AREA CESANOCRONACAIN PRIMO PIANO

Ruba una borsetta nel parco di Marotta, arrestato dai carabinieri poche ore dopo torna in libertà

Ruba una borsetta nel parco di Marotta, arrestato dai carabinieri poche ore dopo torna in libertà

Ruba una borsetta nel parco di Marotta, arrestato dai carabinieri poche ore dopo torna in libertàMAROTTA – Un trentasettenne rumeno ruba una borsetta, appartenente ad una signora, su una panchina del parco giochi di via delle Regioni, e poi scappa verso la stazione ferroviaria, Poco dopo intervengono i carabinieri che, in seguito alla descrizione dell’uomo, lo individuano e bloccano, proprio all’interno della vicina stazione ferroviaria.

Condotto nella caserma di Marotta il trentasettenne rumeno viene inequivocabilmente riconosciuto, sia dalla derubata, sia da una testimone. Ed i carabinieri lo arrestano per furto aggravato, trattenendolo in una delle camere di sicurezza della caserma di Marotta.

Questa mattina il trentasettenne rumeno, già noto alle forze dell’ordine, in Italia senza fissa dimora, è stato accompagnato dai militari davanti al giudice che, non ravvisando la sussistenza della flagranza di reato, non ha convalidato l’arresto.

Il cittadino rumeno – A.C. -, in attesa del processo, dovrà comunque sottoporsi all’obbligo di firma – tre volte la settimana – nella caserma dei carabinieri di Trecastelli, cittadina dove l’uomo ha detto di abitare, ospite di un amico.

Il giudice, nel prendere la sua decisione, ha fatto riferimento a quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza del 21 settembre 2016, n. 39131. Il nostro codice di procedura penale, all’art. 382, prende infatti in esame due ipotesi di flagranza di reato. La flagranza vera e propria, che si ha qualora taluno venga colto nell’atto di commettere il reato, e la cosiddetta quasi-flagranza, che ricorre quando chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla persona offesa o da altre persone, ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle quali appaia che abbia commesso il reato immediatamente prima.

Nella fattispecie la Cassazione ha preso in considerazione il caso dello stato di flagranza, costituito dall’inseguimento dell’autore del reato. Secondo un primo orientamento, non sussiste la condizione di quasi flagranza qualora l’inseguimento dell’indagato da parte della polizia giudiziaria sia stato iniziato non già a seguito e a causa della diretta percezione dei fatti da parte della polizia medesima, ma per effetto e solo dopo l’acquisizione di informazioni da parte di terzi (Cass. pen., Sez. III, 24 giugno 2015, n. 34899; Cass. pen., Sez. I, 3 ottobre 2014, n. 43394 e altre). Come nel caso di Marotta.
Questo in quanto la provvisoria privazione della libertà personale, ad iniziativa della polizia giudiziaria, che avvenga in carenza di un provvedimento motivato da parte dell’autorità giudiziaria, è un istituto di carattere eccezionale e le previsioni del codice di rito che disciplinano l’arresto sono da considerare come di stretta interpretazione.

 

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it