da tutti letto.

Ma sicuramente, anche quelli che non l’hanno mai sfogliato, hanno qualche nozione di Adamo ed Eva, Caino e Abele, Noè e l’arca ecc…

Paolo Cevoli vuole rileggere quelle storie come una grande rappresentazione teatrale dove Dio è il “capocomico” che si vuole rappresentare e far conoscere sul palcoscenico dell’universo.

Dio è il “Primo Attore” che convoca come interpreti i grandi personaggi della Bibbia.

E forse anche ognuno di noi è protagonista e attore e può scoprire anche l’ironia e la comicità di quella Grande Storia.

 

19 e 31 luglio, 8 agosto | Urbisaglia [Parco Archeologico]

INTRODUZIONE ALLO SPETTACOLO E VISITA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI URBS SALVIA

ore 17.30 Teatro Comunale di Urbisaglia

incontro di presentazione dell’opera in scena all’Anfiteatro Romano

ore 18.30 passeggiata nel Parco Archeologico di Urbs Salvia

e visita guidata al Serbatoio romano, Teatro, Criptoportico e Anfiteatro

ore 20 DinnerTAU: cena con prodotti locali

a cura del Servizio Cultura del Comune di Urbisaglia

informazioni 0733 506566 / 0733 202942 / 334 8663559

 

EMBER

TRAPPED IN FIRE – PROMETHEUS FIGHT

13.07 | Pesaro

Rocca Costanza

 

concept, coreografia, danza Ziya Azazi

drammaturgia, testi Isin Onol

musiche Mike Ottis

palco Ziya Azazi & Peter Leitner

costumi Ischiko

stage manager Ali Can Guezel effetto fiamme Robert Nagel

prodotto da Za&office, Freeart, Mediterrania Manresa

un ringraziamento speciale a Ali Can Guezel, Dorothee Gussenbauer, Ischiko

 

Ember è un viaggio ancestrale nell’eterna lotta tra uomo e fuoco. Partendo dal mito di Prometeo che rubò il fuoco a gli dei per donarlo a gli uomini, Ziya Azazi sviluppa un lavoro basato sulla ripetizione dei gesti e sul movimento di rotazione tipico della danza sufi, attraverso cui l’artista affronta alcuni temi a lui cari – l’istinto distruttivo insito nell’essere umano, il dolore nella presa d’atto della mortalità, la fine inevitabile di tutto – nel ciclo continuo della vita. La circolarità è un altro elemento chiave di lettura del lavoro di Azazi e lo collega al tempo del mito. Come in un tempo antico, Azazi mette in scena la lotta di tutta l’esistenza attraverso un lavoro coreografico basato sull’interpretazione personale del movimento che porta a una crescente consapevolezza della impossibilità di percorrere tutte le possibili strade della propria esistenza. La vita diventa un cerchio irreversibile, un’inevitabile trappola. Ember non fornisce risposte semplici. Suggerisce invece allo spettatore di considerare l’inizio e la fine, dove cominciano e dove finiscono, e se il fuoco nel cerchio è un inizio o una fine. In questo lavoro l’uso del fuoco intensifica la complessità delle dualità del vivere: gioia e dolore, inizio e fine, presenza e assenza, vita e morte.

 

Ziya Azazi, nato nel 1969 a Antiochia in Turchia, nel 1986 si è spostato a Istanbul dove si è laureato in ingegneria. Negli anni dell’università inizia a studiare danza e dal 1990 al 1994 lavora con il Teatro di Stato di Istanbul dove crea le sue prime coreografie. Nel 1999 riceve il premio durante la Summer Dance Week di Vienna (Dance Web), che comprende una menzione d’onore da parte del  Ballett International Magazine come “The Most Outstanding Dancer of the Year for Austria”. Il premio viene ricevuto per la sua performance Unterwegs Tabula Rasa. Tra il 2000 e il 2002 viene scritturato dal Vienna Volksoper, Austria, Theaterhaus Stuttgart, Germania, e dal  Grand Théatre di Ginevra, Svizzera. Nel 2004 lavora con Jan Fabré – Trobleyn. Tra il 2005 e il 2007 partecipa alla piece d’Orient della Compagnie Thor. Ha lavorato con molti artisti come Cem Ertekin, Aydin Teker, Sebastian Prantl, Philippe Arlaud, Anne-Marie Gros, Ismael Ivo, Marcia Haydée, Yoshi Oida e Thierry Smits. Nel 1999 inizia a studiare le danze tradizionali dei Sufi e ha coreografato molte interpretazioni su questo tema come si può vedere in Work in Progress I & II. A queste coreografie hanno partecipato musicisti come Mercan Dede, Sertap Erener e Sabri Tuluğ Tırpan. Due di questi assoli, Dervish in Progress (2004 / Barcelona) e ’Azab (2005 / Sao Paulo) costituiscono il programma Dervish, portato in scena in tutto il mondo. In collaborazione con il musicista francese Serge Adam, ha sviluppato Icons, che è stato presentato per la prima volta a Grenoble, Francia, a Novembre 2007. Il suo lavoro più recente Deplacé è stato presentato a Royaumont, Francia nel dicembre 2008 in collaborazione con il musicista libanese Zaad Moultaka. Ha partecipato a vari festival internazionali tra cui Polyzentral, Hamburg, Liteside, Amsterdam, Teatro Europeo, Torino, Dias de Danza, Barcelona Sitges, Sziget, Budapest, Trafalgar Square, Londra, Images of the Middle East, Copenhagen, Danse en Ville, Brussels-Luxembourg, I-DANS Solists, Istanbul, Les Eclats Choreographiques, Niort, III Festival de Solos y Duetos, Venezuela. Ha eseguito i suoi lavori al National Museum di Singapore, National Library, Londra, St. Irene Church, Istanbul, Fadjr International Theatre, Teheran, e al gala di inaugurazione del 44° Golden Orange Film Festival, Antalya.

