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I sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla Rotonda

I sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla Rotonda

I sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla RotondaI sedimenti che intasano il porto di Senigallia utilizzati per la riprofilatura della spiaggia vicino alla Rotonda

SENIGALLIA – Qual è la differenza tra i sedimenti asportati, nel luglio 2009, dal porto di Senigallia e quelli che si stanno asportando in questi giorni? Una domanda più che logica, considerato che, otto anni fa, per poter procedere all’intervento di dragaggio dell’area portuale si è dovuto attendere – a lungo – la disponibilità di un’area dove poterli scaricare. E, finalmente, dopo un interminabile tira e molla che ha coinvolto la Regione, i 18 mila metri cubi di sabbie sono stati portati nella cassa di colmata di San Benedetto del Tronto, suscitando – in quel periodo – non poche polemiche.

Questa volta, invece, il materiale prelevato (13.200 metri cubi di sedimenti marini, per ottenere un fondale di 3,5 metri sul livello del mare) viene utilizzato per la riprofilatura della spiaggia sommersa posta poche centinaia di metri a Sud della stessa area portuale, per una superficie di circa 7 ettari, situata appunto tra il Porto della Rovere e la Rotonda a Mare, a un fondale compreso tra i – 4 e i – 6 metri.

Secondo quanto affermato, nei giorni scorsi, dall’Amministrazione comunale la metodologia di prelievo dei materiali da dragare garantisce “un’idonea miscelazione per fare in modo che gli stessi saranno costituiti da una quantità di sabbie idonee pari a circa il 70% e pelite per la parte residuale”.

La stessa Amministrazione comunale ha anche sottolineato che le indagini per la caratterizzazione chimica e fisica dei sedimenti da dragare sono eseguite dall’Arpam, mentre lo studio propedeutico alla procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale da parte della Regione Marche, è stato svolto dal dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche.

Indubbiamente è così. Tutto regolarissimo. Anche se, visivamente, non si riscontrano differenze tra i sedimenti che vengono prelevati in questi giorni nell’area portuale e quelli dragati e smaltiti in passato.

Così come ci sembra opportuno fare una comparazione con quanto sta per verificarsi nella vicina Fano. Anche nel porto della città della Fortuna si stanno per avviare i lavori di dragaggio delle darsene. Ma, in questo caso, i fanghi prelevati saranno trasportati, con un mezzo idoneo, nella cassa di colmata di Ancona (circa 19.584,44 metri cubi di fanghi di classe B) ed in mare aperto, a 27.5 miglia marine a Sud dello stesso porto di Fano (circa 7.873,08 metri cubi di fanghi di classe A).

Tutto qui. Ricordando, a chi – forse – se l’è dimenticato che Senigallia, ormai, ha una sola risorsa: il turismo.

Nelle foto: la draga in azione nell’area portuale di Senigallia; durante il trasporto dei sedimenti e mentre scarica i detriti prelevati a poche centinaia di metri di distanza, tra lo stesso porto e la Rotonda a mare

 

 

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