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SENIGALLIA / Tra teatro e poesia, domenica va in scena “Il pubblico ludibrio”

SENIGALLIA / Tra teatro e poesia, domenica va in scena “Il pubblico ludibrio”

SENIGALLIA / Tra teatro e poesia, domenica va in scena “Il pubblico ludibrio”

SENIGALLIA – Prendete il genere della poesia comico-realistica e mischiatela col dialetto di Senigallia. Fatto? Bene. Ora prendete una strega, un pittore, un eretico, un somaro e  fateli interagire insieme. Fatto? Bene. Ora prendete un performer cantastorie e un cantautore e shakerate bene.  Domenica 29 gennaio, alle 18.30 presso l’Auditorium San Rocco a Senigallia, per il secondo appuntamento della rassegna Senigallia e i suoi talenti, a cura dell’Associazione Tra-mare culture e con il patrocinio e la compartecipazione della Consulta della Cultura del Comune di Senigallia, arriva Il pubblico ludibrio, reading di poesie e canzoni in dialetto senigalliese interpretato da L’otr vot, duo composto dal poeta Andrea Mazzanti e dal cantautore Lorenzo Franceschini.

Tragicamente comico, comicamente tragico, Il pubblico ludibrio è uno spettacolo assieme divertente, lirico, grottesco e disarmante. Tratto dall’omonima raccolta, edita da Arcipelago Itaca nel 2016, rappresenta il culmine di un lavoro decennale di ricerca e sperimentazione sulla scrittura poetica dialettale, tesa alla ricerca di sonorità e ritmi che spesso sfociano nella canzone.

Peculiarità di questo reading è la trasversalità, il recupero di fonti e stili differenti, la capacità di non dare riferimenti a chi ascolta. Per questo carattere originale, Andrea Mazzanti è spesso antologizzato in diverse raccolte poetiche, tra le quali spicca L’italia a pezzi edita da Gwynplaine, che raccoglie i migliori autori neodialettali del panorama nazionale.

Avvezzo alla narrazione vocale e alla poesia parlata, Andrea ha conseguito il secondo posto nel campionato nazionale Poetry Slam nel 2015, sfidando i migliori performer e poeti di tutta Italia.

Apparentemente semplice, senza mai essere scontata, la poesia di Mazzanti segue i dettami bachtiniani con un rovesciamento intrinseco di alto nel basso, sacro e profano, corporeo e spirituale.

Tra personaggi e spettri evocati, il poeta si muove tra mostri che poco hanno di paranormale e molto di quotidiano. Il posto del poeta non è al di sopra, ma in mezzo alla bolgia dei colpevoli, esposto alla gogna e al ludibrio pubblico, perché se la debolezza e l’errore sono vizi inalienabili, la comprensione e la compassione sono il mezzo migliore per esprimere il meglio della natura umana.

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