 

13 luglio, ore 19.30 | Pesaro

VISITA ALLA DOMUS DELL’ABBONDANZA

a cura di Sistema Museo

 

LA STORIA DI ANTIGONE

FAVOLA IN MUSICA PER CORNACCHIE, CANI SELVATICI, MALEDIZIONI

TIRANNI, SEPOLCRI & FANCIULLE IN FIORE

15.07 | Corinaldo

Area Archeologica Santa Maria in Portuno

 

di Ali Smith

raccontata da Anita Caprioli

cantata da Didie Caria

regia Roberto Tarasco

produzione Nidodiragno

 

Indicata da Alessandro Baricco come una delle storie da salvare, la versione della tragedia di Sofocle della scrittrice scozzese Ali Smith riporta una visione fortemente ecologista dalla parte dei corvi che popolano la città di Tebe.

Ad accompagnare Anita Caprioli, attrice colta e sensibile, i suoni live del cantante e compositore Didie Caria e le sculture immaginifiche di Giovanni Tamburelli. La storia di Antigone è il resoconto di una cornacchia appollaiata su una delle 7 porte di Tebe. Dalla sua formidabile posizione il pennuto assiste al tentativo di Antigone di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re Creonte. Scoperta da una guardia, Antigone viene condannata ad essere tumulata in una grotta. Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio? E queste ultime esistono, o sono anch’esse leggi di uomini ammantate di sacralità? Può una donna contrapporsi al potere di un uomo? E se questi è un re? Cosa è più giusto? Difendere i diritti del fratello o far rispettare la legge, anche se colpisce i familiari?

Suscitando questi interrogativi Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di emancipazione. La vicenda di una donna che con il coraggio di una visone “altra” e “alta” rivendica il suo diritto a parlare e si ribella a una ristretta concezione del potere tutta maschile. E più in generale la storia di una contestazione, risoluta e avventata, contro la “tirannia” della legge. Indicata da Alessandro Baricco come una delle storie da salvare, la versione della tragedia di Sofocle della scrittrice scozzese Ali Smith riporta una visione fortemente ecologista dalla parte dei corvi che popolano la città di Tebe.

Ad accompagnare Anita Caprioli, attrice colta e sensibile, i suoni live del cantante e compositore Didie Caria e le sculture immaginifiche di Giovanni Tamburelli. La storia di Antigone è il resoconto di una cornacchia appollaiata su una delle 7 porte di Tebe. Dalla sua formidabile posizione il pennuto assiste al tentativo di Antigone di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re Creonte. Scoperta da una guardia, Antigone viene condannata ad essere tumulata in una grotta. Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio? E queste ultime esistono, o sono anch’esse leggi di uomini ammantate di sacralità? Può una donna contrapporsi al potere di un uomo? E se questi è un re? Cosa è più giusto? Difendere i diritti del fratello o far rispettare la legge, anche se colpisce i familiari?

Suscitando questi interrogativi Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di emancipazione. La vicenda di una donna che con il coraggio di una visone “altra” e “alta” rivendica il suo diritto a parlare e si ribella a una ristretta concezione del potere tutta maschile. E più in generale la storia di una contestazione, risoluta e avventata, contro la “tirannia” della legge.

 

15 luglio, ore 19.30 | Corinaldo [Madonna del Piano]

VISITA ALL’AREA ARCHEOLOGICA DI SANTA MARIA IN PORTUNO

a cura di Comune di Corinaldo, Consorzio Città Romana di Suasa, Dip. di Archeologia Università di Bologna

ILIADE

23.07 | San Severino Marche

Parco Archeologico di Septempeda, Terme Romane

 

da Omero

da un’idea di Francesco Rapaccioni

letture Associazione Sognalibro

Filippo Boldrini violoncello

Riccardo Brandi clarinetto

Simone Montecchia fagotto

Paolo Moscatelli violino

Ludovico Rapaccioni contrabbasso

nuova produzione dei Teatri di Sanseverino

in collaborazione con Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, AMAT, Regione Marche

MiBACT, Protezione Civile di San Severino Marche

Club Alpino Italiano sezione di San Severino Marche

Pro Loco di San Severino Marche, Comitato del Quartiere Settempeda

 

 

L’Iliade è la prima “storia” narrata, la vicenda emblematica di tutte le faccende umane, precedenti e successive, il romanzo che fa il punto, una volta per tutte, su sentimenti e accadimenti dell’umanità. L’Iliade è storia di guerra e di pace prima di Tolstoi, storia di amore e di amicizia prima del Romanticismo, storia di politica e di società prima del Novecento, storia di coraggio, onore e valore prima del contemporaneo. È la storia di un viaggio nello spazio e nel cuore, una storia della memoria, individuale e collettiva, che analizza, sotto la lente d’ingrandimento, l’animo dell’uomo e i suoi sentimenti. Una storia che ha contribuito in maniera fondamentale a creare l’identità dell’uomo contemporaneo.

