AREA METAUROECONOMIAIN PRIMO PIANO

Il settore biologico è in continua crescita (+20% di vendite) e chiede di organizzarsi per essere più forte

Il settore biologico è in continua crescita (+20% di vendite) e chiede di organizzarsi per essere più forteIl settore biologico è in continua crescita (+20% di vendite) e chiede di organizzarsi per essere più forte

Il punto sullo stato di salute del comparto, sulle prospettive di mercato e sulle normative in discussione in Italia e in Europa durante un convegno promosso a Isola del Piano. E’ intervenuta anche la vice presidente della Regione, Anna Casini

Il settore biologico è in continua crescita (+20% di vendite) e chiede di organizzarsi per essere più forte Il settore biologico è in continua crescita (+20% di vendite) e chiede di organizzarsi per essere più forte

ISOLA DEL PIANO – Il settore biologico è in controtendenza rispetto al comparto agroalimentare italiano: se nel 2016 il settore food ha registrato una sostanziale stagnazione rispetto al 2015 (+0,4% di vendite nella GDO, contrastate da un -0,5% di vendite nei negozi a piccola superficie), il biologico ha invece messo a punto un +20% delle vendite nella GDO e un +15% di acquisti nei negozi specializzati (dati elaborati da Nomisma su dati Nielsen). Il numero di famiglie che acquistano prodotti biologici almeno una volta all’anno è in forte aumento: si passa dal 55% del 2013 al 74% del 2016, con un incremento pari a 1,2 milioni di famiglie utilizzatrici di prodotti bio solo nell’ultimo anno.

Sono questi i principali dati che mostrano il buono stato di salute dell’agricoltura biologica, presentati e discussi durante il convegno Bioeuropa2017, organizzato dall’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in collaborazione con il Consorzio Marche Biologiche e svoltosi a Isola del Piano (Pesaro Urbino) presso l’antico Monastero di Montebello.

Riguardo ai canali di vendita dei prodotti biologici, che generano un ricavo complessivo di più di 3 miliardi di euro sul mercato interno, la grande distribuzione organizzata registra la quota nettamente maggioritaria (1.191 milioni di euro, 39% del totale, con un balzo del 20,1% rispetto al 2015). Il secondo canale di distribuzione in termini di ricavi è costituito dai negozi specializzati bio, seguono poi i food services e i negozi tradizionali. Va evidenziato anche come negli ultimi 4 anni sono aumentati anche i punti vendita e i siti internet destinati alla distribuzione di prodotti biologici: il numero dei siti per l’ecommerce bio è aumentato del 71,3%, i ristoranti del 68,5%, significativo anche l’aumento delle mense (+12%).

“In un contesto così caratterizzato è molto importante il ruolo svolto dalla cooperazione impegnata nel comparto dell’agricoltura biologica”, ha spiegato il Presidente del Consorzio Marche Biologiche Francesco Torriani “poiché essa rappresenta un modello produttivo rivolto alla produzione di beni alimentari legati al territorio, in grado di generare salute, ambiente, socialità, cultura, in altre parole benessere, in un confronto costante tra la sostenibilità economica propria di un’impresa e la sostenibilità ambientale e sociale”.

Andrea Bertoldi, Coordinatore del settore Biologico dell’Alleanza Cooperative, ha sottolineato quanto sia “urgente fare un salto di qualità nell’organizzazione delle filiere, capaci davvero di tener insieme la produzione con la trasformazione e la commercializzazione (dove si intercetta il valore aggiunto) e di erogare i servizi necessari alle aziende agricole che si convertono al biologico. In tal senso – ha dichiarato Bertoldi – “il testo di legge della riforma del settore attualmente in discussione al Senato contiene molti elementi che rafforzano l’organizzazione in filiera del comparto”.

Grandi aspettative sulle iniziative che Governo e Parlamento hanno avviato per la strutturazione del settore sono state espresse dal Vice Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati on. Massimo Fiorio per il quale “in particolare il disegno di legge sull’agricoltura biologica costituisce un importante passo avanti per la modernizzazione del sistema biologico italiano e auspichiamo che diventi al più presto legge dello Stato”.

“Oggi il biologico non è più solo un modello di agricoltura sostenibile, ma una realtà economica in espansione. La sfida da vincere è quella di garantire remuneratività”. Lo ha detto la vicepresidente Anna Casini, assessore all’Agricoltura, nel corso del convegno.

“L’economia senza valore non ha futuro e le imprese biologiche hanno già superato la sfida di produrre in modo naturale. Ora devono imporsi sul mercato, puntando sulle filiera per valorizzare la sostenibilità e l’innovazione”, ha aggiunto Casini. Un’opportunità offerta dal Programma di sviluppo rurale (Psr) che sostiene gli investimenti destinati alla produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti. “Puntiamo a collocare il prodotto biologico sul mercato attraverso canali più vantaggiosi e legandolo alla promozione del territorio. Dopo l’esperienza positiva della passata programmazione, anche quella del settennio in corso replica l’approccio collettivo dei progetti di filiera. Sono previsti 31,6 milioni di euro complessivi per l’agroalimentare e i mercati locali. Il biologico ha presentato investimenti per 18,3 milioni, ai quali andranno 8 milioni di contributi, coinvolgendo 354 imprese agricole e 9 della trasformazione”.

Secondo la vicepresidente , la scelta operata “è chiara: favorire le politiche agroambientali per compensare gli agricoltori biologici dei maggiori costi di produzione, promuovendo una cultura dell’alimentazione di qualità, legata alla tutela dell’ambiente e a modelli sociali più evoluti”.

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it