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La Sanità alla buona di Senigallia, con una disorganizzazione che punta al depotenziamento dell’ospedale

La Sanità alla buona di Senigallia, con una disorganizzazione che punta al depotenziamento dell’ospedale

Gli operatori sanitari sono ormai basiti e non hanno armi per contrastare questa scellerata operazione di “riorganizzazione”

La Sanità alla buona di Senigallia, con una disorganizzazione che punta al depotenziamento dell’ospedale

SENIGALLIA – Anziché la buona sanità a Senigallia abbiamo “la Sanità alla buona” ed improvvisata.
Nello specifico abbiamo un’unità operativa di Otorinolaringoiatria che non è più Complessa (quindi con un proprio Direttore/Primario, posti letto, medici, caposala, personale infermieristico dedicato, ecc.) ma “territoriale ambulatoriale” (cosa significhi non è chiarito nella delibera regionale e neanche, verosimilmente in coloro che hanno partorito tale definizione), che non ha più una sala operatoria né personale adeguato, non ha più posti letto, è fuori dal circuito delle emergenze (i pazienti vengono inviati a Fano, Ancona o Fabriano), non ha più una tecnica audiometrista (migliaia di pazienti all’anno che prima in una giornata sola facevano i loro esami in ospedale a Senigallia ed ora sono costretti a girare le Marche tra vari ambulatori) e quindi vede ridotta se non annullata di molto la sua attività.

Esistono già “specialisti ambulatoriali convenzionati”; perché utilizzare i medici ospedalieri? Inoltre, può una specialità prevalentemente chirurgica come l’Otorinolaringoiatria essere relegata in una attività prettamente ambulatoriale? Si, ma solo nel momento in cui l’idea sia di chiuderla nel giro di poco tempo.

C’è quindi Unità Operativa di Oculistica che invece ha per ora una sala operatoria ma non ha personale sufficiente (un medico è stato aggiunto con un contratto di 6 mesi, e poi?). Non si capisce neanche bene cosa sia questa Unità Operativa Complessa “territoriale” come risulta dalla determina recente (ASURDG 361/2017) considerando che anche l’oculistica è una branca chirurgica e quindi ha necessariamente bisogno di una sala operatoria (che al momento il Distretto in cui è stata inserita la nuova UOC di oculistica non ha e probabilmente non avrà mai)

La Gastroenterologia già in carenza di organico ha perso un medico, che ha chiesto il trasferimento, che non è stato sostituito lasciando così il Reparto in fortissima difficoltà (3 medici più un primario), la Radiologia ha una RMN nuova in magazzino da 6 mesi e che non può essere installata per inadeguatezza dei locali, il Laboratorio Analisi ha quasi dimezzato i prelievi e i cittadini si rivolgono ai privati per i lunghi tempi di attesa.

Infine ma non certo per importanza la Cardiologia non applica più i pace-maker da più di un mese e non ha, o verosimilmente non avrà, più il medico di notte (essendo stata soppressa definitivamente la UTIC). Si è tentato di “tamponare” questa situazione, in seguito alla protesta popolare e del personale sanitario, cercando di rassicurare con un comunicato stampa la popolazione. Ma la realtà dei fatti è che l’UTIC a breve non esisterà più!

Forse abbiamo dimenticato qualche cosa ma non dimentichiamo i commenti dei cittadini dal fornaio, all’edicolante, agli addetti ne supermercati: sono tutti molto preoccupati per la situazione sanitaria che si e venuta a creare. La popolazione e gli operatori sanitari che lavorano in Ospedale sono sorpresi di tanto disinteresse, sia da parte dei politici, sindaco e presidente della IV Commissione regionale che, al contrario, in tempi di campagna elettorale avevano assicurato che avrebbero difeso il nostro territorio.

Invece la sanità continua ad essere Jesi o meglio Fabriano-centrica: perché buona parte degli uffici amministrativi sono stati portati a Fabriano. Perché tutte le specialità chirurgiche ospedaliere (Oculistica e Otorinolaringoiatria) sono state portate a Fabriano? Non certo in base ai numeri di prestazioni erogate, tantomeno in base ad un criterio geografico (Jesi in AV2 è più centrale; Senigallia sulla costa è l’unico presidio ospedaliero Asur in mezzo alle due aziende ospedaliere Marche Nord e Torrette) tantomeno rispetto ad un ipotetico bacino di utenza (senza dimenticare la popolazione senigalliese nel periodo primaverile estivo!)… Quindi?

Gli operatori sanitari, medici, infermieri, OSS, OTA, sono ormai basiti e non hanno purtroppo armi per contrastare questa scellerata ri-organizzazione o meglio disorganizzazione sanitaria che non ha un vero e proprio programma se non quello di depotenziare, evidentemente, l’Ospedale di Senigallia nel silenzio più assoluto. Cui prodest?

 

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