Oggi più che mai ci sembra necessario riascoltare quella storia e sottolineare i valori che ne stanno alla base, in senso inclusivo e in un’ottica di civile e pacifica convivenza.

Dopo avere presentato, negli anni scorsi, i testi di Seneca e i poeti d’amore delle letterature greca e latina, quest’anno i Teatri di Sanseverino mettono in cartellone Iliade in una versione ridotta e per frammenti, ripercorrendo a grandi linee la trama e i momenti più noti e significativi, contaminando il testo omerico con minime glosse di autori successivi. A leggere il testo è l’Associazione Sognalibro, le pause musicali sono curate da giovani e bravi musicisti di San Severino: un’occasione per presentare al pubblico i “talenti del luogo” in un luogo estremamente suggestivo come le Terme della città romana di Septempeda, uno dei sette parchi archeologici della Regione Marche, recentemente oggetto di approfondite indagini della Soprinprtendenza che hanno rivelato risultati sorprendenti.

 

23 luglio, ore 20.30 e 23 | San Severino Marche [Parco Archeologico]

VISITE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI SEPTEMPEDA

a cura di Pro Loco San Severino Marche

l’aperitivo è offerto dal Comitato del Quartiere Settempeda

 

ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO

25.07 | Matelica

Cortile Palazzo Finaguerra

LA NINFA CALIPSO

 

progetto e regia Sergio Maifredi

con Amanda Sandrelli

produzione Teatro Pubblico Ligure

 

Teatro Pubblico Ligure, da dieci anni, dedica un lavoro specifico al racconto, inteso come rito civile della lettura pubblica. Il progetto, oltre al Decameron di Boccaccio e Iliade, comprende Odissea, Eneide e un percorso specifico ispirato a Italo Calvino, le cui Città invisibili sono poi state sviluppate in Atlante del Gran Kan, scritto da Gian Luca Favetto e Sergio Maifredi per dare voce ai cittadini e alle loro storie, com’è accaduto a Sori (Genova) e a Enna. Ma comprende anche un autore novecentesco iconoclasta come Paolo Villaggio. Infine, la lettura pubblica ha avuto un ulteriore sviluppo nella rassegna Sorilegge, che ha coinvolto i cittadini di Sori (Genova) chiamati a presentare il proprio libro preferito nel foyer del teatro, regolarmente, ogni sera, prima dello spettacolo, durante tutta la Stagione 2017/2018. Iliade e Odissea fanno parte del progetto Iliade Odissea Eneide Un racconto mediterraneo e va in scena dal 2011 nei siti archeologi e nei teatri antichi d’Italia grazie a STAR – Sistema Teatri Antichi Romani, progetto del Teatro Pubblico Ligure nato in accordo con i Poli Museali Italiani, le Regioni e il MiBACT al fine di promuovere il patrimonio archeologico che si affaccia sul Mediterraneo attraverso spettacoli ed eventi: parole antiche per pensieri nuovi.

 

LA NINFA CALIPSO

Calipso, colei che nasconde. È nella sua isola che Odisseo si trova ormai da sette anni quando Atena implora gli altri dèi di accorgersi di questo eroe che ancora non ha fatto ritorno a casa dopo la guerra di Troia. Calipso gli ha offerto l’immortalità e la sua bellezza eterna. Odisseo sa a cosa rinuncia ma vuole rientrare nel mondo, nel tempo che passa, non vuole rinunciare al suo essere uomo mortale. Calipso, piangendo, lo lascerà riprendere il suo viaggio. Amanda Sandrelli, con forza e dolcezza, dà vita ad una umanissima Calipso e sceglie di accostarla, per contrasto, ad una Clitemnestra contemporanea. Racconterà quindi di due abbandoni vissuti in modo diametralmente opposto. Racconterà di due donne che sono due volti della stessa Luna.

 

 

 

25 luglio, ore 19.30 | Matelica

VISITA ALLE CANTINE DI PALAZZO FINAGUERRA

E DOMUS DI PALAZZO OTTONI

a cura di Comune di Matelica

 

 

ANTIGONE

26.07 | Falerone

Teatro Romano

 

di Sofocle

adattamento e regia Giuseppe Argirò

con Jun Ichikawa, Maurizio Palladino, Renato Campese

Maria Cristina Fioretti, Carmen Di Marzo, Silvia Falabella, Filippo Velardi

disegno luci Giovanna Venzi

progetto scenico e costumi Giuseppe Argirò

produzione Castalia Produzione

 

