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“Possibile che nessuno si accorge della realtà desolante che circonda l’ospedale di Senigallia?”

“Possibile che nessuno si accorge della realtà desolante che circonda l’ospedale di Senigallia?”

Massimo Bello e Francesca Fava dell’Associazione Energie per Senigallia intervengono dopo “la riunione dei paladini della distruzione della sanità locale”

“Possibile che nessuno si accorge della realtà desolante che circonda l’ospedale di Senigallia?”SENIGALLIA – Da Massimo Bello e Francesca Fava, presidente e vice presidente dell’Associazione culturale e politica “Energie per Senigallia” riceviamo: “Il Sindaco Mangialardi “ha garantito” – per l’ennesima volta – “che l’Ospedale di Senigallia non sarà depotenziato e “che a livello operativo non vi saranno sostanziali modifiche all’attuale attività svolta”.

Quindi, qualche modifica vi sarà, non sarà sostanziale, ma qualcosa cambierà. Cosa cambierà non l’hanno detto, però.

Il Sindaco di Senigallia e i responsabili della sanità regionale e locale si sono riuniti con urgenza per un “confronto sull’applicazione pratica delle disposizioni contenute nella delibera n. 361 dell’Asur dello scorso 23 giugno”, ma anche – aggiungiamo noi – perché preoccupati, forse, dell’umore dei cittadini e delle decine di migliaia di pazienti ed utenti di fronte all’ennesima ‘amputazione’ della nostra struttura sanitaria. Un tempo fiore all’occhiello, oggi ridotto a Ospedale di “serie B” nell’ambito della riorganizzazione della politica sanitaria regionale. Non da ieri, ma da almeno un ventennio.

Alla fine della riunione, convocata con urgenza, l’ennesima dimostrazione che la realtà è ben diversa di quanto sostengano i ‘paladini’ della ‘distruzione della sanità locale, in primis il Sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi con la complicità del PD.

I ‘comunicati-velina’, conclusivi di una riunione, nella quale si è discusso del ‘nulla’ perché le decisioni sono state già prese non solo nella delibera n. 361 dell’Asur dello scorso 23 giugno, ma più in generale nelle linee d’indirizzo dei piani sanitari regionali approvati prima di questa delibera, dimostrano che i quattro ‘moschettieri’ stanno facendo di tutto per ‘addolcire la pillola’.

Anche perché:

  1. la Regione Marche, negli ultimi vent’anni, ha ridisegnato la politica regionale sanitaria e, in tutto questo tempo, sotto i nostri occhi, l’Ospedale di Senigallia è diventato una struttura secondaria, di periferia, non più un’eccellenza; ciò è dimostrato dall’attenzione particolare che la stessa Regione, a guida PD, ha avuto ed ha nei confronti di altre zone (vedi Ancona e Pesaro, giusto per fare qualche esempio), a cui ha dedicato risorse economiche ed interventi di sostanza;
  2. sono vent’anni che a Senigallia si convocano Conferenze dei Capigruppo,

Commissioni consiliari e Conferenze dei Sindaci (oggi sostituite da un organismo provinciale inefficace e inconcludente) ogniqualvolta vi sia il sentore o la certezza di atto grave perpetrato nei confronti del nostro territorio; consigli Comunali ‘aperti’, rassicurazioni, documenti di indirizzo, dibattiti, ma subito dopo, un pezzo alla volta, il nostro Ospedale ha subìto e subisce un atto di depotenziamento;

  1. sono vent’anni che si assiste a dichiarazioni ‘normalizzanti e tranquillizzanti’ da parte dei responsabili della sanità regionale e da parte di chi governa Senigallia, ma ogni volta che questi esponenti di partito e di governo ‘aprono bocca’ diventa sempre più imbarazzante ascoltarli perché in questi vent’anni hanno in realtà nascosto la verità.
  1. la verità è una e una sola, che realizza un’unica certezza: l’Ospedale di Senigallia non solo è stato smantellato e depotenziato nella sostanza, ma anche nella forma. Una struttura non più credibile, ridotta a poco più di un poliambulatorio con nessun tratto caratteristico di vero Ospedale; per non parlare, poi, che è di fatto costantemente ‘sotto assedio’ da parte della Giunta regionale e dell’Asur, che in tutti i modi cercano il modo di ridurlo il più possibile in nome di quei ‘principi economici di razionalizzazione del budget regionale’.
  1. un budget economico regionale, che non ha avuto e non ha alcuna attenzione particolare per Senigallia e la Valle del Misa e del Nevola, un comprensorio che necessita di servizi, strutture e, soprattutto, certezze;
  1. tutto ciò è già stato scritto e detto a livello regionale, non ieri, ma nel momento in cui si sono disegnati i vari piani sanitari regionali che si sono succeduti in questi anni, nei quali Senigallia e la Valle del Misa e del Nevola è stata di fatto ridotta ‘a ultima ruota di scorta’ della politica sanitaria regionale.

Il Sindaco Mangialardi ha affermato che “l’incontro sia stato positivo” e che “vigileremo attentamente”. Basterebbero queste due ultime parole del Sindaco Mangialardi per capire che anche lui abbia paura, che in fondo anche lui non si fidi dell’Asur e della Regione e del suo stesso partito (PD) che la governa da tempo immemorabile.

Da ultimo, solo tre considerazioni:

  1. se tutto fosse stato chiaro e comprensibile, non vi sarebbe stata la necessità di alcun chiarimento e di alcuna riunione dei quattro ‘moschettieri’ della sanità regionale e locale;
  1. se l’Ospedale di Senigallia fosse davvero salvo da ulteriori ‘attentati’ regionali di depotenziamento, non si comprenderebbe perché il Sindaco Mangialardi si sia cautamente tenuto prudente, affermando che comunque si ‘vigilerà attentamente’;
  1. se tutto fosse davvero così limpido, quale sarebbe la necessità di riunire una Commissione consiliare adesso, a giochi fatti (annunciata per il 24 luglio), quando la logica, il buon senso e la buona amministrazione, ma anche il rispetto per il Consiglio Comunale di Senigallia quale istituzione rappresentativa della comunità intera, semmai, avrebbero preferito che tale riunione di Commissione, oramai inutile e ‘concessa’ solo per salvarsi la faccia e la coscienza, avrebbe visto giusta la sua convocazione prima dell’assunzione della delibera n. 361 del 23 giugno scorso?;
  1. le cosiddette ‘informative’ alla cittadinanza si fanno prima di assumere atti e decisioni così importanti e impattanti con il territorio, soprattutto se riguardino la salute pubblica, e non dopo perché, altrimenti, è solamente una ‘presa in giro’.
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