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Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla”

Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla”Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla”

L’Agrario “Cecchi” e la sede distaccata: i genitori degli studenti dicono no all’iscrizione dei propri figli in un edificio che subisce da anni una grave incuria

Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla” Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla” Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla” Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla” Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla” Minardi e la precarietà della succursale dell’Istituto Battisti di Fano: “Non ne so nulla”

di PAOLO MARIA ROCCO

FANO – C’è già il capro espiatorio: in alcuni ambienti della politica fanese e regionale delle Marche si è già deciso che se nella succursale dell’ITE “Battisti” di Fano non si riuscirà ad aprire due classi dell’Agrario pesarese “Cecchi”, la colpa è solo del Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale di Ancona. Lo dice il vice presidente del Consiglio regionale Claudio Minardi del Pd che punta il dito contro il Direttore generale Marco Ugo Filisetti imputandogli il ritardo con il quale l’Ufficio scolastico da lui guidato avrebbe gestito la complessa situazione, che ha visto al centro dei mai sazi appetiti politici proprio la succursale del “Battisti”.

Solo 21 ad oggi gli iscritti alle due classi che la Dirigente del “Cecchi” vorrebbe aprire al “Battisti”: numeri insufficienti. E, così, ecco che la politica locale mette le mani avanti e si accinge ad allontanare da sé qualsiasi responsabilità dell’eventuale fallimento dell’apertura di classi dell’Agrario a Fano e, nel contempo, individua nell’Ufficio scolastico regionale la causa di ciò che potrebbe rivelarsi una ulteriore débacle del Pd in periodo di elaborazione del modesto risultato delle elezioni amministrative appena concluse.

In realtà, si deve dire, l’Ufficio scolastico regionale ha agito nell’interesse della Scuola pubblica, aspetto che, pare, non goda di eguale attenzione da parte degli ambienti politici attori della vicenda i cui comportamenti contraddittori sono ancora sotto gli occhi di tutti: un anno fa il Comune di Fano, sindaco Seri in testa, si era espresso unanimemente contro l’accorpamento del “Battisti” con il Polo Tre e anche la Regione aveva prorogato l’eventuale accorpamento (quest’anno, invece, il Comune fanese si è detto favorevole all’accorpamento, nonostante il “Battisti” avesse il numero di iscritti sufficienti, per norma, a conservare la propria autonomia!) e, pure, questi Enti pubblici nulla hanno fatto riguardo alla proposta dei docenti dello stesso Istituto Tecnico Economico che mettevano sul tavolo dei rappresentanti delle Istituzioni la possibilità di aprire un biennio dell’Agrario “Cecchi” sotto l’egida del “Battisti” (non sotto il ‘marchio’ del Cecchi): ciò avrebbe evitato proprio la dovuta opposizione dell’Ufficio scolastico regionale alle pretese della Regione.

In quel caso, infatti, non si sarebbe invocata la norma ministeriale che non autorizza di aprire succursali di uno stesso Istituto in un ambito territoriale diverso da quello della sede centrale dell’Istituto interessato (l’Agrario pesarese). Ma Regione e Comune di Fano sono rimasti sordi alle razionali proposte dei docenti del “Battisti”. È stato, quindi, un atto dovuto quello del Direttore generale Filisetti, checché ne dicano in Regione o in Provincia, ambienti che, al contrario, non si sono mostrati così egualmente pronti a scongiurare la violazione di norme sulla tutela della salute e sulla sicurezza del luogo di lavoro. Infatti, la succursale del “Battisti”, del cui immobile è proprietaria la Provincia di Pesaro e Urbino (e nella quale si vorrebbero ospitare due classi dell’Agrario) è oggetto, da anni, di una pesante e ingiustificabile incuria che ha determinato una situazione oramai insostenibile per l’utenza: quasi tutte le aule presentano pareti bucate e finestre pericolanti.

A questa grave situazione si aggiunge l’inagibilità della scala di servizio esterna, staccata dai suoi supporti e quindi inutilizzabile in caso di calamità. Voragini nelle aule, finestre precarie e scala antincendio inagibile sono ancora lì, nel palese disinteresse (non v’è alcuna dichiarazione ufficiale, ad oggi, di rappresentanti di istituzioni locali o regionali a riguardo) di quella politica che, invece, grida al tradimento se un Direttore generale del Miur invoca l’applicazione delle norme.