Antigone è uno dei testi classici che più rappresenta l’essenza stessa del tragico. La giovane protagonista della tragedia sofoclea si ostina a voler seppellire il corpo del fratello Polinice, contro la volontà dello zio Creonte, che ne vuole punire il tradimento. Polinice si è schierato infatti contro la sua stessa città e ha trovato la morte in un duello fratricida con Eteocle. Antigone, che difende i vincoli di sangue e le ragioni della pietà familiare, si scontra con l’ottusità della ragione di Stato, incarnando il diritto “naturale” contro quello “positivo”, rappresentando l’ideale dell’eroina tragica, capace di andare incontro al suo destino con consapevolezza e lucidità. Ancora una volta i Greci ci parlano da lontano e tracciano la via che unisce passato e presente. Da questa convinzione parte il progetto scenico di Giuseppe Argirò che afferma il valore della riscrittura del tragico nel novecento. La drammaturgia infatti risulta composita: partendo da Sofocle, arriva ai luoghi contemporanei segnati dalla guerra. Antigone combatte la sopraffazione, l’abuso; e rappresenta l’elogio della disobbedienza, come nella riproposizione di Anouilh; o diviene l’emblema della scelta come in Fuochi della Yourcenar. In ogni caso, la principessa tebana è una paladina dei diritti civili e ne combatte ogni violazione. Con l’eroina sofoclea assistiamo alla storicizzazione dell’individuo e delle sue decisioni: Antigone è sostanza etica pura come sosterrà Hegel e come verrà ribadito nello studio di George Steiner Le Antigoni. Lo spettacolo, quindi, affronta il tema dei diritti umani, della pena di morte e del coraggio di lottare per sovvertire le regole ingiuste con la disobbedienza civile, come faranno i grandi personaggi della Storia che sono stati in grado di cambiare il destino di interi paesi Eschilo, con l’Orestea, aveva affermato la necessità della democrazia, sancendo il passaggio dallo stato di natura allo stato di diritto; Sofocle mette in discussione tale diritto e opera una distinzione tra le leggi “giuste” e le leggi inique, frutto di un interesse dello Stato, spesso in disaccordo con le esigenze dei cittadini. Antigone non discute la norma in sé, ma la sua presunta oggettività: Nella disobbedienza di Antigone, inoltre, è rintracciabile l’afflato di un amore universale, un amore oblativo, incondizionato che va oltre i legami di sangue ben al di là di ogni possibile comprensione umana, come metterà in luce Elsa Morante in Serata a Colono, che presenta un’Antigone non più eroica ma dimessa e ossessionata dal bene, unico valore positivo della sua vita.

 

Nello spettacolo in scena campeggia lo spettro di una detenzione ingiusta e di una condanna iniqua, una condanna capitale. Lo scenario è quello di un conflitto ma sfugge volutamente a una connotazione precisa, per alludere metaforicamente a ogni esperienza bellica che colpisce il singolo individuo, e l’intera collettività. Gli spettatori assistono alla fine di Antigone esattamente come i parenti delle vittime assistono alle esecuzioni. Antigone è interpretata dall’attrice italo giapponese June Ichikawa,capace di fondere la verità cinematografica e la carica espressiva della modulazione teatrale in una cornice fortemente rituale a testimoniare la trasversalità del mito sofocleo. Creonte ci appare spietato ottuso, ossequioso del potere, evoca la stupidità dei potenti della terra grazie alle risonanze ben calibrate di Maurizio Palladino. Euridice, sua moglie è Maria Cristina Fioretti, attrice versatile, in grado di gestire registri lirici ed epici come nel prologo, tratto dalle Fenicie e opportunamente collocato nel testo dalla felice riduzione del regista che rende comprensibile il mito. Equilibrata  è Carmen Di Marzo nel vestire i panni della sentinella, personaggio grottesco che assume qui le sembianze femminili di una delatrice con accenti popolari e misuratamente dialettali al servizio del Tiranno. Delicata e partecipe La presenza di Ismene affidata a Silvia Falabella, commovente il figlio suicida di Creonte: Emone di Filippo Velardi, infine carismatica appare la figura di Renato Campese nei panni di TIresia. L’eroina tebana, murata viva va incontro ad una morte senza redenzione, accompagnata dalla commozione degli spettatori presenti, affermando il valore rituale del Teatro, ben evocato dalla regia immaginifica di Argirò e dall’elegante disegno luci di Giovanna Venzi quasi a ricongiungere la civiltà pagana con quella cristiana, creando una ricomposizione del tempo del mito e del tempo della storia, affermando cosi la mancata evoluzione del genere umano.

