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Massimo Bello: “Il Pd si preoccupi di come governa Senigallia, le Marche e l’Italia”

Massimo Bello: “Il Pd si preoccupi di come governa Senigallia, le Marche e l’Italia”

Massimo Bello: “Il Pd si preoccupi di come governa Senigallia, le Marche e l’Italia”

La polemica sui manifesti affissi l’altra notte, da Forza Nuova, davanti alle sedi del Partito democratico

Massimo Bello: “Il Pd si preoccupi di come governa Senigallia, le Marche e l’Italia”di MASSIMO BELLO*

SENIGALLIA – La solidarietà è d’obbligo e sincera, ma non credo sia da considerarsi un ‘atto contro la democrazia’, come scrive il segretario del PD di Senigallia Elisabetta Allegrezza e nemmeno un ‘attacco di natura intimidatoria’, come scrive il segretario regionale del PD Francesco Comi. Se dei ‘manifestini’ innocui ed inanimati, affissi sulle insegne del Partito democratico, possano davvero considerarsi un atto vile contro la democrazia o un atto intimidatorio, allora come considerare le vetrate di decine di bacheche e di tante sedi di partito di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e della fu Alleanza Nazionale (e prima ancora del MSI) imbrattate e polverizzate da chi non ha avuto neanche il coraggio di porre la propria firma, anche se la matrice era a tutti conosciuta?

Tra l’altro, tanto vile poi quest’atto non è stato: la firma c’è ed è perfettamente leggibile ed individuabile. E’ stata Forza Nuova. Quindi, nessuna viltà. Nessuna vetrina rotta, nessuna bomba-carta, nulla di tutto questo. Al massimo, sarebbe, forse, in via del tutto ipotetica, ravvisabile la violazione degli articoli 663 e 635 del Codice Penale, ma proprio se volessimo estendere l’interpretazione di tali norme!

Comprendo il fastidio, ma quanto scritto non è offensivo. Fa parte della ‘dialettica politica’. Un po’ aspra, forte, forse al di fuori delle righe, ma risalta quello che spesso si ascolta anche nei dibattiti in seno al Parlamento fra tutte le forze politiche, abituate oramai da tempo a scandire i propri dissensi anche con parole o frasi forti come quelle scritte da Forza Nuova.

Di qui, però, a ritenere l’atto di Forza Nuova un’azione contro la democrazia ed un’intimidazione, mi pare francamente ed oggettivamente esagerato. A Roma è pieno di manifesti di tal genere, sia da una parte che dall’altra.

E’ un atto – sbagliato perché io preferisco un comunicato stampa, un manifesto affisso negli appositi spazi pubblici autorizzati o un comizio per manifestare il mio dissenso – ma nulla ha a che fare con un ‘attentato alla democrazia’ o con una intimidazione, e non mina affatto le basi del nostro ‘sistema democratico’.

Oggi, la debolezza ‘nominale e sostanziale’ della nostra democrazia non risiede nella presenza di dibattiti, anche aspri, sul Fascismo, sul Comunismo o su Forza Nuova o sui Centri Sociali autogestiti; la democrazia non è messa in pericolo da tutto ciò. Il problema è che la democrazia italiana è ancora incompiuta, debole e contraddittoria solo per colpa nostra e perché non siamo in grado di fare un salto di qualità per migliorarla, lasciandoci alle spalle inutili e dannose diatribe.

Stiamo trattando questa democrazia come se fosse ancora una ‘bambina’, ma non la curiamo come tale e come la Costituzione ci dice di fare. Utilizziamo il termine ‘democrazia’ solo quando ci fa comodo, a ‘corrente alternata’, quando ci torna utile, ma il più delle volte la disprezziamo, la denigriamo, l’allontaniamo.

Non sono il Fascismo, il Comunismo o Forza Nuova o i Centri Sociali autogestiti la causa di questa ‘immaturità democratica’ che l’Italia e il dibattito politico stanno oggi vivendo, ma la nostra incapacità a superare l’inutile palude delle contrapposizioni legate ad una Storia, che ha già segnato i suoi confini e i suoi contenuti. L’importante è saper affrontare quei contenuti con onestà intellettuale e scevri da qualsiasi pregiudizio.

Sarebbe interessante, ad esempio, affrontare – dopo tanto fascismo e antifascismo, un dibattito serio e puntuale riguardo al ‘centenario’, che ricade proprio quest’anno, della rivoluzione bolscevica del 1917 e dell’avvento del comunismo, che ha avuto ripercussioni non solo nella Russia degli Zar, ma anche in gran parte del mondo e nella Storia di decine di Nazioni e di milioni di uomini e donne, compresa l’Italia, a partire dal 1921 con la nascita del Partito Comunista Italiano di Gramsci.

Non esiste solo il Fascismo, quale fenomeno dinamico della Storia conosciuta, ma anche quello del Comunismo, che è stato una tragedia fino alla caduta dl Muro di Berlino e al dissolvimento dell’impero sovietico, che fino al 1989 aveva abbracciato Stati a noi vicini (ex Jugoslavia, Albania, solo per fare qualche esempio). Facciamo, se davvero riteniamo importante confrontarci serenamente con i fatti della Storia, questo salto di qualità. Altrimenti, si ricade nel solito vortice delle contrapposizioni, che si svegliano ogniqualvolta si senta la necessità di servirsene per scopi ben diversi.

*Già sindaco di Ostra Vetere e consigliere comunale di Senigallia

 

 

 

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