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I bambini non vaccinati nelle scuole dell’infanzia, dagli Enti pubblici solo contraddizioni e mancate risposte

I bambini non vaccinati nelle scuole dell’infanzia, dagli Enti pubblici solo contraddizioni e mancate risposte

I bambini non vaccinati nelle scuole dell’infanzia, dagli Enti pubblici solo contraddizioni e mancate risposteSENIGALLIA – Giovedì, durante la seduta n.90 dell’Assembla del Consiglio Regionale delle Marche, si è svolta l’interrogazione n.564/18 in merito alla “Frequentazione delle Scuole per l’infanzia dei minori non in regola con il piano delle vaccinazioni obbligatorie, ma regolarmente iscritti nei propri istituti scolastici”, presentata dal consigliere Giovanni Maggi, in risposta all’appello che il gruppo “Cittadini e Salute, Senigallia” avevano rivolto a tutte le istituzioni regionali e comunali del nostro territorio.

All’interrogazione ha dato risposta l’assessore Loretta Bravi, che ha spiegato che a partire dal mese di luglio 2017, la situazione relativa agli adempimenti in seno alle vaccinazioni pediatriche obbligatorie viene monitorata con attenzione dalla Regione Marche, nella figura della Dott.sa Lucia Furia, di concerto con il Dott. Fabio Filippetti (P.F. Sanità regionale e servizio vaccini) e del Dott. Marco Ugo Filisetti (Ufficio scolastico regionale). In merito alle possibili espulsioni dei bambini nella fascia di età compresa tra 0 e 6 anni, dalle scuole e dai servizi per l’infanzia, è emerso che la Regione Marche applicherà le indicazioni recentemente diffuse dal Ministro Lorenzin con una nota del 3 febbraio scorso, in risposta a specifiche richieste di chiarimenti del Presidente dell’ANCI Antonio Decaro.

Nello specifico, il Ministro Lorenzin afferma che “i minori, i cui genitori dimostrino, con documentazione proveniente dall’azienda sanitaria locale, entro il 10 marzo 2018, di aver presentato alla medesima azienda la richiesta di effettuazione delle vaccinazioni e che la somministrazione di queste ultime sia stata fissata dalla medesima azienda sanitaria successivamente a tale ultima data, ben potranno continuare a frequentare i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia sino alla fine dell’anno scolastico o del calendario annuale in corso; dopo il 10 marzo 2018, sarà precluso l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia ai soli minori, i cui genitori/tutori/affidatari non siano in regola neppure con tale adempimento”.

“In riferimento a tali circostanze, “Cittadini e Salute, Senigallia” desidera innanzi tutto esprimere la propria gratitudine al consigliere Giovanni Maggi ed al gruppo consigliare che presiede, per aver tempestivamente risposto al nostro appello, disponendo l’interrogazione i cui esiti si sono rivelati utili a chiarire alcuni degli aspetti in questione; al tempo stesso siamo grati all’Assessore Loretta Bravi per la risposta e le informazioni condivise in seno all’Assemblea.

“Vorremmo tuttavia esporre – si legge in una nota – alcune nostre perplessità. La prima è di natura prettamente tecnica e riguarda le forti contraddizioni contenute nella nota del Ministro Lorenzin rispetto al testo della legge 119/2018, considerando che le affermazioni del Ministro non trovano alcun riscontro oggettivo in nessuno degli articoli della norma in questione. Il Ministro afferma addirittura che i genitori devono presentare una documentazione comprovante la richiesta di vaccinazioni entro il 10 marzo e che chi non è in regola con tale adempimento vedrà i figli esclusi dalle scuole e servizi per l’infanzia. Tuttavia il testo della legge 119/2018 non contiene nulla di tutto ciò ed in alcun caso fa riferimenti ad adempimenti di questo genere da dover assolvere entro la data del 10 marzo. Considerando inoltre che non è chiaro quale sia il valore legale di una lettera del Ministro Lorenzin, e preso atto delle evidenti discrepanze in essa contenute rispetto al dettato normativo, non possiamo far altro che considerare la sua nota come un semplice parere personale ed attenerci strettamente alle disposizioni vigenti.