TROIANE

31.07 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

 

di Seneca

traduzione e adattamento Fabrizio Sinisi

regia Alessandro Machìa

con Edoardo Siravo, Paolo Bonacelli

Valeria Ciangottini, Alessandra Fallucchi, Silvia Siravo

Cecilia Zingaro, Elena Crucianelli

costumi Sara Bianchi

luci Giuseppe Filipponi

suono Massimiliano Tettoni

assistente alla regia Elena Crucianelli

produzione Laros di Gino Caudai

 

 

Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu guarderai a lungo in un abisso , anche l’abisso vorrà guardare dentro di te. [Friedrich Nietzsche, “Al di là del bene e del male”]

 

In una Troia avvolta dalle fiamme dall’inzio alla fine della tragedia, Seneca mette in scena un universo segnato dal lutto, dalla perdita del controllo sulle passioni, in cui l’umano si afferma soltanto nella sua possibilità di fare il male. Gli dèi sono ormai presenze lontane e insignificanti, c’è solo l’uomo nella sua infinita solitudine e sofferenza. A dominare è la guerra. E la morte: una morte che è anche liberazione dal dolore e dall’assurdo della vita. Troades, che da più parti è stata definita “la più teatrale delle tragedie di Seneca”, rivela una straordinaria modernità nel rappresentare il demoniaco che abita l’interiorità dell’uomo e il male di cui è capace, grazie anche a una lingua asciutta e affilata e a una struttura che, violando le unità aristoteliche, si avvicina a una scansione quasi cinemataografica della narrazione.

Seneca emerge come “nostro contemporaneo” nel ritrarre il rapporto tra la dimensione pubblica del potere e quella privata della paura della morte, e nel dare alla parola una carnalità e un furore che, lungi da ogni letterarietà, riesce a farsi vera e propria “azione”; una testualità spettacolare che forse è la vera cifra della modernità del modello tragico proposto da Seneca, dove la tragedia non assolve più a una funzione stabilizzante, ma afferma in sé l’impossibilità di qualsiasi redenzione.

 

ILIADE. DA OMERO A OMERO

01.08 | Ascoli Piceno

Teatro Romano

 

testo originale e montaggio Monica Centanni

con Sebastiano Lo Monaco

archi Quartetto Aretuseo

laptop Dario Arcidiacono

musiche originali Dario Arcidiacono

produzione SiciliaTeatro

 

Sebastiano Lo Monaco accetta la sfida di tradurre in scena il poema epico fondante della cultura occidentale e diventa il cantore che cuce in una nuova rapsodia i brani degli antichi racconti. L’originalità di questo spettacolo, che lo distingue nettamente dalle abituali trasposizioni sceniche del poema, sta nella complessità drammaturgica e nel conseguente ruolo assunto dall’attore così come nella interazione del linguaggio teatrale con quello musicale. Il montaggio testuale, operato dalla grecista Monica Centanni, fa proprie le ricerche filologiche sulla composizione del poema e sul suo strutturarsi nel tempo attraverso le tradizioni orali. L’attore è dunque l’aedo che scompone e riannoda i fili della narrazione, utilizzando materiali diversi, dagli episodi omerici ai brani tratti dalle opere teatrali che i grandi poeti tragici rielaborarono dal mito di Troia. La voce del cantore è supportata da un tessuto musicale che a volte si fa personaggio, dialogano con l’interprete il Quartetto Aretuseo e Dario Arcidiacono con le musiche elettroniche eseguite dal vivo. Questa Iliade ricapitola la storia della spedizione achea contro la rocca di Priamo dall’inizio alla fine: dagli amori di Elena e Paride, fino all’inganno del cavallo, la conquista e l’incendio della città, la spartizione delle donne dei vinti, le principesse troiane fatte schiave dai vincitori. Storie di eroi – Achille, Ettore, Ulisse – che nell’impresa mettono alla prova il limite e la qualità del loro singolare valore e intanto, insieme, disegnano la variegata costellazione dei valori su cui si fonda, nel bene e nel male, la civiltà occidentale: amicizia, coraggio, lealtà, carattere, astuzia, passione, ragione. Storie di dei – Atena, Poseidone, Ares, Afrodite – che si schierano in battaglia al fianco degli uomini per dar prova non solo del loro potere, ma della loro stessa esistenza.

 

1 agosto, ore 19.30 | Ascoli Piceno

VISITA AL TEATRO ROMANO E AL COMPLESSO DI SAN TOMMASO

a cura di Integra Soc. Coop. e Picchio Soc. Coop. Sociale

 

LA MORTE DELLA PIZIA

07.08 | Pesaro

Rocca Costanza

11.08 | Ascoli Piceno

Teatro Romano

 

di Friedrich Dürrenmatt

con Daniele Pecci

e Chiara Di Benedetto [violoncello]

a cura di Daniele Pecci

produzione Nido di Ragno

 

Nella mitologia greca, la Pizia era l’eletta sacerdotessa del dio Apollo a Delfi che, seduta sul suo tripode e avvolta dal vapore, profetizzava agli uomini il volere degli dei attraverso uno solenne vaticinio. Nel racconto La morte della Pizia di Friedrich Dürrenmatt, pubblicato nel Mitmacher nel 1976, la profetessa di Apollo diventa “un’imbrogliona che improvvisava gli oracoli a casaccio, secondo l’umore del momento”, l’ultima delle pizie che appaiono come la versione antica delle cartomanti di oggi.

Friedrich Dürrenmatt, scrittore svizzero del Novecento (1921-1990), tiene in modo particolare alla parodia (un altro tentativo riuscito è Il Minotauro) e con questo racconto, piccolo capolavoro della burla ironica, ci presenta un mito che assomiglia a una caricatura, prendendo tuttavia le dovute distanze dalla satira e dal sarcasmo infondato. Perché la messa in ridicolo della Pizia è motivata dalla ragione prima del suo autore, ovvero l’investigazione e l’interpretazione dello straordinario arcano, il protagonista assoluto del racconto, che fa uscire pazzi gli antichi greci che gli si accostavano con fede incondizionata.

