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La “Ronin – Kai Fight Club” di Urbino del Maestro Danilo Carnevali protagonista anche a Cattolica

La “Ronin – Kai Fight Club” di Urbino del Maestro Danilo Carnevali protagonista anche a Cattolica

La “Ronin – Kai Fight Club” di Urbino del Maestro Danilo Carnevali protagonista anche a Cattolica

URBINO – La “Ronin – Kai Fight Club” di Urbino del Maestro Danilo Carnevali è scesa presso la palestra “Gio Boxe”, via Respighi 56, a Cattolica, dove è andata di scena la “Thai Boxe”. Il gruppo sportivo ducale se l’è vista con dilettanti provenienti da tutta Italia. Il confronto è avvenuto sul ring nella disciplina della “Kick Boxing”. Nel “Galà” si sono svolti 14 incontri di “Thai Boxe e K1” con diversi match di atleti professionisti europei. Tra i debuttanti Alice Cola, Benedetta Monti, Giacomo Sperandio e Eugenio Ambrico mentre hanno cercato di far valere la loro esperienza Mattia Sperandio e Cristian Delimarschi. Durissimo l’impegno che ha visto impegnati Valeria Della Chiara e Marco Pesaresi.

<<Mi sto impegnando concretamente – ci ha sottolineato Carnevali – a diffondere e promuovere professionalmente e con inesauribile passione le arti marziali e sport da combattimento e difesa nella provincia di Pesaro – Urbino. Dobbiamo renderci conto – continua Carnevali – che la nostra generazione ha creato per i giovani una società troppo vuota di valori etico/morali, un mondo dove gli obiettivi appaiono sempre troppo lontani e le passioni impraticabili…Dobbiamo prendere coscienza noi genitori, insegnanti, educatori che lo sport è assolutamente una delle soluzioni più valide e sicure per donare ai nostri giovani una prospettiva ed una visione più sana e concreta della vita>>.

Perché le arti marziali? <<Racchiudono l’essenza della correttezza, della sportività e della rettitudine morale. Nei miei quasi 40 anni di pratica e 30 di insegnamento, grazie a questi sport, ho visto un’infinità di ragazzi difficili cambiare e diventare un esempio di guerrieri nell’affrontare la vita nel modo più degno possibile diventando prima uomini e donne esemplari, poi ottimi genitori>>.

Ma non sono sport espressivi di brutale violenza? <<Sul ring ci si fa male ma la sportività che si respira in questi ambienti fa da scuola a molti altri sport più televisivi e miliardari. Tra l’altro gli incidenti gravi che gli atleti subiscono sono statisticamente molto inferiori a sport come il calcio>>. (eg)

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