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Venerdì al Teatro Sanzio di Urbino Moni Ovadia porta in scena Il casellante di Camilleri

Venerdì al Teatro Sanzio di Urbino Moni Ovadia porta in scena Il casellante di Camilleri

URBINO – Uno dei più apprezzati e popolari tra gli uomini di cultura e artisti della scena italiana, Moni Ovadia arriva al Teatro Sanzio di Urbino venerdì 16 febbraio con Il Casellante, spettacolo diretto da Giuseppe Dipasquale e tratto da un racconto di Camilleri ambientato in Sicilia, dove si ride e ci si commuove al tempo stesso.

Gli attori e i musicisti, immersi nella stessa azione teatrale narrano nello spettacolo – proposto nella stagione promossa dal Comune di Urbino con l’AMAT – una vicenda metaforica che gioca sulla parola, sulla musica e sull’immagine. Con una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e teatralissima sinfonia di parlate una meravigliosa sicilitudine linguistica, fatta di neologismi, di sintassi travestita, di modi d’uso linguistico mutuati dal dialetto Camilleri narra qui la vicenda di una metamorfosi che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. Il casellante è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche il racconto in musica – eseguita dal vivo – divertito e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta.

“Il casellante è, fra i racconti di Camilleri, uno dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto mitologico. Secondo a Maruzza Musumeci e prima de Il sonaglio – dichiara il regista Giuseppe Dipasquale – questo racconto ambientato nella Sicilia di Camilleri, terra di contraddizioni e paradossi, narra la vicenda di una metamorfosi. Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri che diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia. Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de Il birraio di Preston, La concessione del telefono, che insieme a La cattura, Troppu trafficu ppi nenti, La signora Leuca, Cannibardo e la Sicilia costituiscono la drammaturgia degli ultimi anni, l’autore del romanzo e il regista dell’opera tornano nuovamente insieme per riproporre al pubblico teatrale una nuova avventura dai racconti camilleriani. Una vicenda affogata nel mondo mitologico di Camilleri che vive di personaggi reali, trasfigurati nella sua grande fantasia di narratore. Una vicenda emblematica che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale a un tempo. Il casellante è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche il racconto in musica divertito e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Il carattere affascinante di questo progetto, posto essenzialmente sulla novità del testo e della sua possibile realizzazione, si sposa tutt’uno con la possibilità di ricercare strade sempre nuove e diverse per la drammaturgia contemporanea. La parola e il giuoco che con essa e di essa è possibile intraprendere, fa di questo testo un oggetto naturale da essere iniziato e elaborato all’interno di un’alchimia teatrale vitale e creativa”.

In scena accanto a Moni Ovadia ci sono Valeria Contadino, Mario Incudine, Sergio Seminara, Giampaolo Romania e i musicisti Antonio Vasta, Antonio Putzu. Le musiche originali sono di Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta, i costumi di Elisa Savi e le luci di Gianni Grasso. Lo spettacolo è prodotto da Promo Music – Corvino Produzioni, Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Comune di Caltanissetta.

Per informazioni e biglietti: biglietteria del teatro 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.

 

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