 

Anche nella reinterpretazione del testo firmata da Daniele Pecci nasce una rilettura laica, sottile, dissacratoria e divertente del mito greco ed in particolare del mito di Edipo.

Un’ormai decrepita discendente Pizia, sacerdotessa dell’oracolo di Delfi, viene chiamata a rispondere alle domande di un giovane Edipo. Attraverso il suo sogno si intrecciano in vorticose trame l’invenzione, la casualità e il destino, tutte credibili, che manifesteranno il vero abitante di Delfi: l’enigma.

 

 

 

 

 

7 agosto, ore 19.30 | Falerone [Piane di Falerone]

VISITA AL TEATRO ROMANO

a cura di Ass. Cult. Minerva

 

PSEUDOLO

07.08 | Falerone

Teatro Romano

08.08 | Urbisaglia

Anfiteatro Romano

 

di Tito Maccio Plauto

adattamento e regia Cristiano Roccamo

con Ettore Bassi

e con Massimo Boncompagni, Jacopo Costantini, Ludovico Röhl

musiche originali Sara Castiglia

scenografia Elisabetta Salvatori

costumi Gloria Fabbri e Manuela Monti

pupazzi Brina Babini

produzione Teatro Europeo Plautino

 

Cicerone ci racconta che Plauto “si divertiva” (gaudebat) in vecchiaia nel comporre Pseudolus , rappresentata per la prima volta nel 191 a.C. quando Plauto aveva circa sessant’anni.

Come nel Miles Gloriosus, nello Pseudolus il servo è al centro della commedia. Il servo di Plauto ha infatti ispirato nei secoli i più grandi autori teatrali come Molière, Ariosto, Goldoni, Shakespeare, Goëthe e Rossini; per questo, e non solo, si evince come Plauto sia il padre di tutto il teatro comico europeo.

Una messa in scena semplice, senza quarta parete; gli attori, dialogano tra loro, si rivolgono al pubblico e lo interpellano. Ne vien fuori un allestimento che lascia spazio all’improvvisazione, al gioco scenico.

Deverbia e Cantica accompagneranno gli spettatori negli intrecci Plautini messi in atto da personaggi grotteschi, anche grazie all’uso delle maschere che permettono agli attori di interpretare più personaggi.

I sentimenti e gli affetti sinceri, quando ci sono, sono comici e non commoventi, motivo per cui, le commedie di Plauto erano di certo le più applaudite. Cristiano Roccamo

 

Il giovane Calidoro è l’amante di Fenicia, una cortigiana del lenone Ballione. Tuttavia ella viene promessa ad un militare macedone in cambio di venti mine. Calidoro, allora, interpella Pseudolo, suo fedele ed astuto schiavo, il quale gli promette che riuscirà a trovare il modo per liberare Fenicia. Il servo pensa allora di rivolgersi, prima di tutto, a Ballione, dal quale viene a sapere che il militare gli ha già depositato un anticipo di quindici mine, con la promessa che il suo attendente Arpace gli avrebbe consegnato le restanti cinque portando con sé un sigillo prestabilito. Pseudolo, fingendosi uno schiavo di Ballione, raggira Arpace e lo convince a consegnargli la lettera recante il sigillo. Grazie all’aiuto di Carino, amico di Calidoro, che gli offre le cinque mine restanti e con esse uno schiavo, Scimmia, Pseudolo può portare a compimento il suo piano. Scimmia, fingendosi Arpace, si presenta da Ballione il quale, cadendo nell’inganno, gli consegna Fenicia. Dopo poco arriverà però il vero Arpace. Ballione, questa volta, crede che questi sia stato mandato da Pseudolo per ingannarlo e, solo dopo l’arrivo di Simone, padre di Calidoro, il quale gli rivela tutto il piano ordito da Pseudolo, capisce di essere stato ingannato e di non poter fare più nulla. Calidoro, così, ottiene la sua amante e Pseudolo, come ricompensa, del vino in abbondanza.

 

CASSANDRA

O DEL TEMPO DIVORATO

ELISABETTA POZZI

09.08 | Fano ex Chiesa di San Francesco

 

 

drammaturgia Elisabetta Pozzi

con il contributo di Massimo Fini

interpretato e diretto da Elisabetta Pozzi

cura del movimento Alessio Maria Romano

scene e costumi Guido Buganza

musiche Daniele D’Angelo

luci Luca Bronzo

produzione Fondazione Teatro Due

 

Cassandra è uno spettacolo che racconta la storia dell’inascoltata veggente stuprata nel tempio di Atena e poi assassinata, con le parole della tragedia attica del V secolo a.c., contaminate da testi di autori contemporanei e filtrati dallo sguardo profondo e contemporaneo di una delle maggiori protagoniste della scena italiana, Elisabetta Pozzi.

Ispirandosi alle riletture del mito antiche e moderne (da Euripide a Christa Wolf), lo spettacolo porta in scena la figura mitica di Cassandra, mettendone in luce la strabiliante modernità.

