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Le affinità nelle diversità: i fotografi del Manifesto hanno posto le basi per una nuova scuola di fotografia senigalliese e marchigiana

Le affinità nelle diversità: i fotografi del Manifesto hanno posto le basi per una nuova scuola di fotografia senigalliese e marchigiana

Le affinità nelle diversità: i fotografi del Manifesto hanno posto le basi per una nuova scuola di fotografia senigalliese e marchigiana

SENIGALLIA – Com’è possibile che fotografi di estrazione e cultura diverse possano dopo una serie di estenuanti riunioni (un setting terapeutico) durate molti mesi, ritrovarsi in perfetto accordo al punto di stilare e firmare insieme una dichiarazione d’intenti  sulla fotografia?(tirata a squadra come ha sostenuto Gualtiero De Santis, professore di Letterature Comparate presso l´Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”). Questa dichiarazione sarà il Manifesto dei Fotografi del Centro Studi Marche, poi diventato Il Manifesto Passaggio di Frontiera.

Tutto questo dopo mesi di confronto, unito ad esperienze espositive tra cui citiamo la mostra da cui si intuiscono i segnali per il futuro Manifesto,:”By passe di gruppo.Fotografia italiana in bianco e nero 1936-1992- Rocca Roveresca agosto 1992 presentata da Lanfranco Colombo e curata da Enzo Carli, catalogo:”Scritti di Fotografia”, Adriatica Editrice An,1992

(Hanno partecipato alla mostra: Claudio Adorni, Gianni Berengo Gardin,  Piergiorgio Branzi, Giuseppe Cannoni, Enzo Carli, Giuseppe Cavalli, Enzo Cei, Pietro Donzelli, Luigi Erba, Stanislao Farri, Ferruccio Ferroni ,Mario Giacomelli, Paolo Mengucci, Paolo Monti, Ambrogio Negri, Rinaldo Prieri, Giorgio Rigon, Aristide Salvalai, Ferdinando Scianna, Giorgio Tani, Giuliana Traverso, Sofio Valenti, Pierpaolo Zani):

La mostra Passaggio di Frontiera viene inaugurata ufficialmente  il 1 agosto 1995 (in anteprima alla galleria Kn di Ancona il 14.01.1995) presso le sale del Palazzo del Duca della Rovere a Senigallia, presentata da Jean Claude Lemagny. Nel gruppo dei Fotografi del Passaggio di Frontiera era composto da: due grandi Fotografi, già noti e conosciuti quali Gianni Berengo Gardin (reporter cresciuto alla scuola umanitaria francese e al fotoclub La Gondola-l’ècole de Venice come veniva chiamata, fondata da Paolo Monti e altri), e Mario Giacomelli (cresciuto alla scuola di Giuseppe Cavalli, punto di riferimento dello storico club la Bussola). Ferruccio Ferroni (anche lui formato tra le indimenticabili lezioni di alla scuola di Cavalli, e Paolo Monti e con una particolare attenzione alla fotografia intimistica americana).

Luigi Erba e Giorgio Cutini (fotografi paricolarmente attenti ai movimenti artistici contemporanei, dinamici e trasgressivi) a cui vanni aggiunti un purista ecclettico e rigoroso come Aristide Salvalai, un esteta e lirico come Sofio Valenti, Paolo Mengucci reporter, attento alla stright photography  e un sognatore e mistico come Francesco Sartini. I lavori erano coordinati da Enzo Carli, fotografo concettuale e sociologo della comunicazione. Fungevano da testimoni due giovani neofiti, Marco Melchiorri e Loriano Brunetti.

Superare gli steccati delle diversità per unirsi nelle affinità, nella direzione delle finalità indicate nel Manifesto con una fotografia aperta ai collegamenti, al modernismo della visione, creativa e di tendenza. A testimoniare la bontà del progetto, presenta la mostra un personaggio super partes, Jean Claude Lemagny allora conservatore generale della Biblioteca Nazionale di Parigi, storico e critico della fotografia di fama internazionale. Pur con delle fisiologiche divergenze di opinioni che hanno portato prima Salvalai poi Sartini ed infine Ferroni per altre direzioni, il Gruppo ha testato l’impianto teorico del Manifesto con le famose veriche, (Lo stato dell’arte, Bartolini rivisitato; Le forme della città, Così come la morte, Tra visibile ed invisibile- dedicata a Giacomelli prematuramente scomparso nel 2000-Il colore, Formattazione) per altri 9 anni.

Con estrema chiarezza si può affermare che i fotografi del Manifesto hanno posto le basi per una nuova scuola di fotografia senigalliese e marchigiana. Nel 2013 su proposta di Galliano Crinella (Università Carlo Bo di Urbino, curatore del catalogo Passaggio di Frontiera e della relativa mostra presso il Museo della Carta), il gruppo ha ricevuto il Premio Nazionale Città di Fabriano.

 

 

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