Chiediamo al vice presidente del Consiglio regionale Claudio Minardi se conosce la situazione di deperimento della sede succursale del “Battisti”: «No, io di quella questione non conosco nulla e, anzi, mi sembra strano apprendere adesso di buchi nelle aule e della scala di sicurezza inagibile. Mi sembra strano perché quella sede è stata inaugurata circa 18 anni fa. Ed è strano anche perché i locali interni alla succursale del “Battisti” per l’apertura di due classi dell’Agrario “Cecchi” sono state individuate dalla Provincia di Pesaro, dal Comune di Fano, in accordo con la Dirigente Tinazzi, direttore dell’Ufficio scolastico della provincia”.

Però la situazione attuale della succursale del “Battisti”, è proprio di mancanza di tutela della salute e della sicurezza del luogo di lavoro stante quelle voragini nelle pareti delle aule e la scala di sicurezza inutilizzabile…: «Le ripeto – risponde il consigliere regionale Minardi – che di questa situazione non sapevo nulla. Dovrebbe – suggerisce – chiedere spiegazioni al presidente della Provincia Tagliolini o alla Dirigente scolastica del “Battisti”», i quali, però – facciamo sapere a Minardi – pur essendo a conoscenza da molti mesi della situazione di precarietà di alcune strutture della succursale del “Battisti” non hanno manifestato, pubblicamente, anche se richiesta, alcuna informazione.

«È una situazione strana, ribadisco. Noi, in accordo con quegli interlocutori istituzionali, avevamo rinunciato a realizzare al Codma di Fano locali per l’Agrario “Cecchi” perché la spesa sarebbe stata eccessiva, e li avevamo individuati nella sede succursale del “Battisti”… ora se vi è questa situazione di precarietà io non saprei cosa rispondere, abbiamo già avuto a che fare con i ritardi causati dall’Ufficio scolastico regionale»

Crediamo alla buona fede del consigliere Minardi che si dice all’oscuro dell’incuria subita dalla succursale del “Battisti”, ma, pure, si deve sottolineare che è in corso un chiaro cortocircuito nelle comunicazioni tra Istituzioni: perché il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino non ha informato i propri interlocutori regionali della attuale fragilità strutturale della sede succursale del “Battisti”? Perché non lo ha fatto neanche il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Tinazzi?

Alla fine risulta evidente che in Regione non si sappia cosa fanno in Provincia e viceversa, e che anche l’Ufficio scolastico provinciale non ha offerto informazioni al riguardo ai propri referenti in Regione! E tutto ciò a scapito della tutela della salute e della sicurezza del luogo di lavoro subite dagli utenti (studenti, insegnanti e Ata) della sede succursale del “Battisti”.

In Regione possono però consolarsi: l’assessore fanese Mascarin rivendica, infatti, la scarsa chiarezza di idee della politica cittadina: è inevitabile sottolinearlo quando l’assessore dichiara alla stampa locale che «il Comune di Fano ha fatto la sua parte in passato, nel presente, ed è pronto a farla nel futuro»! Certo, non si può dire il contrario: il Comune di Fano ha fatto la sua parte, cambiando posizione da un anno all’altro in merito all’accorpamento del”Battisti” e quando, oggi, proprio nel presente, evita di esprimersi sulla precarietà strutturale della succursale del “Battisti” nota a tutti ma, pare, non all’assessore Mascarin.

Per quanto riguarda il futuro… solo Mascarin pare avere la sfera di cristallo giusta per vaticinare.

Rimane un’altra domanda da porsi: perché i genitori di studenti fanesi e del territorio circostante non hanno iscritto i propri figli alle classi che l’Agrario “Cecchi” vorrebbe aprire a Fano? Non ci vuole un mago per capirlo: una delle risposte plausibili (oltre al ritardo causato nella definizione delle procedure a causa di una gestione politica rivelatasi del tutto errata della questione) è proprio l’attuale situazione di grave fragilità strutturale della succursale del “Battisti”: non vi sono genitori disposti a iscrivere i propri figli in una scuola che presenta ambienti che mettono a rischio la salute degli utenti e la sicurezza del luogo di lavoro.

Nelle foto:  la precaria situazione alla succursale dell’Istituto Battisti e – in alto – il vice presidente del Consiglio regionale, Claudio Minardi

 

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