La profetessa troiana a cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro, e insieme la condanna a non essere creduta, è infatti una delle figure femminili del mito greco di più profonda tragicità – per l’impotenza, l’impossibilità di condivisione, la forzata solitudine nel sostenere il peso della conoscenza – in cui convivono, come in ogni donna, forza e fragilità. Lo spettacolo procede attraverso memorie letterarie che riguardano Cassandra, un collage di testi ricordati, assemblati da un personaggio che si prende il carico di essere Cassandra e di portarla avanti nel tempo fino ai giorni nostri.

Prendendo avvio dalla Cassandra di Christa Wolf, Elisabetta Pozzi approda al ‘Monologo per Cassandra’ di Wislawa Szymborska, passando attraverso la magnifica poesia di Ghiannis Ritsos e navigando poi tra i testi degli autori classici da Omero ad Eschilo a Euripide, Seneca.

La drammaturgia dello spettacolo si avvale del contributo di Massimo Fini con cui l’attrice ha costruito il finale, una sorta di tragico epilogo in cui Cassandra vede il futuro dell’ uomo moderno con la sua incapacità di porsi dei limiti e che è ormai ‘diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero. Daniele D’angelo ha creato per lo spettacolo un accompagnamento musicale originale, una tessitura di suoni e musica che sostengono l’intero testo, diventandone il filo rosso. E su cui si innestano i movimenti coreografici di Alessio Romano.

 

9 agosto, ore 19.30 | Fano

VISITA AL MUSEO DELLA VIA FLAMINIA

E ALLA ZONA ARCHEOLOGICA DELLA MEDIATECA MONTANARI – MEMO

a cura di Comune di Fano

 

CARNET 3 SPETTACOLI

carnet di tre o più biglietti di spettacoli diversi con 20 % di sconto

BIGLIETTI

posto unico 15 euro | 12 euro ridotto fino a 25 e oltre 65 anni / AMATo abbonato Card

per gli spettacoli di Urbisaglia e Matelica la riduzione è valida anche per i residenti presso i rispettivi Comuni

Ancona Medee, Corinaldo La storia di Antigone ,Macerata Iliade  posto unico 10 euro

Ascoli Piceno Donne al Parlamento biglietto cortesia 3 euro

Cupra Marittima, Grottammare, Monte Rinaldo, San Severino Marche  ingresso gratuito

INIZIO SPETTACOLI ore 21.30 | Monte Rinaldo ore 19

BIGLIETTERIE DEI SITI un’ora prima dell’inizio degli spettacoli

INFO E PRENOTAZIONI

Ancona, Museo Archeologico Nazionale delle Marche

AMAT 071 2072439  Casa Musicale Ancona 071 202588

Biglietteria Museo 334 6634432 [la sera di spettacolo]

Ascoli Piceno, Teatro Romano

Biglietteria Teatro Ventidio Basso 0736 298770

Corinaldo, Area Archeologica Santa Maria in Portuno

Ufficio IAT 071 7978636

Cupra Marittima, Area Archeologica Foro Romano

AMAT 071 2072439

Fabriano, Teatro Gentile

biglietteria del teatro 0732 3644 due giorni precedenti dalle 16 alle 19; il giorno di spettacolo dalle 19

Falerone, Teatro Romano

Associazione Culturale Minerva 333 5816389, Comune di Falerone 0734 710750

Fano, ex Chiesa di San Francesco

Biglietteria Teatro della Fortuna 0721 800750, Ufficio Cultura 0721 887401

Grottammare, Bagno della Regina

Ufficio Cultura Comune 0735 739238

Macerata, Teatro Romano Helvia Recina

Biglietteria dei Teatri 0733 230735

Matelica, Cortile di Palazzo Finaguerra

Comune di Matelica 0737 781850-70, biglietteria del teatro 0737 85088

il giorno di spettacolo e i due giorni precedenti dalle 18 alle 20

Monte Rinaldo, Area Archeologica La Cuma

Comune di Monte Rinaldo 0734 777121

posti limitati, ingresso gratuito [il sito verrà aperto al pubblico un’ora prima dell’inizio dello spettacolo]

Pesaro, Rocca Costanza

Tipico.tips 0721 34121, biglietteria Rocca Costanza 334 3193717 [la sera di spettacolo]

San Severino Marche, Parco Archeologico di Septempeda, Terme Romane

Pro Loco 0733 638414 da martedì a domenica dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19