“In definitiva, quindi, i nostri timori – prosegue la nota – sono risultati più che fondati, dal momento che sembra chiaro che la questione esclusioni dalle scuole dell’infanzia verrà trattata secondo un metro interpretativo che si discosta dal dettato normativo della legge 119/2017. Nello specifico ricordiamo che il testo della normativa,  non prevede alcun tipo di provvedimento espulsivo/decadenziale se non a partire dall’anno scolastico 2019/20 ed al tempo stesso indica una disciplina transitoria per l’anno 2017/18 che differisce tuttavia soltanto nei termini di deposito della documentazione e/o di integrazione delle autocertificazioni, mentre nulla aggiunge o modifica alle disposizioni in merito alla “decadenza” in corso di anno scolastico. E’ quindi evidente che, nel silenzio della legge, qualunque provvedimento espulsivo/decadenziale dovesse essere adottato nei confronti di minori frequentanti nidi o scuole materne prima dell’anno 2019/20 sarebbe illegittimo perché contrario alla legge.

“Sempre a decorrere dall’anno scolastico 2019/20 la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti, determinerà la decadenza dell’iscrizione dalle scuole dell’infanzia e sebbene l’accesso dei minori sia consentito solo previa consegna della documentazione necessaria attestante le avvenute vaccinazioni obbligatorie, nessun provvedimento espulsivo/decadenziale potrà essere adottato dalle scuole fino all’anno scolastico 2019/20, disposizioni, queste, chiaramente descritte negli art. 3 e 5.

“Inoltre  l’art. 5 prevede che per l’anno scolastico e per il calendario dei servizi educativi per l’infanzia 2017/2018, la documentazione di cui all’articolo 3, comma 1 (certificato vaccinale, certificato di esonero, omissione o il differimento delle stesse, o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’azienda sanitaria locale territorialmente competente), doveva essere presentata entro il 10 settembre 2017 presso gli istituti scolastici. La documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie poteva essere sostituita dalla dichiarazione resa ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445; in tale caso, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie deve essere presentata entro il 10 marzo 2018. È quindi evidente che i bambini che al 10 settembre non erano in regola con le vaccinazioni alla data del 10 marzo non sono tenuti a documentare nulla posto che, così come disposto dall’art. 3 della legge 119/2017, l’ASUR potrà eseguire le vaccinazioni obbligatorie secondo la schedula vaccinale prevista in relazione all’età, entro la fine dell’anno scolastico.

“In questo contesto il nostro appello voleva appunto evidenziare come una non corretta interpretazione del dettato normativo potesse portare a delle espulsioni illegittime di bambini dagli istituti scolastici per l’infanzia, ancor prima dell’anno scolastico 2019/20, problematica che riteniamo ancora del tutto rilevante e che vorremmo che fosse attentamente considerata, anche per cercare di evitare inutili contenziosi legali che, gioco forza, verranno impugnati dalle famiglie.

“Vorremmo inoltre portare a conoscenza del fatto che numerosissime famiglie hanno contattato le ASUR (anche con esplicite e ripetute raccomandate a/r), per ottenere informazioni utili ad intraprendere il percorso vaccinale e per la fissazione di appuntamenti; tuttavia le ASUR, purtroppo, a causa probabilmente di un eccessivo carico di lavoro connesso alle nuove disposizioni vaccinali, nella maggior parte dei casi non hanno mai risposto alle domande e alle raccomandate delle famiglie. Questo a nostro avviso crea una situazione a metà strada rispetto a quelle descritte dall’Assessore Bravi nella sua puntuale risposta orale, ovvero famiglie che hanno già cominciato il percorso vaccinale e famiglie che hanno già manifestato l’intenzione di non vaccinare.

“Non vorremo che le difficoltà delle ASUR di raggiungere in tempo utile tutte le famiglie che hanno manifestato l’intenzione di intraprendere un determinato percorso, si ripercuota sui cittadini stessi e sui loro bambini. Aggiungiamo con rammarico, che le recenti posizioni del Ministro Lorenzin, ci sembrano assolutamente in totale contrasto con quanto vorrebbe il buonsenso, ovvero di cercare di non danneggiare in alcun caso i bambini, soprattutto se determinati ritardi nelle procedure non sono imputabili alle famiglie.

“Per queste ragioni ci rivolgiamo nuovamente all’attenzione dell’assessore Loretta Bravi, al presidente Ceriscioli e di tutti i gruppi consigliari dell’Assemblea del Consiglio Regionale delle Marche, affinché possa essere intrapreso un confronto costruttivo su tali rilevanti tematiche, che possa contribuire a tracciare un percorso collaborativo tra le istituzioni e le famiglie. Considerando con rammarico – conclude la nota – che le istituzioni comunali, i sindaci ed i rappresentanti dei consigli comunali ad oggi non hanno ritenuto utile rispondere al nostro appello, rinnoviamo la nostra richiesta di dialogo, fiduciosi di un positivo riscontro da parte delle istituzioni regionali”.

 

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