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“Superare le sterili contrapposizioni e riaprire dopo 7 anni il monastero di Serra de’ Conti”

“Superare le sterili contrapposizioni e riaprire dopo 7 anni il monastero di Serra de’ Conti”

SERRA DE’ CONTI – “Sono passati quasi 7 anni da quando, nell’agosto del 2011 il Monastero delle Monache Clarisse è stato improvvisamente chiuso per motivi che come Consiglio Pastorale – si legge in un documento – non vogliamo mettere in discussione. Semmai sentiamo il dovere di ricordarne l’importanza.

  • Il Monastero ha avuto sempre nella storia del paese un ruolo centrale: dopo essere stato abbandonato alla fine del 1500 è stato poi riaperto, ampliato e ristrutturato con l’aiuto della Comunità Civile. Quando il Monastero doveva essere chiuso e le suore trasferite ad Arcevia i serrani si sono opposti a questa decisione prendendo a sassate le carrozze che erano venute a prendere le suore per portarle via. Grazie a questo intervento le carrozze sono tornate indietro e le suore rimaste a Serra de’ Conti.
  • Il Monastero è stato un luogo di accoglienza, punto di riferimento sia per le persone che frequentavano la Chiesa sia per quelle che in Chiesa non entravano mai. E’ stato una porta sempre aperta verso la Comunità, dove si andava per trovare ascolto e conforto, per condividere i momenti difficili della vita ma anche per condividere quelli gioiosi (era il luogo dove le mamme andavano appena partorito per far conoscere i neonati alla comunità monastica).
  • Il Monastero era il luogo dove i bambini apprendevano le prime nozioni di catechismo, vivendo momenti felici di aggregazione. Era la comunità religiosa che per anni ha prestato il servizio di assistenza ai bambini e ai ragazzi, organizzando momenti di svago con recite, spettacoli musicali e dopo scuola. Con affetto ricordiamo Madre Angela Teresa che è stata per tanti di noi una seconda madre, le altre consorelle e le ore liete trascorse all’interno di quei luoghi.

“Vedere ora il nostro Monastero chiuso ci provoca un dolore immenso, un senso di smarrimento.

“In questi anni tutti abbiamo sperato in una possibile riapertura e nel ritorno di una comunità religiosa. Varie sono state le iniziative intraprese. Sembrava che una strada si fosse aperta sia per rivitalizzare la struttura come luogo di Santità, sia per dare vita al Monastero.

“Vista la situazione di stallo il Consiglio Pastorale auspica:

– una rapida ripresa del dialogo tra le parti responsabili coinvolte,

– la necessità di una “purificazione della memoria”, cioè superare contrapposizioni sterili per una sintesi su un progetto condiviso che apra ad un futuro positivo,

– che il patrimonio storico, culturale e religioso non sia disperso ma possa essere di nuovo fruibile per la   comunità secondo le modalità più opportune”.

 

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