Urbisaglia, Anfiteatro Romano

prevendita e informazioni presso Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566

dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19

per la DinnerTAU è necessaria la prenotazione 0733 506566 / 0733 202942 / 334 8663559

in caso di maltempo l’organizzazione comunicherà un luogo alternativo

PREVENDITE

AMAT e biglietterie del circuito 071 2072439

Call center 071 2133600

VENDITA ON LINE

www.vivaticket.it

*****

APERITAU 2018

Sorsi e passeggiate di storia

posti limitati, prenotazione consigliata 071 2075880 | 349 1941092

I TEATRI

Ancona Museo Archeologico Nazionale delle Marche Ascoli Piceno Teatro Romano

Corinaldo Area Archeologica di Santa Maria in Portuno

Cupra Marittima Area Archeologica Foro Romano

Fabriano Teatro Gentile Falerone Teatro Romano

Fano ex Chiesa di San Francesco Grottammare Bagno della Regina

Macerata Teatro Romano Helvia Recina Matelica Cortile Palazzo Finaguerra

Monte Rinaldo Area Archeologica La Cuma Pesaro Rocca Costanza

San Severino Marche Parco Archeologico di Septempeda, Terme Romane

Urbisaglia Parco Archeologico di Urbs Salvia, Anfiteatro Romano

IL PROGRAMMA

  1. PICCOLA ODISSEA TASCABILE

MARCO PAOLINI

29.06 | Fabriano Teatro Gentile

 

ILIADE UN RACCONTO MEDITERRANEO

OMERO  SERGIO MAIFREDI  TEATRO PUBBLICO LIGURE

01.07 | Macerata Teatro Romano Helvia Recina

VALERIO MASSIMO MANFREDI ILIADE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

28.07 | Monte Rinaldo Area Archeologica La Cuma

TULLIO SOLENGHI IL DUELLO PER ELENA

 

ULISSE IN VIAGGIO NEL TEMPO

VALENTINA ILLUMINATI  LUCILIO SANTONI

[conferenza-spettacolo]

03.07 | Grottammare Bagno della Regina

 

DONNE AL PARLAMENTO

ARISTOFANE  STEFANO ARTISSUNCH

06.07 | Ascoli Piceno Teatro Romano

 

MEDEE

MATTEO TARASCO  TEATRO DEI CALANCHI

10.07 | Ancona Museo Archeologico Nazionale delle Marche

 

LA BIBBIA

RACCONTATA NEL MODO DI PAOLO CEVOLI

PAOLO CEVOLI  DANIELE SALA

11.07 | Ascoli Piceno Teatro Romano

19.07 | Urbisaglia Anfiteatro Romano

 

EMBER

TRAPPED IN FIRE – PROMETHEUS FIGHT

ZIYA AZAZI

13.07 | Pesaro Rocca Costanza

 

LA STORIA DI ANTIGONE

FAVOLA IN MUSICA PER CORNACCHIE, CANI SELVATICI, MALEDIZIONI

TIRANNI, SEPOLCRI & FANCIULLE IN FIORE

SOFOCLE  ALI SMITH  ANITA CAPRIOLI

DIDIE CARIA  ROBERTO TARASCO

15.07 | Corinaldo Area Archeologica Santa Maria in Portuno

 

ILIADE

OMERO   TEATRI DI SANSEVERINO / FRANCESCO RAPACCIONI

23.07 | San Severino Marche Parco Archeologico di Septempeda, Terme Romane

 

IL LIBER DI CATULLO

TRA DIMENSIONE LIRICA E MODERNITÀ LETTERARIA

YAMINA OUDAI CELSO  EDOARDO RIPANI

[conferenza-spettacolo]

24.07 | Grottammare Bagno della Regina

ODISSEA – UN RACCONTO MEDITERRANEO

OMERO  SERGIO MAIFREDI  TEATRO PUBBLICO LIGURE

25.07 | Matelica Cortile Palazzo Finaguerra

AMANDA SANDRELLI LA NINFA CALIPSO

 

ANTIGONE

SOFOCLE  GIUSEPPE ARGIRÒ

JUN ICHIKAWA  MAURIZIO PALLADINO  RENATO CAMPESE

MARIA CRISTINA FIORETTI  CARMEN DI MARZO  SILVIA FALABELLA  FILIPPO VELARDI

26.07 | Falerone Teatro Romano

 

TROIANE

SENECA  EDOARDO SIRAVO  PAOLO BONACELLI  VALERIA CIANGOTTINI

ALESSANDRA FALLUCCHI  ALESSANDRO MACHÌA

31.07 | Urbisaglia Anfiteatro Romano

 

ILIADE. DA OMERO A OMERO

MONICA CENTANNI  SEBASTIANO LO MONACO

01.08 | Ascoli Piceno Teatro Romano

 

ANTIGONE OVVERO LA LEGGE DEGLI UMANI

VALENTINA ILLUMINATI  EDOARDO RIPANI  LUCILIO SANTONI

[conferenza-spettacolo]

04.08 | Cupra Marittima Area Archeologica Foro Romano

 

LA MORTE DELLA PIZIA

FRIEDRICH DÜRRENMATT  DANIELE PECCI

07.08 | Pesaro Rocca Costanza

11.08 | Ascoli Piceno Teatro Romano

 

PSEUDOLO

PLAUTO  ETTORE BASSI  CRISTIANO ROCCAMO

07.08 | Falerone Teatro Romano

08.08 | Urbisaglia Anfiteatro Romano

 

CASSANDRA

O DEL TEMPO DIVORATO

ELISABETTA POZZI

09.08 | Fano ex Chiesa di San Francesco

 

COME AMAVANO I POETI LATINI

GIORGIO COLANGELI  LUCILIO SANTONI

[conferenza-spettacolo]

13.08 | Grottammare Bagno della Regina

 

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