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E’ finito in Parlamento il “caso” dei cinque fascisti uccisi nel 1944, commemorati a Ostra da sindaco e parroco

E’ finito in Parlamento il “caso” dei cinque fascisti uccisi nel 1944, commemorati a Ostra da sindaco e parroco

Il deputato di Sinistra italiana Giovanni Paglia ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Marco Minniti: “Improbabile e inaccettabile tentativo di riconciliazione postuma”

OSTRA – “Il Comune di Ostra è turbato dal tentativo di equiparare i martiri della Resistenza a cinque fascisti, in un improbabile quanto inaccettabile tentativo di riconciliazione postuma”. Il caso del sindaco Pd di Ostra, presente alla commemorazione di cinque fascisti, di fronte alla lapide dedicata a tre partigiani, è arrivato in Parlamento. Il deputato di Sinistra Italiana Giovanni Paglia ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Interno Marco Minniti, alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo la sosta estiva.

Prima un riassunto dei fatti. Il 6 febbraio 1944 le SS rastrellarono tutto il territorio di Ostra alla ricerca di componenti del Gap locale (piccolo gruppo di partigiani comunisti). Ne vennero identificati tre, Alessandro Maggini, Amedeo Galassi e Pietro Brutti: dopo un processo sommario furono fucilati davanti al muro di cinta del paese. Pochi mesi dopo, l’11 luglio i partigiani del Cln di Ancona catturarono e uccisero cinque fascisti per aver collaborato con le SS nell’individuazione dei tre partigiani, poi giustiziati.

A distanza di settantatré anni i cinque vengono ancora commemorati, ogni anno. Anche il 9 luglio scorso, come ha raccontato Alessandra Maltoni, nipote del partigiano combattente Maggini, un gruppo di “nostalgici, amici e parenti di repubblichini di Salò” si è ritrovato nel luogo dell’uccisione dei cinque fascisti, accusati di aver collaborato con i nazisti, per onorarne la memoria. Alla commemorazione, avvenuta di fronte alla lapide dei tre partigiani, anche il sindaco Pd di Ostra Andrea Storoni (senza fascia tricolore) e il parroco del paese don Umberto Gasperini (che aveva anche affisso un volantino sul sagrato della chiesa per invitare i fedeli alla partecipazione).

Tra le cinque vittime della rappresaglia partigiana c’è infatti il priore di Santa Maria, don Pettinelli, che, riporta l’archivio storico delle stragi nazifasciste, “aveva approvato la condanna a morte dei partigiani ‘in virtù della sua incondizionata adesione al fascismo e quindi ai bandi tedeschi’.

La presenza del primo cittadino, eletto con una lista civica ma iscritto al Partito democratico, è stata avallata dal partito durante una riunione del circolo locale. In una lettera inviata dal coordinatore dem di Ostra a un militante che chiedeva spiegazioni, si legge infatti che “il Circolo Pd di Ostra ha condiviso la presenza del Sindaco a quell’incontro proprio perché è stato invitato e ha partecipato a titolo personale”.

I familiari dei partigiani, che già tre anni fa riuscirono a impedire che venisse eretto un manufatto in memoria dei cinque repubblichini, come richiesto dal parroco don Umberto, ogni anno si ritrovano a denunciare “l’infame oltraggio alla memoria” che ogni anno si ripete.

 

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